[gtranslate] NIKE CHIUDE IN OLANDA PER CASO DI CORONAVIRUS, CANCELLATE FASHION WEEK A TOKYO E SEOUL - WHAT-U

di Cinzia Positano

La Nike ha chiuso il suo quartier generale in Europa a Hilversum, in Olanda. “La decisione”, scrive la Bbc, “è stata presa dopo che un impiegato è risultato positivo al test del Coronavirus. La sede al momento è sottoposta a un’operazione di sanificazione e non si sa quando potrà riaprire. La Nike ha dichiarato che l’epidemia avrà un impatto finanziario sulle sue operazioni in Cina, dove ha chiuso temporaneamente metà dei suoi monomarca diretti. Anche Tokyo si è apprestata a prendere misure precauzionali annullando la sua Fashion Week in programma dal 16 al 21 marzo. Cancellata anche la Seoul Fashion Week in agenda dal 17 al 21 marzo.

“Man mano che le preoccupazioni legate all’emergenza del Coronavirus aumentano di giorno in giorno”, spiega in una nota la Japan Fashion Week Organization, che promuove l’evento, “la nostra principale e massima preoccupazione è sempre la sicurezza di tutte le parti coinvolte e dopo lunghe discussioni siamo giunti alla dolorosa decisione di rinunciare a Rakuten FWT autunno/inverno 2020. Per i marchi che dovevano presentare le proprie collezioni continueremo a fare del nostro meglio”, sottolinea la nota, “fornendo supporto nell’acquisizione di tutte le opportunità commerciali. Cogliamo l’occasione per scusarci con tutte le persone che hanno investito tempo e fatica per partecipare a questo evento. Ci dispiace sinceramente di dover prendere questa decisione”.

In una settimana -50% di ricavi retail

In una settimana il fatturato di abbigliamento e ristorazione è crollato del 65%, quello dell’arredo casa e degli altri settori del 40% complici non solo l’emergenza sanitaria in corso ma anche il grande clima di paura. Sono i dati raccolti dalla base associativa di Confimprese (che nel retail rappresenta 154 mld fatturato, 40mila punti vendita, 700mila addetti). Il canale più colpito è sicuramente il travel, seguito da centri commerciali e outlet. Negli ultimi sette giorni il retail ha registrato “un crollo insostenibile per gli operatori sia in termini di ingressi che di fatturato” ha commentato il presidente di Confimprese, Mario Resca. “Auspichiamo che in tempi brevi sia possibile prevedere una cassa integrazione a clausola specifica per l’emergenza coronavirus – o altre forme di ammortizzatori – anche per il settore commercio e turismo”, ha concluso Resca. Tra il 21 e il 27 febbraio l’abbigliamento e la ristorazione hanno visto diminuire del 75% il flusso di visitatori e hanno perso il 65% di fatturato; per l’arredo-casa il calo è stato rispettivamente del 35% e del 40% e negli altri settori, come Elettronica di consumo, Entertainment, Cura della persona e Gioiellerie, del 40%.

Boccia, occorrono misure urgenti e necessarie per fronteggiare l’impatto economico del coronavirus

Vincenzo Boccia, presidente di Confindustria e amministratore delegato di Arti Grafiche Boccia, azienda fondata nel 1961 dal padre Orazio

“Occorre attivare una domanda pubblica sulle infrastrutture italiane e europee che vada a compensare il calo della domanda privata, visto che i consumi arretreranno e insieme aprire un fronte sul credito per aiutare nel periodo di transizione le imprese che avranno cali di fatturato. Sono queste le priorità da affrontare, di fronte all’emergenza coronavirus”, ha detto il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia a 24Mattino di Simone Spetia e Maria Latella su Radio 24. “Occorre convergenza nazionale in questa fase delicata: bisogna recuperare il senso e lo spirito di comunità che abbiamo perso da tempo. Dall’Europa ci aspettiamo un grande piano straordinario che prenda consapevolezza della dimensione quantitativa e temporale del problema coronavirus. Non bastano i 3,6 miliardi di sforamento, né basta una operazione sicuramente positiva di flessibilità”, ha proseguito Boccia, “serve un’operazione straordinaria e choc nel mondo dell’economia”.



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