[gtranslate] CORONAVIRUS ECCO LO STUDIO CHE RIVELA QUANTO RESTA SULLE SUPERFICI INANIMATE - WHAT-U

Microfotografia del Coronavirus, la causa della sindrome respiratoria acuta grave della SARS

Molto si è detto finora sul Coronavirus, ufficialmente noto come COVID-19, che ha fatto notizia da quando è venuto alla luce per la prima volta, alla fine del 2019, in Cina e poi si è diffuso in altri 23 paesi, infettando ad oggi 15 marzo 153.517 persone, di cui 10.982 sono nuovi casi riferiti alle ultime 24 ore. Ma c’è una notizia che in queste ore è stata letta su milioni di cellulari, che ha creato un po’ di allarme e riguarda il fatto che questo virus possa trovarsi sulle superfici, facendo venire mille dubbi sul dove, come e per quanto tempo possa restarci mentre i ricercatori si stanno cimentando per capire come trattare le infezioni e come garantire che il virus non si diffonda ulteriormente visto che al momento non esistono trattamenti specifici testati e quindi certi. In base alle ricerche di alcuni scienziati tedeschi del Greifswald University Hospital e della Ruhr-Universität Bochum, riguardo l’interazione del Covid-19 sulle superfici, scrive Tim Newman sul Medical New Today, che si sono concentrate sui coronavirus responsabili di due dei più recenti focolai: sindrome respiratoria acuta grave (SARS) e sindrome respiratoria del Medio Oriente (MERS), è stato possibile avere un’indicazione più precisa sulle tempistiche del’attecchimento del virus alle superfici.

Quanto tempo resta sulle superfici il Coronavirus?

Il loro documento che ha tratto anche informazioni da 22 studi sui Coronavirus pubblicate nel Journal of Hospital Infection e che ha studiato coronavirus veterinari, come il virus della gastroenterite trasmissibile (TGEV), l’epatite di topo e il coronavirus, nella prima parte si è concentrato su quanto a lungo i coronavirus possano sopravvivere su superfici inanimate, come tavoli e maniglie delle porte. E ci hanno offerto una risposta precisa: i “coronavirus umani” possono rimanere infettivi da 2 ore a 9 giorni.

Freddo e umidità sono suoi alleati

A temperature di circa 4 ° C o 39.2 ° F, alcune versioni del Coronavirus potrebbero rimanere vitali per un massimo di 28 giorni. A temperature di 30–40 ° C (86-104 ° F), i Coronavirus pare abbiano vita più breve. Inoltre è stato verificato che a temperatura ambiente, un coronavirus responsabile del raffreddore comune (HCoV-229E) è persistito significativamente più a lungo con un’umidità del 50% rispetto all’umidità del 30%. 

“I coronavirus umani possono rimanere infettivi su superfici inanimate a temperatura ambiente per un massimo di 9 giorni. A una temperatura di 30 ° C (86 ° F) o superiore, la durata della persistenza è più breve. I coronavirus veterinari hanno dimostrato di persistere ancora più a lungo per 28 giorni”

Quando gli scienziati hanno approfondito la letteratura sulla persistenza dei coronavirus su diverse superfici, i risultati sono stati variabili. Ad esempio, il virus MERS ha persistito per 48 ore su una superficie d’acciaio a 20 ° C (68 ° F). Tuttavia, su una superficie simile e alla stessa temperatura, TGEV è sopravvissuto fino a 28 giorni. Allo stesso modo, due studi hanno studiato la sopravvivenza di due ceppi di coronavirus SARS su una superficie di carta. Uno è sopravvissuto 4-5 giorni, l’altro per sole 3 ore.

Come si può renderlo innocuo?

Agenti, quali il perossido di idrogeno, etanolo e l’ipoclorito di sodio (una sostanza chimica in candeggina), rendono inattivi rapidamente e con successo i Coronavirus.

Quindi….”La disinfezione delle superfici con ipoclorito di sodio allo 0,1% o etanolo al 62–71% riduce significativamente l’infettività del coronavirus sulle superfici entro 1 minuto di tempo di esposizione”

Al contrario, le soluzioni di un biocida chiamato cloruro di benzalconio hanno prodotto risultati contrastanti; e clorexidina digluconato, che le persone usano come antisettico topico, è risultato inefficace.

Il lavaggio delle mani, in particolare, è fondamentale

A Taiwan, “l’installazione di stazioni di lavaggio delle mani nel dipartimento di emergenza è stata una misura di controllo delle infezioni particolarmente significativamente associata alla protezione degli operatori sanitari dall’acquisizione del Coronavirus SARS”.


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