[gtranslate] DOMANI SUL TAVOLO DEL CDM LEGGE DI BILANCIO E BOZZA DEL NUOVO DECRETO RECOVERY - WHAT-U

Da sinistra Ursula Von Der Leyen, Presidente della Commissione europea con Mario Draghi

Domani sul tavolo del Cdm assieme alla legge di bilancio arriverà la bozza del nuovo decreto Recovery. Nella notte è toccato ai tecnici il vaglio del testo, piuttosto corposo e alcune delle 42 norme contenute nella bozza sarebbero ancora in bilico, in particolare quelle legate alle assunzioni. Ad annunciare un nuovo provvedimento con “ulteriori semplificazioni” per accelerare l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza è stato lo stesso premier, Mario Draghi. Raccolte le indicazioni da parte di tutti i ministeri degli “ulteriori provvedimenti necessari per semplificare gli iter dei singoli progetti e del Piano”, il governo passa ora al varo del decreto legge, che rende concreti alcuni investimenti e alcune riforme previste dal piano, come le misure per sostenere il turismo, tra i più colpiti dalla pandemia, e traghettarlo nel mondo 4.0. Arriva quindi l’annunciato ecobonus all’80% e un contributo a fondo perduto fino a 100mila euro per la ristrutturazione degli alberghi (dall’efficienza energetica all’eliminazione delle barriere architettoniche, alle piscine termali). Ma anche un contributo diretto del 35% per i lavori tra i 500mila euro e i 10 milioni. Nel pacchetto anche la creazione di una “Sezione Speciale Turismo” del Fondo di garanzia per le Pmi e un credito d’imposta del 50% per agenzie e tour operator per lo sviluppo digitale.

Il decreto punta ad accelerare gli investimenti, con un nuovo intervento su quelli ferroviari ma anche attraverso un taglio dei tempi per le autorizzazioni ambientali strategiche (Vas). Spunta anche un nuovo Fondo dei fondi denominato “Fondo ripresa resilienza Italia”. Per spingere la rigenerazione urbana poi vengono assegnati subito i 2,5 miliardi previsti dal piano di qui al 2026 per combattere il degrado delle città.

Arriva l’attuazione anche di alcune riforme del pacchetto scuola-università, a partire dalle borse di studio per gli studenti e dall’aumento degli alloggi a disposizione per chi si voglia spostare per fare l’università. Cambiano anche i percorsi di laurea, con la possibilità di conseguire parte dei crediti formativi in corsi attigui, per favorire l’interdisciplinarità. Scatterà anche il concorso per la progettazione di scuole innovative.

Nella bozza compaiono norme sulla gestione commissariale di Bagnoli e per Taranto, ma anche per il potenziamento del commissario unico alle bonifiche delle discariche abusive. Arriva poi una proroga per la commissione consultiva tecnico-scientifica e per il comitato prezzi dell’Aifa, nelle more della loro riorganizzazione. Nel decreto infine un pacchetto di norme per garantire gli investimenti rafforzando allo stesso tempo il sistema di prevenzione antimafia.

Stop al cashback

Si va verso una cancellazione definitiva del cashback. Dopo la ‘sospensione’ la misura per incentivare la moneta elettronica non dovrebbe essere rinnovata.

Riduzione del reddito di cittadinanza

Più controlli e una riduzione dell’assegno del reddito di cittadinanza già a partire dalla seconda proposta di lavoro rifiutata.

Pensioni, proposta quota 102 solo 2022  

Quota 102 per un anno: la soluzione sulle pensioni individuata in cabina di regia è un “segnale”.

Nessun ritorno alla Fornero

“Nessun ritorno alla legge Fornero, si va verso la pensione a 64 anni (anziché 67) mantenendo 38 anni di contributi. In più, ci sarà un fondo ad hoc di 500 milioni per accompagnare alcune categorie all’uscita anticipata dal mondo del lavoro con le regole di Quota 100”.

Superbonus villette con tetto 25mila euro isee

Arriva una proroga per il superbonus al 110% anche sulle abitazioni monofamiliari per tutto il 2022, limitato alle sole prime case ma con un tetto di Isee per i proprietari fino a 25mila euro. Il bonus facciate dovrebbe essere rinnovato per tutto il 2022, ma con una percentuale al 60%. 

