[gtranslate] IL DISCORSO DI CONTE AL SENATO, LA REPLICA DI SALVINI E IL RITIRO DELLA MOZIONE - WHAT-U

di Matteo Ciacci

Ecco i passaggi chiave degli interventi dei protagonisti della giornata politica di oggi partendo proprio dal discorso al Senato del premier Conte.

Il discorso di Giuseppe Conte oggi al Senato

“Ho sempre limpidamente sostenuto che, in caso di interruzione anticipata dell’azione di Governo, sarei tornato qui, nella sede istituzionale dove inizialmente ho raccolto la fiducia. Il giorno 8 agosto 2019 il Ministro Salvini, dopo avermi anticipato la decisione nel corso di un lungo colloquio, ha diramato una nota, con la quale ha dichiarato che la Lega non era più disponibile a proseguire questa esperienza di Governo e ha sollecitato l’immediato ritorno alle urne elettorali. A conferma di questa decisione, la Lega ha depositato in Parlamento una mozione di sfiducia nei confronti del Governo e ne ha chiesto l’immediata calendarizzazione. Io ho garantito, fin dall’inizio, che questa sarebbe stata una esperienza di Governo all’insegna della trasparenza e del cambiamento, e non posso permettere che questo passaggio istituzionale così rilevante possa consumarsi a mezzo di conciliaboli riservati, comunicazioni affidate ai social, dichiarazioni rilasciate per strada o nelle piazze, senza un pieno e ufficiale contraddittorio. L’unica sede in cui il confronto pubblico può svolgersi in modo istituzionale, in modo trasparente, è il Parlamento“. La decisione della Lega di interrompere questa esperienza di Governo al fine di tornare urgentemente alle urne elettorali, la reputo oggettivamente grave e spiego perché.

Uno: Innanzitutto, questa crisi interviene a interrompere prematuramente un’azione di Governo che procedeva operosamente e che, già nel primo anno, aveva realizzato molti risultati e ancora molti ne stava realizzando.

Due: questo Governo era nato per intercettare l’insoddisfazione dei cittadini che, con il voto del 4 marzo 2018, avevano manifestato il desiderio di un cambio di passo rispetto alle politiche pregresse e, per questo, mirava a realizzare un ampio disegno riformatore, che ora viene bruscamente interrotto.

Tre: questa decisione viola il solenne impegno che il leader della Lega aveva assunto all’inizio della legislatura, sottoscrivendo il contratto di Governo con il Movimento 5 Stelle, che prevede, in caso di divergenze, l’impegno delle parti, cito testualmente: «a discuterne con la massima sollecitudine e nel rispetto dei principi di buona fede e di leale cooperazione».

Quarto: i tempi di questa decisione espongono a gravi rischi il nostro Paese. Una crisi in pieno agosto comporta potenzialmente elezioni anticipate in autunno; considerando i tempi costituzionalmente necessari per la convocazione delle nuove Camere e per la formazione del Governo, il rischio di ritrovarsi in esercizio finanziario provvisorio è altamente probabile. Nell’ambito di una congiuntura economica internazionale non certo favorevole, il nuovo Governo si ritroverebbe nelle difficoltà di contrastare l’aumento dell’IVA e con un sistema economico esposto a speculazioni finanziarie e agli sbalzi dello spread.

Quinto punto: aggiungo che questa crisi interviene in un momento delicato dell’interlocuzione con le Istituzioni europee. Siamo in avvio di legislatura e proprio in questi giorni si stanno per concludere le trattative per le nomine dei Commissari e per la copertura di altre delicate posizioni. Mi sono sin qui personalmente adoperato per assicurare all’Italia un rilievo centrale nei nuovi assetti, in linea con il prestigio e la forza economica e culturale del nostro Paese. È evidente che l’Italia corre ora il rischio di partecipare a questa trattativa in condizioni di oggettiva difficoltà e debolezza.

Sono queste le ragioni che mi inducono a valutare come fortemente irresponsabile la decisione di innescare la crisi di Governo. Per questa via, permettetemi di dire che il Ministro dell’Interno ha mostrato di inseguire interessi personali e di partito. Poi Conte bacchetta Salvini perché durante il suo discorso ha baciato ripetutamente un rosario bianco: “Chi ha compiti di responsabilità dovrebbe evitare di accostare agli slogan politici i simboli religiosi. Sono episodi di incoscienza religiosa che rischiano di offendere il sentimento dei credenti e di oscurare il principio di laicità alla base dello Stato moderno”. Poi l’annuncio delle dimissioni: “Alla fine di questo dibattito mi recherò dal presidente della Repubblica per dimettermi. La crisi in atto compromette l’azione di questo governo che qui si arresta. Ora il presidente della Repubblica guiderà il Paese in questo passaggio delicato. Colgo l’occasione per ringraziarlo per il sostegno che mi ha dato”.

