[gtranslate] LE POLITICHE SOCIALI DELL'UNIONE EUROPEA - WHAT-U

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Le tante sfide

L’Europa vanta il miglior sistema di protezione sociale al mondo e si posiziona tra i primi per la qualità della vita e il benessere.

Allo stesso tempo però, si trova ad affrontare gli effetti della crisi, che si fanno ancora sentire in molti stati membri. Inoltre le disparità sociali all’interno dell’Unione persistono nonostante i segnali di ripresa. Il tasso di disoccupazione è in generale diminuzione, anche se differiscono molto da paese a paese.

Anche l’invecchiamento demografico e i profondi cambiamenti del mercato del lavoro costituiscono una sfida per l’UE.

Entro il 2030 i cittadini europei saranno tra le popolazioni più anziane del mondo

Entro il 2030 i cittadini europei saranno tra le popolazioni più anziane del mondo e le basse percentuali di natalità mettono alla prova la sostenibilità dei sistemi di welfare, mentre il progresso tecnologico, la globalizzazione e la crescita del settore dei servizi hanno portato a una trasformazione del mondo del lavoro, che si riflette nella crescita dell’economia di condivisione e delle sue forme di impiego più flessibili.

Le competenze dell’UE in ambito sociale e quelle dei governi nazionali

La dimensione sociale in Europa si è sviluppata progressivamente durante tutto il processo di integrazione europeo con la creazione di leggi, fondi economici e strumenti comunitari per coordinare e monitorare le politiche nazionali. L’Unione Europea ha sempre incoraggiato gli Stati membri a condividere le proprie strategie nei settori quali l’inclusione sociale, la povertà e le pensioni e sostenuto le diverse proposte da parte della Commissione.

Tuttavia le competenze dell’Unione europea in campo sociale sono limitate poiché, per quanto riguarda l’occupazione e le politiche sociali, sono i governi nazionali a giocare un ruolo principale. Questo significa che sono i governi nazionali e non l’Unione a decidere sulle politiche salariali, e quindi su temi quali il salario minimo, gli accordi collettivi, le pensioni e le indennità di disoccupazione.

Alcuni dei principi fondamentali come la parità di retribuzione tra le donne e gli uomini e il diritto dei lavoratori di muoversi liberamente all’interno dell’UE erano già inclusi nei Trattati di Roma del 1957. In seguito, per facilitare lo spostamento dei lavoratori all’interno del territorio europeo, sono state introdotte nuove leggi per il reciproco riconoscimento dei titoli di studio, garantire il trattamento medico all’estero ed assicurare che i diritti pensionistici già acquisiti in patria non vadano perduti nel nuovo paese di impiego.

Ci sono inoltre regole europee sulle condizioni di lavoro, sull’orario di lavoro o sul part-time, e anche leggi per combattere la discriminazione sul luogo di lavoro e per assicurare la sicurezza e la salute dei lavoratori. Sin dai primi passi dell’integrazione europea il Parlamento ha chiesto a più riprese una politica più attiva in materie sociali e ha sostenuto le azioni della Commissione in questo senso.

Welfare più equo

L’UE integra e supporta gli stati membri nel loro sforzo per organizzare l’assistenza sanitaria e migliorare la salute dei cittadini europei attraverso finanziamenti e normative su una vasta sfera di argomenti, quali prodotti e servizi sanitari, sicurezza alimentare, lotta alle malattie, aria pulita o salute sul posto di lavoro. Nel novembre 2017 il Parlamento europeo, il Consiglio e la Commissione hanno presentato il Pilastro europeo dei diritti sociali, che ha lo scopo di promuovere nuovi e più efficaci diritti per i cittadini e di creare un mercato del lavoro e dei sistemi di welfare più equi e ben funzionanti. Il Pilastro si basa su venti principi chiave e comprende diverse iniziative, di natura legale, incentrate principalmente su tre aree: uguali opportunità e accesso al mercato del lavoro; condizioni di lavoro eque; protezione sociale adeguata e sostenibile. Sin dai primordi dell’integrazione europea, il Parlamento europeo ha spesso richiesto una politica più attiva nel campo sociale e ha sostenuto le proposte della Commissione relative a questo tema.