Via libera al Dl Recovery

Il Consiglio dei ministri ha dato il via libera al nuovo decreto legge Recovery, con le misure per accelerare e semplificare l’attuazione del Pnrr. Via libera dall’esecutivo anche  al disegno di legge di delega al governo in materia di disabilità.  In totale 6,9 milioni di euro sono stati destinati al turismo con le misure per attribuire le risorse del piano e accelerare la realizzazione dei progetti del Pnrr, appena approvato dal Consiglio dei ministri.

Difesa Spa per il cloud nazionale

Sarà Difesa Servizi spa la società “centrale di committenza, per l’espletamento delle procedure di gara relative all’infrastruttura” del cosiddetto Cloud Nazionale. Per la realizzazione delle attività viene autorizzata una spesa di 5 milioni di euro per il 2021 e di 10 milioni di euro per il 2022.

Un progetto bandiera per ogni regione

Ogni regione e ogni provincia avrà un “progetto bandiera” con “particolare rilevanza strategica” e coerente con le linee del Pnrr e per la sua elaborazione potrà contare su un nuovo nucleo di coordinamento tra le istituzioni locali e lo Stato. Il nuovo organismo istituito, presso il dipartimento per gli Affari regionali e le autonomie della presidenza del consiglio dei ministri sarà operativo fino al 31 dicembre 2026.

Più facile passaggio professionisti nella p.a.

Niente penalizzazioni per i professionisti che accettano contratti a tempo con la pubblica amministrazione per i progetti del recovery: il nuovo decreto per l’attuazione del Pnrr “per incentivare il reclutamento delle migliori professionalità” prevede che i professionisti possano mantenere l’iscrizione agli ordini di appartenenza e che, in ogni caso, non ci siano costi “a carico del professionista per la ricongiunzione” dei periodi contributivi in caso si opti per non rimanere iscritti alla relative casse di previdenza.

Nuove norme per fotovoltaico dismesso

Nuove norme sullo smaltimento dei pannelli fotovoltaici sostituiti, per ammodernamento o ripotenziamento, per evitare una non corretta gestione del rifiuto (in alcuni casi i vecchi pannelli vengono anche spacciati per nuovi e esportati in paesi in via di sviluppo).

Il ddl sulla concorrenza

Pare che il governo stia cercando di chiudere in queste ore il testo per portarlo domani alla riunione che dovrebbe varare anche la Manovra.

Fonti, in ddl concorrenza né spiagge né idroelettrico

La legge sulla concorrenza non si dovrebbe occupare di spiagge: secondo quanto si apprende da fonti di governo la questione delle concessioni balneari non dovrebbe entrare nel testo della legge annuale, che potrebbe arrivare sul tavolo del Consiglio dei ministri di domani, anche se il lavoro è ancora in corso e non si esclude uno slittamento. Nel testo non dovrebbero entrare nemmeno le concessioni idroelettriche – su cui c’era la contrarietà della Lega – né la questione ambulanti. 

Che cosa è Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza è lo strumento per cogliere la grande occasione del Next Generation EU e rendere l’Italia un Paese più equo, verde e inclusivo, con un’economia più competitiva, dinamica e innovativa. Un insieme di azioni e interventi disegnati per superare l’impatto economico e sociale della pandemia e costruire un’Italia nuova, intervenendo sui suoi nodi strutturali e dotandola degli strumenti necessari per affrontare le sfide ambientali, tecnologiche e sociali del nostro tempo e del futuro. Con questi obiettivi, l’Italia adotta una strategia complessiva che mobilita oltre 300 miliardi di euro, il cui fulcro è rappresentato dagli oltre 210 miliardi delle risorse del programma Next Generation Ue, integrate dai fondi stanziati con la programmazione di bilancio 2021-2026. Un ampio e ambizioso pacchetto di investimenti e riforme in grado di liberare il potenziale di crescita della nostra economia, generare una forte ripresa dell’occupazione, migliorare la qualità del lavoro e dei servizi ai cittadini e la coesione territoriale e favorire la transizione ecologica.

Figura 1.1 – Ripartizione risorse del piano per componente finanziaria (311,9 miliardi): 145,2 RRF Nuovi progetti; 13,0 REACT-EU; 65,7 RFF Progetti in essere; 7,9 SIE/PON FEASR; 80,1 Bilancio 2021-2026.

