[gtranslate] ISTAT, AUMENTA LA FIDUCIA DEI CONSUMATORI IN TUTTI I SETTORI, ECCETTO IL MANIFATTURIERO, STABILE IL PIL - WHAT-U

di Martina Chiaravalle

Lo dice Istat, a luglio, l’indice del clima di fiducia dei consumatori ha segnato un marcato aumento per effetto di un miglioramento di tutte le componenti. Il recupero della fiducia dei consumatori è stato determinato soprattutto dalla componente economica e dalle attese sulla disoccupazione. Con riferimento alle imprese, l’indice di fiducia ha segnato un progresso, raggiungendo il valore massimo da ottobre 2018. L’aumento è stato diffuso tra i settori economici a eccezione del settore manifatturiero per il quale sono peggiorati i giudizi sul livello degli ordini e migliorati quelli sulle attese sulla produzione.

Il Pil italiano ha registrato nel secondo trimestre una variazione congiunturale pari a zero a sintesi di una diminuzione del valore aggiunto dell’industria e dell’agricoltura e di un contenuto incremento in quello dei servizi. Sia la domanda nazionale sia la componente estera netta hanno fornito un contributo nullo. A giugno, l’indice destagionalizzato della produzione industriale è diminuito dello 0,2% in termini congiunturali. Nella media del secondo trimestre, la produzione si è contratta dello 0,7% rispetto al trimestre precedente (+1,0% in T1). Il dato mensile ha mostrato un aumento congiunturale solo per l’energia (+2,4%) mentre si sono registrate flessioni per i beni di consumo (-0,7%), i beni intermedi (-0,6%) e, in misura più lieve, per i beni strumentali (-0,1%).

Nonostante il deciso incremento congiunturale di maggio (+2,5%), gli ordinativi dell’industria nel trimestre marzo-maggio hanno segnato una crescita contenuta (+0,2% sul trimestre precedente) a causa del peggioramento della componente interna (-0,7%) che ha in parte compensato l’andamento positivo di quella estera (+1,5%).

Tra marzo e maggio 2019, l’indice destagionalizzato della produzione nelle costruzioni è aumentato marginalmente rispetto al trimestre precedente (+0,1%), pur registrando a maggio il terzo calo congiunturale consecutivo. Tuttavia, la crescita tendenziale nei primi cinque mesi dell’anno è stata marcata (+4,4% per la produzione corretta per gli effetti di calendario). Nel quarto trimestre del 2018, i permessi di costruire, che solitamente anticipano la produzione, hanno segnato però una battuta d’arresto, suggerendo che il forte incremento nella prima parte del 2019 della produzione nelle costruzioni potrebbe non proseguire nei prossimi mesi.

Nel dettaglio, tra ottobre e dicembre 2018, nel comparto residenziale, il numero di nuove abitazioni è diminuito in termini congiunturali del 5,1% e la superficie utile abitabile ha registrato la prima variazione negativa del 2018 (-6,7%). Anche la superficie in fabbricati non residenziali è risultata in calo (-11,9% la variazione congiunturale), per il terzo trimestre consecutivo.

Sul fronte degli scambi con l’estero, a maggio, le esportazioni di beni in valore sono cresciute dell’1,3% e le importazioni dello 0,7% in termini congiunturali. L’incremento delle esportazioni ha interessato prevalentemente l’energia (+7,7%) e i beni di consumo, sia durevoli sia non durevoli (rispettivamente +2,4% e +3,2%), mentre la dinamica delle vendite di beni intermedi e strumentali è risultata rispettivamente debole e in calo marginale (+0,3 % e -0,2%). I flussi verso i mercati Ue hanno mostrato, nel complesso, un andamento più dinamico (+1,7%) rispetto a quelli diretti verso i mercati extra Ue (+0,8%). Questi ultimi, tuttavia, nel mese di giugno, hanno riportato un aumento marcato rispetto al mese precedente (+3,9%) che ha interessato in misura più rilevante i beni di consumo durevoli (+7,2%) e i beni strumentali (+5,7%). L’energia ha registrato invece una contrazione (-1,7%).

