IN ITALIA E NEGLI USA L'INDUSTRIA MANIFATTURIERA PROSEGUE A CRESCERE: IN COSTANTE AUMENTO I PROFITTI - WHAT-U

di Micol Agassi

Cresce ad agosto, su base congiunturale, la produzione  industriale, recuperando pienamente la flessione del mese precedente. Nel complesso degli ultimi tre mesi, peraltro, l’indice continua a mostrare una lieve diminuzione congiunturale. Anche la variazione tendenziale dell’indice corretto per gli effetti di calendario resta negativa, per il secondo mese consecutivo. A livello settoriale si conferma il maggiore dinamismo dei beni strumentali, il solo settore in crescita in termini sia congiunturali sia tendenziali.I settori di attività economica che registrano la maggiore crescita tendenziale sono le altre industrie manifatturiere, riparazione e installazione di macchine ed apparecchiature (+6,0%), la fabbricazione di mezzi di trasporto e la fabbricazione di macchinari e attrezzature n.c.a. (+3,8% entrambi). Le maggiori flessioni si rilevano invece nella produzione di prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici (-18,9%), nella fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche, altri prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi (-7,7%) e nell’industria del legno, della carta e stampa (-7,1%).

E se in Italia l’industria manifatturiera offre delle grandi soddisfazioni agli italiani, in particolare in alcuni settori,  nell’economia degli Stati Uniti gioca sempre più un ruolo da vincente, come si evince anche dalla recente ricerca del Census, perché nonostante conti su solo 11,6 milioni di lavoratori, che in rapporto al totale della popolazione Usa  che è di oltre 328milioni, non rappresenta certo un numero significativo significato, continua ad aggiungere ai suoi dati il segno più e e degli zeri in più alle sue cifre. I 10 sub-settori che in ordine di numero di personale impiegato si sono ritagliati un ruolo significativo nella bilancia commerciale degli Usa sono (fig. 1):  quello delle attrezzature da trasporto, della produzione di alimenti,della produzione di prefiniti in metallo, dei macchinari per la produzione di manufatti, dei computer e dei  prodotti elettronici, dei prodotti chimici, della produzione di plastica e gomma, della produzione di manifatturiere varie e stampa e attività di supporto correlate.

Ad oggi lo stipendio base annuo di un impiegato americano nell’industria manifatturiera ammonta a poco più di  57mila dollari. Che se valutato come  spesa annua arriva a un totale di  663,7 bilioni di dollari. (fig. 2).

I settori più attivi nelle spedizioni? (fig, 3). Al primo posto i trasporti all’ultimo tutte le attività correlate alla carta. Il loro peso nelle esportazioni? 772.3 bilioni di dollari ossia il  59.9% del totale (fig. 4). Un cavallo di battaglia per Trump che di sicuro non farà passi indietro.