L’azione di rilancio è connessa a tre priorità strategiche cruciali per il nostro Paese e concordate a livello europeo: digitalizzazione e innovazione, transizione ecologica e inclusione sociale. Indicano i principali nodi strutturali su cui intervenire per far ripartire la crescita e migliorare radicalmente la competitività dell’economia, la qualità del lavoro e la vita delle persone, tracciando le sfide che devono guidare la direzione e la qualità dello sviluppo dell’Italia.

Allo stesso tempo, gli interventi del Piano saranno delineati in modo da massimizzare il loro impatto positivo su tre temi sui quali si concentrano le maggiori disuguaglianze di lungo corso: la parità di genere, la questione giovanile e quella meridionale. Il PNRR interviene su questi nodi fondamentali attraverso un approccio integrato e orizzontale, che mira all’empowerment femminile e al contrasto alle discriminazioni di genere, all’accrescimento delle competenze, della capacità e delle prospettive occupazionali dei giovani e allo sviluppo del Mezzogiorno.

Oltre ai 196,5 miliardi previsti per l’Italia dal RRF, utilizzati integralmente, il Piano comprende, sempre nell’ambito del Next Generation Eu, i 13,5 miliardi di React Eu e gli 1,2 miliardi del Just Transition Fund. Inoltre, nell’ambito del Piano viene integrata parte dei fondi nazionali dedicati alla Coesione e Sviluppo, consentendo di incrementare la quota di investimenti pubblici del PNRR e di rafforzare gli interventi per il riequilibro territoriale, con una forte attenzione al Sud, in particolare per infrastrutture e servizi pubblici essenziali, fra i quali scuola e sanità.

Gli assi portanti del Piano sono investimenti e riforme. Crescono ulteriormente, in virtù del loro effetto moltiplicativo sulla produzione e sull’occupazione, le risorse destinate agli investimenti pubblici, ora superiori al 70% del totale, mentre Transizione 4.0 rappresenta un fortissimo stimolo a quelli privati.

Le riforme di contesto che accompagnano le linee di intervento del Piano, in sintonia con le Raccomandazioni al Paese da parte dell’Unione Europea, mirano a rafforzare la competitività, ridurre gli oneri burocratici e rimuovere i vincoli che hanno rallentato la realizzazione degli investimenti o ridotto la loro produttività. Tra queste, la riforma della Giustizia e della P.A., la riforma di alcune componenti del sistema tributario per renderlo più equo, semplice ed efficiente, l’impegno per migliorare il mercato del lavoro in ottica di maggiore equità, azioni volte a promuovere la concorrenza e riforme di settore in grado di garantire la massima efficacia degli interventi e dei progetti del Piano.

La transizione, verde e digitale è al centro di questo progetto ambizioso, che vuole disegnare l’Italia del futuro, portandola sulla frontiera dello sviluppo, a livello europeo e mondiale.

Questo vasto insieme di investimenti e di ambiziosi progetti di riforma si tradurrà in un concreto e sensibile aumento della crescita e dell’occupazione rispetto allo scenario base: al 2026, anno finale del Recovery Plan, l’impatto positivo sul Pil sarà pari a circa 3 punti percentuali.

Questi effetti positivi saranno ulteriormente accentuati dall’effetto leva che caratterizzerà numerosi progetti del Piano, oltre che dalle riforme strutturali. Infatti, il PNRR potrà prevedere, in alcuni ambiti, l’utilizzo di strumenti finanziari in grado di facilitare l’ingresso di capitali privati, di altri fondi pubblici o di una combinazione di entrambi, a supporto degli investimenti.

Dei 210 miliardi di risorse, allocate nelle sei missioni del PNRR, 144,2 miliardi finanziano “Nuovi progetti”, mentre i restanti 65,7 miliardi sono destinati a “progetti in essere” coerenti con il regolamento RFF, che riceveranno una significativa accelerazione di realizzazione e quindi di spesa.

Il mix di progetti di investimenti in essere, nuovi progetti e componente di incentivi, quest’ultima maggiormente orientata su obiettivi di innovazione, digitalizzazione e sostenibilità, consentirà di perseguire diversi obiettivi fondamentali: non solo la compatibilità con il quadro di finanza pubblica ma anche la possibilità di anticipare già dal primo anno di attuazione gli impatti positivi del Piano, in un impianto complessivo che assicura l’omogeneità temporale degli interventi e dei loro effetti, in un equilibrio tra azioni immediate e più a lungo termine.