La replica di Conte, al termine del dibattito in aula del Senato sulle sue comunicazioni

La replica del Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, al termine del dibattito in aula del Senato sulle sue comunicazioni, tocca come primo punto il tema dell’immigrazione. “Io non sono qui a giustificarmi, non rinnego nulla di quel che abbiamo fatto: non è mio costume, non è nel mio stile e mi assumo tutta la responsabilità per le azioni di Governo. Solo che vorrei ricordare, se parliamo di politica del Governo sull’immigrazione, che sin dal primo incontro al Consiglio europeo (N.d.r.: giugno 2018) è stato il mio primo intervento ufficiale in sede europea, io personalmente, rappresentando il Governo, ho portato una piattaforma politica articolata su sei premesse e dieci obiettivi. Quindi, quando si parla del problema dell’immigrazione, vi prego, date atto a questo Governo che ha avuto la capacità di affrontarlo in termini più ampi, più complessi, con piena avvedutezza di tutte le sue implicazioni, a partire dal rapporto e la cooperazione con i Paesi da dove originano questi traffici, a seguire con i Paesi dove queste rotte transitano, ovviamente anche con considerazione per questi viaggi spericolati della morte su barconi improvvisati.
Il problema dello sbarco invece, come sappiamo, è quello che monopolizza presso l’Occidente pressoché tutta l’attenzione mediatica. Poi c’è il problema della redistribuzione, dei rimpatri, dei movimenti secondari e via discorrendo. Se avrete la bontà di recuperare quel documento, vedrete che questo Governo si è reso responsabile di una politica di maggiore rigore nella consapevolezza che, per come era stata gestita sino a quel punto, si era rivelata oggettivamente non più perseguibile, inefficace. Di qui una politica di maggior rigore sul presupposto che una indiscriminata accoglienza equivale a non accoglienza, a negata accoglienza”. Parlando di immigrazione inevitabile per Conte collegare il discorso al Decreto sicurezza bis: “Questo decreto è stato licenziato dal Consiglio dei Ministri in una versione originaria che io – ripeto – personalmente ho cercato di negoziare e presentava un impianto complessivo che ancora adesso giudico più coerente e più equilibrato rispetto alla versione finale, che poi è stata legittimamente modificata in sede di conversione dal Parlamento sovrano”. Poi Conte tocca il discorso dei rapporti con Lega e Salvini e precisa: “Nessuna questione personale tra me gli amici della Lega, tra me e il Ministro dell’interno Matteo Salvini” e parlando più in generale dei rapporti tra ministri ha detto: “Il 3 giugno scorso ho indetto una conferenza stampa. In quella conferenza stampa io ho invocato il concetto di leale collaborazione e l’ho declinato addirittura a titolo esemplificativo con esempi concreti.

Leale collaborazione significa che, se si hanno delle questioni politiche di qualsiasi tipo da sollevare, lo si fa rispettando la grammatica istituzionale, parlando in modo chiaro al Presidente del Consiglio e alle altre forze che compongono la maggioranza e non lanciando segnali ambigui sui giornali o declamando sui social”. Aggiungendo: “Dicevo ancora, leale collaborazione significa che, quando il Presidente del Consiglio e il Ministro dell’economia stanno interloquendo con le istituzioni europee per perseguire il fondamentale obiettivo di evitare una procedura di infrazione, nessuno interviene dall’Italia ad alterare questa delicata interlocuzione, riducendola a ulteriore terreno di provocazioni e di rivendicazioni polemiche, perché questo può compromettere il negoziato”. Conte poi conclude parlando di nuovo della mozione di sfiducia presentata dalla Lega che ne ha chiesto l’immediata calendarizzazione con conseguenti elezioni immediate. Poi ad un tratto Conte dice: “Mi viene riferito da un’agenzia che questa mozione adesso sarebbe stata ritirata”. E aggiunge: “Se c’è mancanza di coraggio, non vi preoccupate, me la assumo io di fronte al Paese che ci guarda e prendo atto che il leader della Lega Matteo Salvini, che qui è ritornato e lo ringrazio, il quale dopo il 3 giugno ha stentato, nei fatti e nei comportamenti concreti, a cogliere il significato dell’espressione «leale collaborazione», prendo atto che manca del coraggio di assumersi la responsabilità dei suoi comportamenti. Io l’ho incontrato due volte: ci siamo incontrati il giorno 7 agosto, in cui mi ha anticipato questa sua determinazione molto chiaramente e l’ho invitato a darmi la possibilità di un colloquio col Presidente della Repubblica; è ritornato l’8 agosto e mi ha confermato questa sua determinazione, tanto è vero che subito dopo c’è stata una nota molto esplicita in cui si denunciava pubblicamente la crisi di Governo e si invocava l’urgente ricorso alle urne. Come dicevo, non c’è nessun problema. È evidente che la responsabilità di una crisi porta visibile la sua firma, ma se gli manca il coraggio sul piano politico, non c’è problema, me lo assumo io. Ritengo che questa sia la conclusione, l’unica, obbligata, trasparente, coerente e lineare”.