La congiuntura italiana
Imprese
Il ritmo di crescita dell’economia italiana si mantiene stabile (+0,3% la crescita congiunturale nel primo trimestre 2018, Figura 3), sostenuto dalla domanda interna, mentre la componente estera netta ha fornito un contributo negativo. In particolare il valore aggiunto dell’industria ha segnato una variazione pressoché nulla, interrompendo il percorso di crescita degli ultimi trimestri. Gli indicatori congiunturali dell’industria avevano già manifestato segnali di flessione.
Nei primi due mesi dell’anno sia l’indice della produzione industriale che il volume delle esportazioni erano diminuiti (-0,5% e -0,6% rispettivamente le variazioni congiunturali a febbraio rispetto al mese precedente). Tuttavia gli andamenti risultano differenziati a livello settoriale. Per approfondire questi andamenti sono stati costruiti due indicatori sintetici settoriali: uno per il mercato interno e l’altro per il mercato estero che combinano, attribuendogli lo stesso peso, gli indici del fatturato deflazionato e i giudizi sugli ordini. L’obiettivo è misurare la persistenza degli andamenti settoriali nel breve periodo. Per ciascuno dei due indicatori sono state confrontate le variazioni del trimestre dic.-feb. 2018 rispetto al trimestre precedente (Figura 4, asse y) con quelle del trimestre set.-nov. 2017 rispetto a giu.-ago. 2017 (asse x). Nel complesso dei settori i due indicatori mostrano una fase di maggiore diffusione della crescita (primo quadrante) sul mercato interno rispetto a quello estero.
Per quanto riguarda il mercato interno nel trimestre dicembre-febbraio l’indicatore aggregato ha riportato delle variazioni congiunturali negative solo nel settore della produzione di coke (-5,0%), della farmaceutica (-1,3%) e alimentari (-0,5%). Il settore degli altri trasporti e l’industria tessile hanno mostrato una maggiore vivacità (rispettivamente +22,4%, fuori dal range del grafico, e +6,8%).
Nello stesso periodo l’indicatore aggregato del mercato estero ha segnato una variazione congiunturale solo leggermente positiva (+0,1% rispetto a +3,0% del trimestre precedente). La riduzione dell’indicatore risulta diffusa tra i settori economici e in particolare tra gli altri mezzi di trasporto (-9,5%, da +13,6%, fuori dal range del grafico) e tra gli autoveicoli (-2,1% da +6,5%) mentre l’industria tessile, alimentare e delle bevande hanno evidenziato una accelerazione.
Il settore delle costruzioni mostra segnali di ripresa. Nel terzo trimestre i permessi di costruire, che solitamente anticipano la produzione, hanno registrato una variazione moderatamente positiva sia in termini di numero di abitazioni in nuovi fabbricati residenziali (+1,0%) sia di superficie utile abitabile residenziale (+0,2%, Figura 5). L’andamento dei permessi per nuova edilizia non residenziale è tornato vivace, con un forte aumento nel terzo trimestre (+14,4%) che segue la riduzione segnata in T2 (-5,0%). Anche i dati di produzione mostrano segnali positivi, anche se di entità ancora modeste: nel trimestre novembre-febbraio l’indice destagionalizzato della produzione nelle costruzioni è aumentato rispetto al trimestre precedente (+1,3%) nonostante il forte calo congiunturale mostrato a febbraio (-2,0%) dovuto alle avverse condizioni climatiche. Nel quarto trimestre del 2017 i prezzi delle abitazioni hanno registrato un lieve incremento rispetto al trimestre precedente (+0,1%): i prezzi delle abitazioni nuove continuano ad aumentare (+0,7%) mentre quelli delle abitazioni esistenti rimangono stabili.

Famiglie e mercato del lavoro
A marzo riprende la crescita dell’occupazione, trainata dal miglioramento della componente maschile (+0,6% rispetto al mese precedente), dagli indipendenti (+1,1%) e dalla classe di età 25-34 anni (+1,5%, Figura 6). Si arresta quindi il contributo positivo alla crescita dell’occupazione fornito dalla componente femminile e si interrompe la fase di riduzione dell’occupazione del lavoro indipendente.
Sia il tasso di occupazione sia la disoccupazione migliorano ma si mantengono ancora sotto la media europea. Con riferimento alla media del 2017, il tasso di occupazione per la popolazione 20-64 anni era pari al 62,3% (72,2% la media europea). La componente femminile è risultata più distante dalla media europea (rispettivamente 52,5% e 66,5%). A marzo il tasso di disoccupazione italiano è rimasto stabile all’11,0% (8,5% la media dell’area euro).

SERVIZIO PER L’ANALISI DEI DATI E LA RICERCA ECONOMICA, SOCIALE E AMBIENTALE 3 APRILE 2018 – Numero 4
A marzo è proseguita la fase di moderata ripresa della dinamica delle retribuzioni contrattuali (+0,2% rispetto al mese precedente, +0,1% la variazione congiunturale nei primi due mesi dell’anno).