Il Governo, sulla base delle linee guida europee per l’attuazione del Piano, presenterà al Parlamento un modello di governance che identifichi la responsabilità della realizzazione del Piano, garantisca il coordinamento con i Ministri competenti a livello nazionale e gli altri livelli di governo, monitori i progressi di avanzamento della spesa.

Le sei missioni del PNRR

Il PNRR è costituito da 6 missioni, che a loro volta raggruppano 16 componenti in cui si concentrano 48 linee di intervento, con progetti selezionati privilegiando quelli trasformativi e con maggiore impatto sull’economia e sul lavoro, e riforme a essi coerenti.

Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura

I 46,3 miliardi destinati alla missione Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura (che salgono a 59 miliardi considerando anche i fondi della programmazione di bilancio) rappresentano la seconda voce di spesa, per oltre il 20% delle risorse complessive, e puntano a realizzare gli obiettivi della modernizzazione del Paese, attraverso la rivoluzione digitale nella P.A e nel sistema produttivo, le riforme di sistema (Giustizia e P.A) e gli investimenti in turismo e cultura.

All’interno di questa missione, ben 26,55 miliardi confluiscono nella componente Digitalizzazione, innovazione e competitività del sistema produttivo, con l’obiettivo di favorire la transizione digitale delle imprese, con particolare attenzione alle PMI. A partire dal rafforzamento del programma Transizione 4.0, con misure pluriennali di stimolo agli investimenti in beni strumentali e l’aggiornamento dei macchinari per i quali le imprese possono vantare un beneficio fiscale. Fra gli altri interventi il completamento del progetto banda larga, la realizzazione di reti ultraveloci in fibra ottica, 5G e investimenti per il monitoraggio satellitare Inoltre, si interviene per favorire l’internazionalizzazione della nostra economia e per incentivare l’innovazione in settori come l’editoria e la stampa. Nel loro insieme, i progetti di questa componente svolgono un ruolo essenziale per lo sviluppo del Sud e per l’occupazione giovanile.

Uno sforzo molto importante, per quasi 12 miliardi, è destinato alla componente Digitalizzazione, innovazione e sicurezza della P.A. Queste risorse verranno utilizzate su vari fronti, a partire da un cloud nazionale e dall’interoperabilità delle banche dati della P.A. Inoltre, verrà sviluppato un ‘Programma di innovazione strategica della PA’, basato sull’innovazione organizzativa anche attraverso l’utilizzo del lavoro agile, la valorizzazione e il rafforzamento del capitale umano, la semplificazione delle procedure, la diffusione di piattaforme, servizi digitali e pagamenti elettronici per arrivare a una P.A più competente, semplice, connessa, al servizio dei cittadini e in grado di evolvere verso nuovi modelli organizzativi del lavoro (Smart e co-working). Accanto a questi progetti, ci saranno le importanti iniziative di innovazione organizzativa della Giustizia, che accompagneranno e velocizzeranno il suo processo di riforma.

La terza componente è dedicata al Turismo e Cultura 4.0, due dei settori più colpiti dalla pandemia. Con 8 miliardi di risorse, si mira ad incrementare il livello di attrattività del sistema turistico e culturale del Paese attraverso la modernizzazione delle infrastrutture, materiali e immateriali. Sono previsti progetti, tra gli altri, per interventi sul patrimonio artistico-culturale di Roma in occasione del Giubileo e un piano Turismo e Cultura 4.0 per una maggiore integrazione tra scuola, università, impresa e luoghi della cultura.Rivoluzione verde e transizione ecologica

Rivoluzione verde e transizione ecologica 

La missione con il più ampio stanziamento di risorse è quella legata alla Rivoluzione verde e transizione ecologica, alla quale sarà destinato più del 31% dell’ammontare complessivo del Piano, per 69,8 miliardi di euro, (a cui si aggiungono i fondi della programmazione di bilancio per un totale di oltre 79 miliardi) per intensificare l’impegno dell’Italia in direzione degli obiettivi ambiziosi dell’European Green Deal e creare nuove occasioni di crescita e sviluppo per il nostro Paese.