I diritti sociali dei cittadini europei che lavorano all’estero

Il coordinamento dei regimi di sicurezza sociale nell’UE permette ai cittadini più “mobili” di mantenere i propri diritti sociali quando si trasferiscono in un altro paese dell’Unione. Nel 2019 il Parlamento ha approvato la decisione che dispone la creazione di un’Autorità europea del lavoro che garantisca un chiaro ed equo rispetto delle norme europee in tema di mobilità del lavoro e di coordinamento dei regimi di sicurezza sociale. Nel 2018 il Parlamento ha approvato la nuova legislazione in merito ai lavoratori distaccati per assicurare retribuzioni eque nello stesso posto.

Assistenza ai disoccupati e ai giovani

Istituto nel 1957, il Fondo sociale europeo è lo strumento principale dell’Unione europea per la promozione dell’occupazione e dell’inclusione sociale. Ha aiutato milioni di persone a acquisire nuove competenze e di conseguenza a trovare lavoro. Gli eurodeputati sono ora al lavoro per una versione semplificata del fondo con una specifica attenzione per i bambini e i giovani. Il Fondo sociale europeo plus riunirà diversi programmi e fondi già attivi così da offrire un sostegno meglio indirizzato e integrato.

Il Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione fornisce un supporto a quei lavoratori che perdono l’impiego a causa di cambiamenti dei modelli di commercio globali. Questo ad esempio avviene quando un’azienda chiude oppure delocalizza la produzione al di fuori dell’Europa. Gli eurodeputati sono al lavoro al momento su nuove regole che rendano il fondo più accessibile e pronto a rispondere alle sfide del futuro per il periodo post-2020. Il FEG potrà così essere utilizzato anche per problemi legati alla digitalizzazione e ai cambiamenti dell’ambiente (come la transizione all’economia a basse emissioni di carbonio).

Si pronuncia EURES, si legge Rete europea di servizi per l’impiego. Si tratta di una rete per la mobilità lavorativa che fornisce informazioni, orientamento e servizi di reclutamento a persone in cerca di impiego e imprese in cerca di personale.

Per combattere la disoccupazione giovanile, aumentata con la crisi economica, che nell’UE per 15-24enni è salita dal 15% del 2008 al 24% del 2013 – i paesi più colpiti sono stati la Grecia, dove nel 2013 si registrava il 60% di giovani disoccupati, Spagna (56.2%), Croazia (49.8%), Italia (44.1%) e Portogallo (40.7%) – l’UE ha promosso e attivato una serie di iniziative con lo scopo di ridurre la disoccupazione giovanile e il Parlamento europeo sta lavorando per poter destinare più fondi a progetti come l’Erasmus+ e l’Iniziativa per l’occupazione giovanile nel bilancio 2019 dell’UE.

Le iniziative per aiutare i giovani

Sia la Garanzia Giovani sia l’Iniziativa per l’occupazione giovanile sono focalizzate sui giovani che non hanno un impiego, non si formano e non seguono corsi professionalizzanti. Includono inoltre anche quei giovani disoccupati da lungo tempo o che non sono registrati nelle liste dei Centri per l’impiego.

Creata nel 2013 con la Garanzia Giovani l’Ue si è impegnata per dare a ogni giovane fino a 25 anni un’offerta decente di impiego, un’istruzione superiore, un tirocinio o stage entro quattro mesi dall’inizio della disoccupazione o dalla fine degli studi.

Con l’Iniziativa per l’occupazione giovanile l’Ue ha creato uno strumento per aiutare a finanziare programmi, da realizzare nei diversi paesi, per mettere in pratica la Garanzia giovani. offrendo a tutti i giovani al di sotto dei 25 anni proposte di lavoro di qualità, formazione, tirocinio, apprendistato entro quattro mesi dalla fine degli studi o dall’inizio del periodo di disoccupazione. L’Iniziativa è rivolta solo delle regioni UE con i più alti tassi di disoccupazione giovanile, oltre il 25%. E l’Italia beneficia di questa iniziativa, assieme ad altre 120 regioni e 20 paesi europei.

Secondo la Commissione europea, dal 2014 ogni anno oltre 5 milioni di giovani si sono registrati al programma Garanzia Giovani, mentre l’Iniziativa per l’occupazione giovanile ha dato aiuto concreto a oltre 1,7milioni di giovani.

Un altro strumento, Corpo europeo di solidarietà, è stato varato alla fine del 2016 ed è stato lanciato ufficialmente alla fine del 2016, per creare opportunità di volontariato o lavoro per giovani in progetti di sostegno alle comunità in tutta Europa.

La piattaforma per l’apprendistato

La piattaforma Alleanza europea per l’apprendistato è stata lanciata per migliorare la qualità dei tirocini in Europa. Per offrire a un numero sempre più grande di giovani la possibilità di poter costruire un’esperienza lavorativa di alta qualità rispettando condizioni sicure ed eque, e al contempo accrescendo le loro possibilità di trovare un impiego, nel 2014 gli Stati membri hanno istituito il Quadro qualitativo per gli stagisti.