Matteo Salvini, vice premier e ministro dell’Interno

“Grazie e finalmente: rifarei tutto quello che ho fatto”. Lo ha detto il vicepremier, Matteo Salvini, intervenendo nell’Aula del Senato. “Non ho paura del giudizio degli italiani”, ha sottolineato. Sono qua “con la grande forza di essere un uomo libero, quindi vuol dire che non ho paura del giudizio degli italiani, in questa aula ci sono donne e uomini liberi e donne e uomini un po’ meno liberi. Chi ha paura del giudizio del popolo italiano non è una donna o un uomo libero”.

Lega ritira mozione sfiducia al Senato
presentata nei confronti del governo Conte

La Lega ritira la mozione di sfiducia al Senato presentata a suo tempo nei confronti del governo Conte. La decisione viene motivata per due ragioni: la prima è che non avrebbe senso dopo aver ascoltato il premier annunciare le dimissioni. La seconda, perché avendo aperto uno spiraglio a lavorare assieme per completare le riforme, sarebbe stato incoerente presentarla, prima di aspettare la replica del premier.

Giancarlo Giorgetti, vicesegretario federale della Lega Nord

“Con questi litigi continui, non era possibile andare avanti. Per la verità io l’avevo detto qualche mese prima…”, queste le parole di Giancarlo Giorgetti, a ‘SkyTg24‘, che ricorda il suo scetticismo sulla prosecuzione dell’esperienza di governo tra Lega e M5S. “Non è che la spina l’ha staccata Salvini, la spina l’ha staccata Conte: si è preso atto che M5S e Lega non riuscivano più a produrre cose nell’interesse del Paese, come avevano fatto in passato”, dice il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio che, in precedenza, ha sottolineato che è stato “Conte a manifestare apertamente sfiducia nei confronti di Salvini”. Quanto ai tempi dell‘apertura della crisi scelti dal ministro dell’Interno, ha aggiunto: “Noi siamo un partito, scegliamo il capo e il capo decide. Poi può decidere bene o male, ma decide il capo”. E ancora: “Io penso che la Lega e Salvini hanno la forza di andare da soli, dopodiché sono decisioni che si prendono assieme e come sempre alla fine le decisioni le prende il capo”. “La Lega e Salvini hanno la forza di andare da soli – ribadisce poi Giorgetti, al Senato – Vediamo come evolverà la situazione e cosa deciderà Mattarella ma per spirito democratico dico che la cosa giusta è che si vada alle elezioni e che sia il popolo a decidere”.

Paola Taverna, vicepresidente del Senato

Paola Taverna, vicepresidente del Senato 

“Salvini si fa chiamare capitano. Un capitano che ha abbandonato la nave. Ecco, di capitani così l’Italia non ha bisogno“, ha detto Paola Taverna (M5S) in aula a Palazzo Madama, nel dibattito dopo le comunicazioni del presidente del Consiglio Giuseppe Conte. “Io non mi avventuro su Virgilio – ha aggiunto – ma resto su mia nonna, che diceva che un politico, quando vuole fare una porcata, o la fa a Ferragosto o quando gioca la Nazionale”.

