[gtranslate] HIROSHIMA 74 ANNI DOPO - WHAT-U

Stamattina i due bambini fotografati di fronte al cenotafio nel Parco Memoriale della Pace di Hiroshima.  ph. KYODO

di Matteo Migliavacca

Stamattina, 74 anni dopo il disastro nucleare nel parco del Memoriale della Pace di Hiroshima, in un periodo storico particolare in cui ancora una volte le questioni nucleari (in particolare, la denuclearizzazione della Corea del Nord e la riduzione della potenza delle armi nucleari in Iran) sono al centro delle discussioni tra leader di importanti Paesi, si è celebrato il tradizionale minuto di raccoglimento alle 8:15 del mattino, per ricordare l’orrore della prima bomba atomica sganciata dagli Stati Uniti sulla città diventata simbolo della catastrofe provocato dall’uomo. Circa 50 mila persone erano presenti alla cerimonia, assieme ai rappresentanti di 92 nazioni. Il sindaco di Hiroshima, Kazumi Matsui, che negli ultimi due anni, aveva smesso di chiedere esplicitamente che il Giappone aderisse al trattato per la proibizione degli ordigni nucleari (Tnp) ratificato il 1 luglio 1968, questa volta però ha colto l’occasione per fare pressione sul governo di Shinzo Abe, invitando non soltanto il Giappone, ma anche tutti i leader di Stato degli altri governi che non hanno firmato l’intesa a farlo. A conti fatti solo 122 sono stati i Paesi che hanno votato a favore, uno ha votato contro, uno si è astenuto e 69, comprese le potenze nucleari e i membri della Nato, non hanno votato. Ma che cosa prevede questo trattato? In primo luogo, che gli stati dotati di armi nucleari si impegnino a non trasferire armi nucleari o a non fornire assistenza alla loro fabbricazione o acquisizione da parte di stati non nucleari, e gli stati non nucleari si impegnino a non ricevere o sviluppare armi nucleari. Secondo, tutti i Paesi hanno il diritto all’uso pacifico dell’energia nucleare. Terzo, e fondamentale, tutte le parti del trattato, comprese le potenze nucleari, accettano di negoziare il disarmo nucleare – nonché generale. Recita l’articolo VI del Tnp: «Ciascuna parte del Trattato si impegna a perseguire in buona fede trattative su misure efficaci per una prossima cessazione della corsa agli armamenti nucleari e per il disarmo nucleare, come pure per un trattato sul disarmo generale e completo sotto stretto ed efficace controllo internazionale». Insomma lo scopo principale del Tnp è quello di invertire la corsa agli armamenti nucleari, non di perpetuare il monopolio nucleare di alcuni Paesi. 

Poi c’é il trattato sulle forze nucleari a raggio intermedio INF (Intermediate-Range Nuclear Forces Treaty), firmato dalla Russia e dagli Stati Uniti nel 1987, scaduto venerdì scorso dopo il ritiro di Washington per presunte violazioni da parte della Russia, circostanze che Mosca nega. L’accordo venne siglato a Washington l’8 dicembre del 1987 da Ronald Reagan e Michail Gorbačëv, dopo il vertice dei due leader a Reykjavík (11 ottobre 1986) . Il trattato fu il primo frutto del cambio al vertice dell’Unione sovietica e esso pose fine alla vicenda degli euromissili, ovvero dei missili nucleari a raggio intermedio installati da USA e URSS sul territorio europeo: prima, gli SS-20 sovietici e, in seguito alla cosiddetta doppia decisione della NATO del 1979, i missili americani IRBM Pershing-2 e quelli cruise da crociera BGM-109 Tomahawk.

Il Giappone dice no alla denuclearizzazione

Sebbene il Giappone sia il Paese che tutt’oggi conservi il triste primato di Paese maggiormente colpito dalle armi nucleari, il primo ministro Shinzo Abe ha rifiutato di accettare la richiesta di aderire al Tnp, dicendo che il trattato non riflette la realtà della sicurezza. Ma Matsui questa volta è andato giù duro, racconta Japan Today: “Esorto i leader giapponesi a manifestare il pacifismo della Costituzione giapponese mostrando la leadership nel fare il passo successivo verso un mondo libero dalle armi nucleari”. L’anniversario di questa triste ricorrenza quest’anno è arrivato dopo che gli Stati Uniti, venerdì, si sono ritirati dal Trattato sulle forze nucleari a raggio intermedio, un importante patto di controllo degli armamenti nucleari con la Russia firmato nel 1987, sollevando i timori di una nuova corsa agli armamenti. “Oggi in tutto il mondo”, ha proseguito Matsui, “vediamo un nazionalismo egocentrico in ascesa, tensioni accentuate dall’esclusività internazionale e dalla rivalità, con il disarmo nucleare a un punto morto. L’intolleranza è essa stessa una forma di violenza e un ostacolo alla crescita di un vero spirito democratico”, ha detto il sindaco, citando Mahatma Gandhi, il leader del movimento di indipendenza non violenta dell’India contro il dominio britannico. Grande emozione l’ha suscitata la lettura (per la prima volta in 74 anni) di un poema giapponese “Tanka”, scritto da una donna sopravvissuta al bombardamento all’età di 5 anni. Il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, ha affermato in un suo messaggio: “Il mondo è in debito con la gente di Hiroshima e Nagasaki”. Una tragedia che anche Papa Francesco, che si recherà in visita a Hiroshima e Nagasaki a novembre durante la prima visita papale in Giappone da quando Giovanni Paolo II andò in tournée nel febbraio 1981, ha sempre ricordato come un orribile pagina di storia mondiale. Nonostante occasionali piogge intense dovute a un tifone, la gente del posto di tutte le età e turisti hanno visitato il Memorial Park sin dalla mattina presto per rendere omaggio a coloro che sono morti nei bombardamenti. Yasuo Kubo, 74 anni, che da bambino ha vissuto i bombardamenti, ha detto che ogni mattina quando si sveglia si sente “una persona speciale”. E di sicuro lo è, non perché è sopravvissuto a quella tragedia, ma per il messaggio che ha lanciato a tutti i presenti.

DUE LE BOMBE ATOMICHE LANCIATE DA BOMBARDIERI AMERICANI

La prima alle 8:15, l’ora esatta del 6 agosto 1945, con nucleo di uranio chiamata “Little Boy”, che esplose sopra Hiroshima uccidendo circa 140.000 persone alla fine di quell’anno.

La seconda fu lanciata su Nagasaki il 9 agosto e il Giappone sei giorni dopo, si arrese, mettendo fine alla seconda guerra mondiale.

Il numero combinato di hibakusha sopravvissuti da entrambi i bombardamenti era di 145.844 a marzo, con la loro età media a 82,65.


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