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ISTAT, INFLAZIONE, INDICE PREZZI AL CONSUMO, IL PARERE DI POLIDORO


di Patrizia Usuelli Montarsolo

Nel difficile contesto dell’emergenza sanitaria, a marzo Istat ha fornito stime preliminari che evidenziano un rallentamento dell’inflazione dovuto all’inversione di tendenza dei prezzi dei Beni energetici non regolamentati, e in particolare di quelli dei carburanti, e con la decelerazione dei prezzi dei Servizi (dovuta in larga parte alla straordinaria situazione che sta vivendo il paese). Il rallentamento sarebbe stato più ampio se non si fosse verificata contestualmente l’accelerazione dei prezzi dei Beni alimentari, che ha portato la variazione del cosiddetto “carrello della spesa” nuovamente al di sopra dell’uno per cento. Per saperne di più, cercando di rispondere alle numerose domande che i lettori ci hanno inviato, What-u ha intervistato Federico Polidoro, responsabile del Servizio Sistema integrato sulle condizioni economiche e i prezzi al consumo di Istat.

In tempi di Coronavirus i prezzi – in particolare nella grande distribuzione – soprattutto per i generi alimentari, tra febbraio e marzo hanno subito un’impennata, e Istat ha segnalato una decelerazione dell’inflazione imputabile prevalentemente alla dinamica dei prezzi dei Beni energetici non regolamentati (da +1,2 a 2,7%) quale scenario prevede nel breve e medio termine?

«Con riferimento ai prezzi dei generi alimentari non parlerei di un’impennata nel mese di marzo ma di un’accelerazione che peraltro dovremo vedere se sarà confermata dalle stime definitive in uscita il 15 aprile. Per quel che riguarda il dato generale, la decelerazione dell’inflazione registrata in Italia si è inserita in un contesto europeo di rallentamento della crescita dei prezzi al consumo che sulla base dei dati preliminari dell’indice armonizzato, per l’Eurozona è passata da +1,2% di febbraio a +0,7% di marzo. Tutti i principali paesi dell’area vanno nella stessa direzione: in Germania siamo passati da +1,7% di febbraio a +1,3% di marzo, in Francia da +1,6% a +0,7%, in Spagna da +0,9% a +0,2%.
Nel breve periodo i segnali sembrano dire che andremmo verso un ulteriore ridimensionamento dell’inflazione con l’Italia già vicino allo zero.
Nel medio termine è molto difficile azzardare scenari in un contesto così mutevole e anomalo come quello che stiamo vivendo».

Proviamo ad azzardare uno scenario…

«Come dicevo, nei mesi immediatamente successivi a marzo un ulteriore ridimensionamento delle dinamiche già deboli di crescita dei prezzi al consumo sembra essere lo scenario con maggiori probabilità. Per l’estate e i mesi successivi sarà necessario vedere come evolve la crisi sanitaria e le conseguenze che avrà esercitato sulla capacità di spesa delle famiglie (che inevitabilmente subirà una contrazione), sui mercati delle materie prime, sulle attività produttive, sulla distribuzione commerciale e sull’offerta di servizi».

Anche sul fronte immobiliare dovremo aspettarci molte sorprese….che peso avrà sul mercato immobiliare questo lockdown?

«Sicuramente assisteremo a una contrazione del numero di immobili compravenduti che avevano visto una ripresa negli ultimi anni. I prezzi, in particolare quelli delle abitazioni, hanno mostrato sempre una certa vischiosità rispetto all’andamento del mercato per cui la ripresa iniziata nel 2014 ha tardato a riflettersi in una risalita dei prezzi che sono rimasti lontani dai livelli del 2010. Se questa vischiosità si dovesse confermare, la prevedibile contrazione delle compravendite di questi mesi dovrebbe riverberarsi sui prezzi, ma in misura contenuta. Ma anche per questo versante gli scenari possono modificarsi ed è necessario attendere le prossime settimane per avere maggiori elementi di valutazione anche in relazione all’inevitabile ridimensionamento della domanda e all’evoluzione dell’accesso al credito».



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