Maria Elena Boschi, già ministro nel governo Renzi ora Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri nel Governo Gentiloni

Maria Elena Boschi, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri nel Governo

“Salvini ritira la sfiducia a Conte. Io sarò una mummia ma lui è all’ultima spiaggia” twitta Maria Elena Boschi. “Altro che Papeete #capitanfracassa”.

Nicola Zingaretti, segretario del Partito Democratico dal 17 marzo 2019 e presidente della regione Lazio; in precedenza è stato segretario nazionale della Sinistra giovanile e deputato al Parlamento europeo. Dal 28 aprile 2008 al 29 dicembre 2012 è stato presidente della provincia di Roma

Nicola Zingaretti, segretario nazionale Dem

“E’ giusto andare a verificare se in questo in Parlamento esistono ipotesi di altre maggioranze ma partendo da una netta discontinuità da quanto visto in questi mesi”, queste le parole di Nicola Zingaretti a ‘Speciale Tg1’. A partire dal “contratto. Non ci possono essere le figurine ‘questa è la mia proposta, queste è la tua proposta’. Ma un programma condiviso, da un’ampia maggioranza, per il bene di questo Paese che questo governo è a crescita zero e con l’aumento della cassa integrazione. Prima di tutto bisogna denunciare e non dimenticare che abbiamo assistito al fallimento di un esperimento politico. Secondo, credo sia andato in scena questo fallimento perché sono state la politiche di questo governo a rivelarsi fallimentari” aggiunge il segretario dem, che sottolinea: “Non vogliamo soluzioni di piccolo cabotaggio, nessuno ha paura delle elezioni. Siamo sereni. Se poi ci saranno le condizioni per un governo nuovo, faremo la nostra parte”.

Rispunta Prodi che propone il patto Orsola

La proposta di un cosiddetto “patto Orsola e non Ursula”, ossia un’alleanza tra il Pd e il Movimento 5 stelle basato sui temi, non prevede l’adesione della destra. A chiarirlo è l’ex premier e padre nobile del Pd Romano Prodi in una nota del suo ufficio stampa.”Trattandosi in questo caso di un patto per il governo italiano, nondimeno prevede la riorganizzazione degli strumenti necessari per la ripresa economica e la messa in atto di una politica socialmente avanzata”, è la premessa della nota. Si tratta quindi di “riprendere una seria lotta all’evasione fiscale, attivare politiche capaci di contrastare le disuguaglianze a partire dalla ridistribuzione del redditi, di rimettere al centro la difesa del welfare con particolare attenzione all’indebolimento dei diritti nel campo della sanità e dell’istruzione pubblica. Temi che non risulta siano stati finora cari alla destra”.

Ettore Rosato, Vicepresidente della Camera dei Deputati della Repubblica Italiana

“Sono arrivate a 75 mila le firme per sostenere la mozione di sfiducia a Salvini. La raccolta, lanciata da Matteo Renzi tramite i Comitati di azione civile, ha mobilitato migliaia di cittadini per chiedere che il ministro dell’odio, dei 49 milioni di euro sottratti allo Stato e dei traffici illeciti con la Russia di Putin, lasci la poltrona. Le firme verranno consegnate al Senato, dove si discute della mozione di sfiducia che Salvini ha fatto al suo governo. Le firme non sono solo un gesto simbolico ma anche un atto concreto di tutti coloro che non vogliono tacere e hanno a cuore le sorti del Paese”. Lo riferisce il coordinatore nazionale dei Comitati civici Ettore Rosato, che è anche vicepresidente della Camera.

Luca Zaia, presidente della Regione Veneto

“Personalmente, come Luca Zaia, tifo perché si vada al voto. Le urne sono un elemento di sanificazione che rispetta al massimo il popolo. Poi ognuno farà quello che meglio ritiene. E immagino che alla fine il dossier finirà sul tavolo del Presidente della Repubblica, che dovrà esprimersi”. Lo ha detto da cittadino il Governatore del Veneto Luca Zaia, pur senza sbilanciarsi (“la storia la valuteremo quando sarà stata scritta” ha aggiunto). “Mattarella lo incontrerò il 28 alla Mostra del Cinema e gli parlerò direttamente – ha concluso -, anche riguardo ai temi dell’autonomia, perché prima o poi, questo Governo o un altro, ce la daranno”. Non giudicando nemmeno l’operato di Salvini, leghista come lui, Zaia ha però ammesso: “Credo che ha fatto bene a porre la questione, perché era necessario e fondamentale farlo. L’esperienza che ho avuto in Veneto con questi signori dei Cinquestelle è stata disastrosa, visto che hanno sempre creato problemi: dalla tav alla Pedemontana, dal Prosecco alle Olimpiadi”.