Prezzi
L’economia italiana rimane caratterizzata dall’assenza di significative pressioni sui prezzi in tutte le fasi della loro formazione. In aprile la stima preliminare dell’indice al consumo per l’intera collettività (NIC) segnala un rallentamento dell’inflazione: il tasso di incremento su base annua torna al livello di febbraio (+0,5%), con una riduzione di 3 decimi di punto rispetto a marzo (Figura 7). La bassa inflazione e le sue oscillazioni continuano a essere guidate prevalentemente dai movimenti delle voci maggiormente volatili e in questa occasione dalla caduta dei prezzi dei beni energetici non regolamentati che hanno scontato l’aggiornamento al ribasso deciso dall’Autorità di regolazione
per Energia, Reti e Ambiente per i prezzi di riferimento di energia elettrica e gas. Rimane modesta anche l’inflazione di fondo che, calcolata al netto degli energetici e degli alimentari non trasformati, si è attestata allo 0,5%, mettendo in evidenza le limitate spinte inflazionistiche dei fattori endogeni. L’attuale fase ciclica e una dinamica salariale moderata non forniscono sollecitazioni per rincari, con una inflazione nei beni industriali non energetici pressoché nulla dalla fine del 2016. Il rallentamento dell’inflazione italiana è stato più pronunciato rispetto a quanto registrato in media nell’area dell’euro (+1,2% la crescita annua in aprile; +1,3% in marzo) e il differenziale a nostro favore si è conseguentemente ampliato. Analogo, nel segno e nell’ampiezza, il divario per la core inflation. Particolarmente ampia la distanza dell’inflazione di fondo tra il nostro Paese e la Germania (circa un punto in meno per quella italiana).
Negli stadi a monte della distribuzione le pressioni al rialzo sono diversificate: sostenute per i prezzi dei beni energetici, più contenute per gli intermedi, mentre rimangono modeste o in arretramento per i beni di consumo. L’apprezzamento dell’euro ha prodotto una ulteriore spinta alla caduta tendenziale dei prezzi all’importazione per i beni di consumo non alimentari, risultata in febbraio pari a -0,8% (-0,1% nel settembre scorso e +0,9% la crescita annua nel luglio 2017). Il minor costo degli input importati si è riflesso parzialmente a livello di produzione: per i prodotti industriali venduti sul mercato interno, lo stesso raggruppamento registra in marzo una inflazione dello 0,4%, invariata rispetto al mese precedente.
Le attese dagli operatori economici indicano il proseguimento dell’attuale fase di debolezza dei prezzi. Tra i consumatori è ulteriormente aumentata la percentuale di coloro che si aspettano prezzi stabili, con una riduzione dell’incidenza di chi prevede incrementi più rapidi dei prezzi. In un quadro di marcata stabilità, le imprese che producono beni finali di consumo esprimono attese di rialzi ancora circoscritte, pur in presenza di un limitato aumento del saldo tra chi prevede rincari e coloro che delineano riduzioni.
Prospettive di breve termine Ad aprile la fiducia di imprese e famiglie è caratterizzata da una generale tendenza al peggioramento. Il clima di fiducia dei consumatori è  lievemente diminuito mantenendosi sui livelli comunque elevati. L’indice composito del clima di fiducia delle imprese ha evidenziato un peggioramento influenzato dai giudizi negativi delle imprese del commercio mentre quelle delle costruzioni sono le uniche a fornire un quadro positivo. Nel settore manifatturiero il peggioramento della fiducia è attribuibile quasi interamente alla componente degli ordini. A conferma del parziale rallentamento della produzione, nel primo trimestre il grado di utilizzo degli impianti ha segnato un lieve arretramento.
L’indicatore anticipatore si mantiene su livelli elevati anche se si confermano i segnali di decelerazione delineando uno scenario di minore intensità della crescita.


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