Il primo lavoro EURES mira a promuovere la mobilità lavorativa per rendere i giovani consapevoli delle opportunità di lavoro in altri paesi europei. Nella piattaforma si trovano sia i curriculum vitae dei giovani in cerca di lavoro – di età compresa fra i 18 e i 35 anni, provenienti da tutti i 28 paesi europei e dalla Norvegia e dall’Islanda, interessati a un’esperienza professionale all’estero – che le offerte di lavoro o di tirocinio da parte dei datori di lavoro in cerca di giovani lavoratori.

Le condizioni di lavoro

Nel 2019 il Parlamento europeo ha adottato nuove norme che garantiscono nuovi diritti minimi per le condizioni di lavoro per proteggere tutti i lavoratori europei, inclusi anche i più vulnerabili, come quelli della gig economy (economia dei lavoretti, ossia dei lavoratori impiegati nelle forme di impresa nate con l’epoca digitale) che godono di contratti atipici o prestano servizio per lavori non standardizzati. Gli eurodeputati aggiornano costantemente le regole per proteggere le persone nei luoghi di lavoro, per esempio imponendo dei valori limite più severi di esposizione alle sostanze chimiche nocive.

Parità di genere

L’UE ha adottato normative, pubblicato raccomandazioni e buone prassi per migliorare la parità di genere  a lavoro, in politica o altri campi. Il Parlamento europeo, con la commissione permanente sui diritti della donna, ha sempre difeso strenuamente la causa, e ogni anno sensibilizza sul tema organizzando diversi eventi per celebrare la Giornata internazionale delle donne. Il Parlamento europeo ha più volte chiesto alla Commissione europea di proporre nuove misure volte a ridurre il divario di genere nelle retribuzioni e nelle pensioni. Nel 2018 sono state anche introdotte delle proposte che contrastano le molestie sessuali nei luoghi di lavoro.

Lavoro e vita privata

Il Parlamento chiede anche misure per una migliore conciliazione fra carriera e vita privata. Nel 2019 gli eurodeputati hanno adottato nuove norme per far conciliare lavoro e vita privata e rafforzare i diritti dei genitori e di chi svolge le funzioni di cura nelle famiglie. Con le sue risoluzioni, il Parlamento richiama l’attenzione anche sul bisogno di combattere specifiche forme di violenza contro le donne, come le molestie sessuali o lo stalking online e la necessità di migliorare la coerenza delle politiche per la parità di genere e altre politiche come quelle commerciali, migratorie e di sviluppo.

Miglioramento della salute pubblica

L’UE regola l’autorizzazione e la classificazione dei farmaci attraverso la Rete normativa europea del farmaco. Una volta sul mercato, la sicurezza dei prodotti autorizzati continua ad essere monitorata.
La legislazione dell’UE stabilisce dei requisiti minimi di salute e sicurezza per i luoghi di lavoro: disposizioni relative all’uso delle attrezzature, la protezione di lavoratori giovani e donne incinte, e l’esposizione a rumori o sostanze specifiche, come quelle cancerogene e mutagene. L’UE, inoltre, ha delle norme che garantiscono un alto livello di sicurezze a tutti i livelli del processo di produzione e distribuzione alimentare. Nel 2018, un nuovo regolamento sui farmaci veterinari è stato adottato per frenare l’uso di antibiotici negli allevamenti e contrastare la diffusione dagli animali agli umani. I batteri nelle acque di balneazione vengono monitorati dagli stati dell’UE attraverso la direttiva sulle acque di balneazione. La tessera di assicurazione sanitaria europea assicura ai cittadini residenti in UE l’accesso ai sistemi sanitari pubblici durante un soggiorno temporaneo in tutti gli stati dell’Unione europea.

Un mercato del lavoro inclusivo

Il Parlamento ha proposto un insieme di misure per assicurare una migliore transizione fra l’assenza per malattia e il ritorno al lavoro e per includere nel mercato del lavoro anche i malati cronici e le persone con disabilità.

Nel 2019 gli eurodeputati hanno anche approvato l’Atto europeo sull’accessibilità con cui si intende rendere accessibili per le persone disabili e gli anziani nell’UE prodotti d’uso quotidiano e servizi importanti come gli smartphone, i computer o gli e-book, le biglietterie automatiche e gli sportelli bancomat.



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