All’interno di questa missione, un ingente insieme di risorse riguarda la componente dedicata all’Efficienza energetica e riqualificazione degli edifici, fondamentale per l’abbattimento delle emissioni, con quasi 30 miliardi di euro per interventi sugli edifici pubblici (come interventi di risanamento di costruzione di nuovi edifici, con priorità a scuole, ospedali ed edilizia popolare e altri interventi di riqualificazione, efficientamento energetico e digitalizzazione) e di efficientamento dell’edilizia privata, in particolare con l’estensione del superbonus 110%.

In aggiunta, oltre 18 miliardi di euro verranno dedicati alla componente Transizione energetica e mobilità locale sostenibile, per incrementare la quota di energia prodotta da rinnovabili, in linea con gli obiettivi europei, stimolare la filiera industriale, inclusa quella dell’idrogeno, e potenziare e digitalizzare le infrastrutture di rete. Sono previsti investimenti nell’ambito della decarbonizzazione dell’Ex Ilva di Taranto. Si punta a sviluppare la mobilità sostenibile, potenziando le infrastrutture e le ciclovie e rinnovando in modo deciso il parco circolante del TPL. Al Mezzogiorno è dedicata una quota di investimenti in questa componente pari al 50%.

Sempre nell’ambito della stessa missione, 15 miliardi saranno destinati alla Tutela e valorizzazione del territorio e della risorsa idrica, componente che comprende rilevanti interventi sul dissesto idrogeologico, sulla forestazione e tutela dei boschi, sugli invasi e la gestione sostenibile delle risorse idriche.

Inoltre, 7 miliardi saranno destinati alla componente Impresa verde ed economia circolare, che ha come obiettivi, da un lato la promozione della sostenibilità ambientale nella filiera dell’agricoltura e il miglioramento della competitività delle aziende agricole e, dall’altro, la realizzazione di nuovi impianti per la valorizzazione dei rifiuti per il completamento del ciclo e l’ammodernamento di quelli esistenti. Si investirà nel potenziamento della raccolta differenziata e nella conversione del bio-gas.Infrastrutture per una mobilità sostenibile

Infrastrutture per una mobilità sostenibile 

La missione si concretizza in due componenti, per un ammontare complessivo di risorse pari a 32 miliardi di euro (oltre 33 miliardi con i fondi della programmazione di bilancio), oltre il 14 per cento delle risorse del Piano.

La prima componente della missione, per un valore di 28,3 miliardi, è relativa all’Alta velocità ferroviaria e manutenzione stradale 4.0 e prevede la realizzazione di opere in particolare sulla rete ferroviaria per facilitare la mobilità di cittadini e merci e renderla più sostenibile. Accanto a queste opere, interventi per la messa in sicurezza e il monitoraggio digitale di viadotti e ponti nelle aree del territorio che presentano le maggiori criticità.

La seconda componente, dedicata all’Intermodalità e alla logistica integrata prevede un programma nazionale di investimenti per il miglioramento di competitività e sostenibilità ambientale del sistema portuale, in modo da sviluppare i traffici collegati alle grandi linee di comunicazione europee e valorizzare il ruolo dei Porti del Sud Italia, con un impegno di oltre 3,5 miliardi di euro.Istruzione e ricerca

Istruzione e ricerca 

Con un impegno di oltre 28 miliardi di euro, (salgono a 34,04 con i fondi di sviluppo e di programmazione di bilancio) questa missione è focalizzata sulle generazioni future e si concretizza in due componenti per quanto riguarda gli investimenti, che saranno accompagnati da una serie di corrispondenti riforme.

La prima componente, dedicata al Potenziamento delle competenze e diritto allo studio, impegna risorse per oltre 16,7 miliardi, destinati in primo luogo al potenziamento delle competenze e del diritto allo studio, alla lotta contro la povertà educativa e ai divari territoriali nella quantità e qualità dell’istruzione, anche attraverso un forte investimento negli asili nido e nelle scuole d’infanzia. Quindi al potenziamento della didattica, STEM e multilinguismo, agendo sullo sviluppo professionale continuo del personale, con un focus specifico alla formazione delle donne.

