di Matthew Vincent
L’invasione turca della Siria nord-orientale è iniziata ieri pomeriggio dopo che le truppe statunitensi si sono ritirate dall’area, aprendo la strada all’attacco della Turchia alle forze curde siriane, a lungo alleato con gli Stati Uniti. L’operazione militare della Turchia chiamata “Fonte di Pace” ha scritto il presidente turco Recep Tayyip Erdogan su Twitter, che ha l’obiettivo di voler creare una “zona sicura” che allontanerebbe la milizia curda dal suo confine e alla fine consentirebbe il rimpatrio di 2 milioni di rifugiati siriani.
“Le nostre forze armate turche, insieme all’esercito nazionale siriano, hanno lanciato l’operazione #ParishPinari contro il PKK / YPG e le organizzazioni terroristiche del Deash nel nord della Siria. Il nostro obiettivo è quello di distruggere il corridoio del terrore che sta cercando di stabilire sul nostro confine meridionale e di portare la pace e la pace nella regione”, questo il tweet di Erdogan delle 15,10 di ieri.
Türk Silahlı Kuvvetleri'miz Suriye Milli Ordusu'yla birlikte Suriye'nin kuzeyinde PKK/YPG ve Deaş terör örgütlerine karşı #BarışPınarıHarekatı'nı başlatmıştır.
— Recep Tayyip Erdoğan (@RTErdogan) October 9, 2019
Amacımız güney sınırımızda oluşturulmaya çalışılan terör koridorunu yok etmek ve bölgeye barış ve huzuru getirmektir.
I primi raid aerei turchi nella Siria nord-orientale hanno finora preso di mira i villaggi di Mishrefe, Asadiya, Bir Nuah, a sud e a sud-est della cittadina frontiera siriana di Ras al Ayn, scrive Ansa.it. I colpi di artiglieria turchi hanno inoltre colpito il villaggio siriano di Yabse, pochi chilometri a ovest di Tall Abyad, altra cittadina siriana di confine.
La Turchia ha respinto i commenti sui social media mercoledì dal senatore degli Stati Uniti Lindsey Graham sull’operazione recentemente lanciata dal paese contro i terroristi nel nord della Siria, che ha scritto: “Avevamo fretta di scatenare l’inferno contro i terroristi del PKK e Daesh, che hanno minacciato i nostri cittadini” annunciando sempre su Twitter anche sanzioni contro la Turchia.
Today @LindseyGrahamSC and I are announcing a framework for sanctions against Turkey to respond to their military operation in northeastern Syria, which is already underway. These sanctions will have immediate, far-reaching consequences for Erdogan and his military. pic.twitter.com/VhzaDB2OYU
— Chris Van Hollen (@ChrisVanHollen) October 9, 2019
I caccia turchi che hanno iniziato ieri pomeriggio a bombardare obiettivi curdi nel nord-est della Siria hanno colpito fino a 30 km dentro il territorio siriano, riferisce l’agenzia statale turca Anadolu.
“Caccia turchi hanno lanciato raid su aree civili. C’è grande panico fra la popolazione nella regione”, ha twittato un portavoce dei combattenti curdi nel nord della Siria- I raid dei jet turchi sull’area di Ras al-Ayn sono confermati anche da fonti militari di Ankara, che sostengono di prendere di mira obiettivi delle forze curde dell’Ypg.
Il ministero ha detto che i jet e l’artiglieria turchi finora hanno colpito 181 bersagli a est del fiume Eufrate dall’inizio dell’incursione.
L’esercito Usa intanto fa sapere di non avere alcun piano per intervenire se le milizie curde di fronte all’offensiva turca dovessero abbandonare i campi in cui sono detenuti migliaia di combattenti dell’Isis. Lo riferiscono fonti del Pentagono, spiegando di non avere abbastanza forze per subentrare ai curdi. I campi di prigionia controllati da questi ultimi sono oltre 20 e ospitano circa 11.000 jihadisti e le loro famiglie pronti a fuggire.
Su richiesta di Germania, Francia, Gran Bretagna e Polonia, oggi è stato convocato d’urgenza il Consiglio di sicurezza dell’Onu. Inviti alla Turchia a fermare subito l’offensiva sono arrivati dal presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, che ha dichiarato: “Chiedo con forza alla Turchia di interrompere immediatamente ogni azione militare” nel nord della Siria. C’è una popolazione che ha già sofferto duramente. Non dobbiamo metterla in condizioni di avere altre sofferenze. Si fermi questo intervento, non sarà mai una soluzione ai problemi che abbiamo”. Anche il premier Conte ieri ha espresso grande preoccupazione scrivendo su Fb: “Seguo con apprensione gli ultimi eventi nel Nord-Est della Siria. Esortiamo la Turchia a desistere subito dall’iniziativa militare unilaterale che può nuocere alla stabilità regionale e compromettere la lotta a Daesh. Va scongiurato il rischio di altre sofferenze per la popolazione”.
Toni duri sono stati espressi anche dal ministro degli Esteri Luigi Di Maio che ha dichiarato: “Azioni unilaterali rischiano solo di pregiudicare i risultati raggiunti nella lotta contro la minaccia terroristica, a cui l’Italia ha dato un significativo contributo nell’ambito della Coalizione anti-Daesh e destabilizzare la situazione sul terreno”.
“Vergognoso silenzio dell’Occidente sull’invasione turca della Siria del nord”, ha detto Giorgia Meloni, presidente di Fratelli d’Italia. “USA e UE hanno giustificato le sanzioni economiche contro la Russia come una reazione alla violazione russa dell’integrità territoriale dell’Ucraina. Ora coerentemente pretendiamo che la UE attivi sanzioni immediate contro la Turchia del sultano Erdogan per l’invasione della Siria del nord e la guerra ai curdi, popolo che tanti meriti ha nella lotta ai tagliagole dell’ISIS”.