Famiglie e mercato del lavoro

A giugno, dopo l’evoluzione positiva nella prima parte dell’anno, l’occupazione ha mostrato una stabilizzazione. La stima degli occupati è risultata sostanzialmente invariata rispetto al mese precedente con il tasso di occupazione al 59,2% (+0,1 punti percentuali rispetto a maggio). Nel dettaglio, rispetto a maggio, si è confermata per il quarto mese consecutivo la crescita dei dipendenti sia permanenti sia a termine (+52 mila nel complesso), mentre sono tornati a diminuire gli indipendenti (-58 mila). Nello stesso mese, il tasso di disoccupazione è sceso al 9,7% (dal 9,8% di maggio), segnando il valore più basso da gennaio 2012. Le persone in cerca di occupazione sono diminuite di 29 mila unità rispetto a maggio, con un calo, che ha riguardato sia gli uomini sia le donne, diffuso a tutte le fasce d’età, con l’eccezione di quella tra 25 e 34 anni. Il divario del tasso di disoccupazione con quello della media dell’area euro, tuttavia, non si è ridotto. Anche la stima degli inattivi tra i 15 e i 64 anni ha mostrato un calo marginale (-0,1%, pari a -14 mila unità), come sintesi di un aumento tra gli uomini (+18 mila) e una diminuzione tra le donne (-33 mila). Nel complesso, a giugno il tasso di inattività è rimasto invariato per il quinto mese consecutivo (34,3%).

Prezzi

A luglio, è proseguito per il terzo mese consecutivo il tendenziale rallentamento dei prezzi al consumo. L’andamento delle componenti maggiormente volatili, e in particolare dei beni energetici, continua a guidare in via principale i movimenti dell’inflazione complessiva.

Per la nostra economia si è ampliato il divario negativo con l’inflazione media dell’area euro (+1,1%) e dei principali partner, con Francia e Germania che presentano crescite dei prezzi dell’1,3% e 1,1% annuo rispettivamente. Anche in termini di core inflation, l’Italia si colloca tra i paesi con i tassi più contenuti e inferiori alla media euro.

La moderata dinamica delle retribuzioni contrattuali orarie è risultata in ulteriore decelerazione: in giugno la crescita annua complessiva è scesa al +0,7% (+1,6% a maggio e nel primo trimestre), scontando il forte rallentamento nella Pubblica amministrazione. Nella media del secondo trimestre 2019, l’aumento tendenziale per il settore privato è risultato in linea con quello dei prezzi al consumo (+0,8%).

Nella fase della produzione, a giugno l’inflazione per i beni industriali destinati al mercato interno ha rallentato al +1,1% (+1,9% a maggio), principalmente come effetto della discesa dei prezzi dei prodotti energetici. I beni non alimentari destinati al consumo hanno registrato una variazione annua più sostenuta (+1,3%), confermando i ritmi prevalenti da inizio 2019. Le spinte dall’estero sono risultate complessivamente ancora in attenuazione (+1,0% il tasso tendenziale a maggio dal +1,2% di aprile), grazie al rallentamento della dinamica dei prezzi all’importazione dei beni intermedi e energetici. Per i beni di consumo non alimentari importati si è leggermente indebolita la fase deflativa (-0,2% la variazione annua a maggio, -0,6% ad aprile) come conseguenza della ripresa segnata dai prezzi dei beni durevoli. A luglio, le attese degli operatori per gli sviluppi dell’inflazione hanno fornito indicazioni relativamente differenti per i prossimi mesi. Per il settore manifatturiero, le imprese che producono beni destinati al consumo finale non hanno sostanzialmente modificato l’orientamento emerso in giugno di una modesta ripresa delle intenzioni di rialzo dei listini nel breve termine. In un’ottica temporale più lontana, i consumatori si sono spostati verso aspettative di stabilità dei prezzi (60,5%, da 52,3% di giugno) contestualmente a una significativa riduzione di coloro che si attendono incrementi dei prezzi più rapidi o costanti nei prossimi dodici mesi.


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