La seconda componente (Dalla Ricerca all’Impresa), con oltre 11,5 miliardi di euro punta ad innalzare il potenziale di crescita del sistema economico, agendo sulla leva degli investimenti in ricerca e sviluppo. Sono previste diverse linee di intervento, che riguardano il rafforzamento della filiera R&S nella ricerca e nell’economia e il potenziamento dei meccanismi di trasferimento tecnologico (incoraggiando le partnership).Inclusione e coesione

Inclusione e coesione

La Missione Inclusione e Coesione prevede un impegno di 27,6 miliardi di risorse del Next Generation Eu, ai quali si aggiungono oltre 55 miliardi della programmazione di bilancio 2021-2026, per quasi 85 miliardi complessivi. È delineata attraverso tre componenti, ed ha un ruolo di grande rilievo nel perseguimento degli obiettivi trasversali a tutto il PNRR.

La prima componente è dedicata alle Politiche per il lavoro, per complessivi 12,6 miliardi del Next Generation Eu e 24,6 miliardi della programmazione 2021-2026. Prevede una revisione strutturale delle politiche attive, il rafforzamento dei centri per l’impiego e la loro integrazione con i servizi sociali e la rete degli operatori privati, la modernizzazione del mercato del lavoro, per migliorare l’occupazione soprattutto di giovani, donne e dei gruppi vulnerabili e la promozione di nuove competenze attraverso la riforma del sistema di formazione. La componente sarà caratterizzata da una forte attenzione alla dimensione di genere, generazionale e territoriale, accentuata dalla complementarietà con le misure di decontribuzione per i giovani, per le donne e per il Sud parzialmente finanziate con il ReactEu.

La seconda componente, Infrastrutture sociali, Famiglie, Comunità e Terzo Settore, utilizza oltre 10,8 miliardi di risorse del Next Generation Eu e 30,6 miliardi della programmazione 2021-2026, per supportare situazioni di fragilità sociale ed economica e sostenere le famiglie e la genitorialità. Essa prevede una specifica linea d’intervento per le persone con disabilità o non autosufficienti e l’incremento di infrastrutture e di servizi e reti di assistenza territoriale. Inoltre, sono previsti progetti per intervenire sulle condizioni di vulnerabilità sociale, povertà materiale e disagio abitativo, attraverso il rafforzamento dei servizi sociali, il potenziamento delle iniziative di housing sociale e interventi di rigenerazione urbana. Sono inoltre integrati interventi del Family Act coerenti con le priorità del PNRR, valorizzando il contributo del Terzo Settore.

Alla terza componente, Interventi speciali di coesione territoriale, sono assegnati 4,1 miliardi di risorse del Next Generation Eu. Essa prevede il rafforzamento della Strategia nazionale delle aree interne rilanciata dal Piano Sud 2030, con interventi sulle infrastrutture sociali e misure a supporto dei giovani e della transizione ecologica. Inoltre, sono inseriti ulteriori fondi per la ricostruzione privata e il potenziamento dei servizi pubblici nelle aree colpite dai terremoti e interventi concentrati al Sud per realizzare infrastrutture e laboratori per il trasferimento tecnologico in contesti urbani marginalizzati da rigenerare.Salute

Salute

20,7 miliardi, dei quali 19,7 di risorse del Next Generation Eu, vengono destinati a rafforzare il nostro sistema sanitario, intervenendo su due direttrici: lo sviluppo di una rete territoriale sempre più vicina alle persone e l’ammodernamento delle dotazioni tecnologiche del SSN.

La prima componente, Assistenza di prossimità e telemedicina, con un importo di 7,9 miliardi di risorse, mira a rafforzare e riorientare il Sistema Sanitario verso un modello incentrato sui territori e sulle reti di assistenza socio-sanitaria, a superare la frammentazione tra i diversi sistemi sanitari regionali garantendo omogeneità dei Livelli Essenziali di Assistenza e a potenziare la prevenzione e l’assistenza territoriale in un’ottica di sempre maggiore integrazione tra servizi ospedalieri, sanitari locali e sociali. Inoltre, si pone l’obiettivo di sviluppare un modello di sanità che protegga la salute dei cittadini interagendo con ambiti come la sicurezza dell’ambiente, anche per mitigare l’impatto dei fattori inquinanti.

La seconda componente, Innovazione, ricerca e digitalizzazione dell’assistenza sanitaria, dal valore di 11,82 miliardi complessivi, si pone gli obiettivi della diffusione di strumenti e attività di telemedicina, del rafforzamento degli strumenti informativi e digitali del sistema sanitario, a partire dalla diffusione della cartella clinica elettronica, e destina investimenti rilevanti all’ammodernamento delle apparecchiature e alla realizzazione di ospedali sicuri, sostenibili e all’avanguardia.


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