di Colin Anthony Groves
La legge anti-no deal, promossa dal fronte contrario alla linea di Boris Johnson sulla Brexit, ha completato oggi il suo iter con la formalità della firma della Regina, il cosiddetto Royal Assent, dopo l’approvazione parlamentare dei giorni scorsi. Lo ha reso noto la Camera dei Lord. Il testo, che mira a imporre al primo ministro la richiesta di un rinvio dell’uscita del Regno Unito dall’Ue oltre il 31 ottobre in caso di mancato accordo con Bruxelles, ora è in vigore. Così ora Boris Johnson non ha più tante alternative. Sarà obbligato a chiedere un ritardo di tre mesi dall’UE se nessun accordo verrà concordato entro il 19 ottobre. E se non lo fa le strade che gli restano sono solo due e tutte in salita perché nel caso in cui non si attenesse alla legge rischierebbe il carcere oppure dovrebbe rassegnare le dimissioni e rinunciare al posto di premier.
Resta la carta delle elezioni anticipate, che potrebbero rappresentare l’unica via di fuga per Boris nella speranza di ottenere una maggioranza che sostenga la sua strategia sulla Brexit.
“C’è un modo semplice per i parlamentari di risolverlo”, ha dichiarato il portavoce di Johnson, James Slack. “Tutto quello che devono fare è votare oggi per le elezioni, in modo che l’opinione pubblica britannica possa decidere se portare a termine la Brexit il 31 ottobre”. Subito dopo il voto, il Parlamento potrebbe essere prorogato o sospeso, una mossa molto insolita da parte del governo che limiterebbe la capacità del Parlamento di bloccare i piani di Johnson per la Brexit. Anche se c’è chi già dice che la sospensione oppositori sarebbe antidemocratica e illegale.
Il primo ministro irlandese Leo Varadkar ha avvertito Johnson che “non esiste una vera e propria pausa” e che se la Gran Bretagna crollasse, “causerebbe gravi perturbazioni sia per gli inglesi che per gli irlandesi”. Un confine aperto è cruciale per l’economia regionale fondamentale per il processo di pace che ha posto fine a decenni di violenze settarie nell’Irlanda del Nord. Ora occorre aspettare la prossima mossa di Johnson.