Da sinistra, Sergio Mattarella presidente della Repubblica e il premier dimissionario Giuseppe Conte

Ecco il calendario delle consultazioni annunciato dal Quirinale

Dopo le dimissioni di Conte, ora tocca al Presidente della Repubblica verificare se ci sarà una maggioranza politica coesa da trovare un accordo per la formazione del Consiglio dei Ministri e se si dovrà optare per la strada del voto anticipato. Le altre ipotesi potrebbero essere quella di un governo tecnico ossia un governo super partes il cui esecutivo non è formato da esponenti dei partiti politici ma da esperti con particolari competenze in materia economica, che vengono selezionati in base alle loro competenze e non per le idee politiche di cui sono portatori. Come accadde nel 2011 quando venne eletto Mario Monti.

Oppure di un Governo istituzionale, con una durata breve limitata in vista dell’indizione delle elezioni politiche. In questi casi in genere, il Presidente della Repubblica si rivolge a figure istituzionali di primo livello, come il Presidente della Camera e del Senato, il quale andrà a ricoprire momentaneamente la carica di Premier. Si tratta comunque di un Governo con poteri circoscritti all’ordinaria amministrazione, in attesa di una maggioranza politica stabile che sia capace di portare a termine un mandato di Governo di 5 anni.

Oppure di un governo di scopo, ossia un esecutivo di breve durata, finalizzato a portare a termine dei provvedimenti urgenti e indispensabili al Paese, frutto dell’accordo tra le forze di maggioranza e i partiti di opposizione. Da non confondere con il governo tecnico che a differenza di quello di scopo, è formato quasi esclusivamente da “tecnici” esterni prestati alla politica, mentre nel il governo di scopo i parlamentari eletti, sono politici, magari ex ministri facenti parte dell’Esecutivo dimissionario precedente. Questi governi entrano in gioco in momenti di crisi, in cui la maggioranza politica non è abbastanza consolidata per formare un Consiglio dei Ministri che sia in grado di governare per 5 anni. In Italia, nel 1992, fu Carlo Azeglio Ciampi, primo non parlamentare a ricoprire la carica di presidente del consiglio di un governo di scopo.

Mercoledì 21 agosto 2019


IL PRESIDENTE EMERITO DELLA REPUBBLICA, Senatore Giorgio Napolitano, non trovandosi a Roma, verrà sentito telefonicamente.

ORE 16.00
PRESIDENTE DEL SENATO DELLA REPUBBLICA: Sen. Avv. Maria Elisabetta Alberti Casellati

ORE 16.45
PRESIDENTE DELLA CAMERA DEI DEPUTATI: On. Dott. Roberto Fico

ORE 17.30
GRUPPO PARLAMENTARE “PER LE AUTONOMIE (SVP-PATT,UV)” DEL SENATO DELLA REPUBBLICA

ORE 18.00
GRUPPO PARLAMENTARE MISTO DEL SENATO DELLA REPUBBLICA

ORE 18.30
GRUPPO PARLAMENTARE MISTO DELLA CAMERA DEI DEPUTATI

ORE 19.00
GRUPPO PARLAMENTARE “LIBERI E UGUALI” DELLA CAMERA DEI DEPUTATI

Giovedì 22 agosto 2019

ORE 10.00
GRUPPI PARLAMENTARI “FRATELLI D’ITALIA” DEL SENATO DELLA REPUBBLICA E DELLA CAMERA DEI DEPUTATI

ORE 11.00
GRUPPI PARLAMENTARI “PARTITO DEMOCRATICO” DEL SENATO DELLA REPUBBLICA E DELLA CAMERA DEI DEPUTATI

ORE 12.00
GRUPPI PARLAMENTARI “FORZA ITALIA – BERLUSCONI PRESIDENTE” DEL SENATO DELLA REPUBBLICA E DELLA CAMERA DEI DEPUTATI

ORE 16.00
GRUPPI PARLAMENTARI “LEGA-SALVINI PREMIER” DEL SENATO DELLA REPUBBLICA E DELLA CAMERA DEI DEPUTATI

ORE 17.00
GRUPPI PARLAMENTARI “MOVIMENTO 5 STELLE” DEL SENATO DELLA REPUBBLICA E DELLA CAMERA DEI DEPUTATI



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