[gtranslate] PRIMA MORTE PER CORONAVIRUS NELLA COREA DEL SUD - WHAT-U

Ecco alcuni addetti al primo soccorso al lavoro con indumenti protettivi Il sindaco della città sudcoreana di Daegu oggi giovedì 20 febbraio, ha esortato i suoi cittadini ad astenersi dall’andare fuori casa a causa dei nuovi casi di infezione. 
(Kim Jun-beom / Yonhap tramite AP)

di Guo He

Il triste primato di morte causato dal Coronavirus ha toccato anche la Corea del Sud che ha segnalato la sua prima vittima oggi giovedì 20 febbraio. Kwon Young-jin, il sindaco di Daegu, una città del sud-est dove sono stati riscontrati 22 nuovi casi al suo interno e nei dintorni, ha esortato i suoi oltre 2,5 milioni di cittadini, a rimanere a casa e indossare maschere anche al chiuso e a rispettare il coprifuoco che prevede come in Cina uscite centellinate e di una sola persona del nucleo famigliare. Questa è stata la nona morte confermata dal virus al di fuori della Cina continentale. Altre morti si sono verificate in Francia, ad Hong Kong, in Giappone, nelle Filippine e a Taiwan. I Centri coreani per il controllo e la prevenzione delle malattie hanno riferito che l’uomo sudcoreano, positivo postumo per il virus, morto ieri in ospedale, dovrebbe avere circa 63 anni. I funzionari hanno riferito che era stato ricoverato in ospedale perché era affetto da schizofrenia da molto tempo e solo recentemente ha accusato i sintomi del Coronavirus. In una conferenza stampa televisiva, Kwon Young-jin ha espresso il timore che le crescenti infezioni a Daegu, e nel resto della regione, presto travolgeranno il sistema sanitario sudcoreano e ha chiesto un aiuto urgente da parte del governo centrale. “Gli sforzi di quarantena nazionali attualmente concentrati sul blocco dell’afflusso del virus (dalla Cina) e sulla sua diffusione sono inadeguati per impedire alla malattia di circolare nelle comunità locali”, ha affermato Kwon.

(Kim Jun-beom / Yonhap tramite AP)

Dopo che i Korea Centers for Disease Control and Prevention hanno riferito che 49 dei 73 nuovi pazienti confermati nella regione della città negli ultimi due giorni si sono recati in una chiesa di Daegu frequentata precedentemente da un paziente risultata poi positiva al virus, tutti i santuari della regione sono stati chiusi. Una scelta saggia visto che solo la chiesa di Daegu ha circa 8000 seguaci. “Stiamo assistendo a infezioni in alcune aree come Seoul e Daegu dove è difficile confermare la causa o le rotte delle infezioni”, ha dichiarato il vice ministro della sanità Kim Gang-lip, aggiungendo che il governo dovrebbe cambiare la sua strategia di quarantena che si è concentrata su rintracciare i contatti. Oggi il presidente Moon Jae-in ha affermato che il governo centrale fornirà tutta l’assistenza disponibile per aiutare Daegu a combattere il virus. Ma la paura adesso è davvero tanta anche lì.

(Kim Jun-beom / Yonhap tramite AP)

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