[gtranslate] SI È SPENTO IL PRESIDENTE DEL PARLAMENTO EUROPEO DAVID SASSOLI, L'SMS IN PIENA NOTTE, LA GRANDE PERDITA - WHAT-U

di Patrizia Vassallo

Il messaggio è arrivato via whatsapp alle 3,15 in piena notte, stanotte al gruppo di giornalisti che viene puntualmente avvisato di qualsiasi cosa dica e faccia il presidente del Parlamento Europeo David Sassoli. Lo scrive il suo fedelissimo e puntualissimo addetto stampa Roberto Cuillo. “Il presidente del Parlamento Europeo David Sassoli si è spento alle ore 1,15 dell’11 gennaio presso il CRO di Aviano in provincia di Pordenone, in Italia dov’era ricoverato. Nelle prossime ore verrà comunicata data e luogo delle esequie”. Nel solito dormiveglia resto di sasso, comunico quasi nello stesso istante le mie condoglianze alla famiglia via Tweet oltre che nella chat, e poi ad un tratto nella mia mente iniziano a scorrere in un lampo tutte le notizie che avevo scritto su di lui, i suoi tweets ripresi puntualmente nei principali fatti di cronaca che Sassoli non mancava mai di commentare esprimendo il suo parere mai banale, mai di sola circostanza. Esattamente come si è prestato nelle vesti di presidente del Parlamento Europeo, con la diligenza di chi non è solo obbligato da contratto a ricoprire quel ruolo, ma con il livello di rigore, l’impegno, la correttezza, la cura, la lealtà del buon padre di famiglia oltre che dell’uomo al servizio delle istituzioni.

Eletto Presidente del Parlamento europeo il 3 luglio 2019, nel suo discorso inaugurale Sassoli aveva delineato i valori politici che hanno contribuito a definire la sua presidenza: la lotta contro le crescenti disuguaglianze, la difesa della democrazia e il rafforzamento dell’UE e del Parlamento europeo. Il suo primo atto pubblico in veste di Presidente del Parlamento europeo fu la visita della stazione della metropolitana di Maalbeek a Bruxelles, per rendere omaggio alle vittime del terrorismo.
La sua prima visita ufficiale al di fuori dell’Unione europea la fece in Macedonia del Nord. Questo ha caratterizzato la linea portante della sua presidenza, in quanto convinto sostenitore della via europea nel futuro dei Balcani occidentali. 

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Nel gennaio 2020, ha presieduto l’ultima emozionante sessione plenaria con i deputati del Regno Unito dopo l’approvazione dell’accordo di ritiro del Paese dall’UE nel contesto della Brexit. Nel marzo 2020, quando la pandemia del COVID-19 si è diffusa in tutta Europa e ha comportato un cambiamento strutturale nel modo di lavorare del Parlamento poiché i deputati hanno dovuto smettere di riunirsi di persona, Sassoli ha insistito affinché il Parlamento non rimanesse chiuso. Ha supervisionato l’introduzione del voto a distanza, permettendo all’istituzione di continuare a lavorare per tutta la durata della pandemia e poter votare su misure chiave che potessero aiutare i cittadini dell’UE durante i difficili primi mesi della crisi. In tutto questo periodo, il Presidente Sassoli è rimasto a Bruxelles per rappresentare l’istituzione che presiedeva piuttosto che tornare dalla sua famiglia in Italia.


Sassoli ha anche svolto un ruolo strumentale nella creazione di un ambizioso piano di ripresa dell’UE. Nei suoi discorsi al Consiglio europeo, ha spinto per l’adozione dei recovery bonds, per garantire che tutti i paesi avessero i mezzi necessari per una ripresa post-pandemica di successo. Ha salutato l’accordo finale come il “D-Day europeo del 21° secolo”.


Durante la sua presidenza, Sassoli ha prestato attenzione ai gruppi più vulnerabili della società europea. Nel mezzo della pandemia, ha messo gli edifici del Parlamento a disposizione delle ONG locali per ospitare donne vulnerabili. Ha anche trasformato la cucina del Parlamento in una mensa per i bisognosi, fornendo più di 1000 pasti al giorno ai senzatetto e agli operatori sanitari. Durante le sue visite ufficiali nei diversi paesi europei, ha sempre insistito per visitare gli enti di beneficenza locali o le associazioni che lavorano con i gruppi vulnerabili. 
Sassoli ha lavorato instancabilmente per rendere il Parlamento europeo più trasparente e più responsabile nei confronti dei cittadini. Come Presidente, si è impegnato affinché la sua porta fosse sempre aperta a tutti.
Ha sempre difeso i diritti di tutti gli eurodeputati, senza distinzione di orientamento politico, in quanto rappresentanti eletti direttamente dai cittadini europei. L’applicazione della decisione della Corte di Giustizia dell’UE del dicembre 2019 ha rappresentato un momento storico e una conquista per il ruolo e l’indipendenza del Parlamento europeo.


Sassoli i qualità di presidente del Parlamento Europeo ha anche avviato una serie di dibattiti pubblici con figure spesso critiche nei confronti del funzionamento dell’UE.  Inoltre ha lanciato una grande consultazione con gli eurodeputati sulla riforma del Parlamento. Questo esercizio è stato necessario per presentare una vasta gamma di idee su come il Parlamento avrebbe dovuto lavorare per essere più vicino a tutti i cittadini che rappresenta.

 
Come ex giornalista, il Presidente Sassoli si è sempre impegnato nel ribadire l’importanza della libertà di parola e della libertà di stampa, affrontando regolarmente il problema del deterioramento della libertà dei media in Europa e nel mondo. Sotto la sua presidenza, il Parlamento ha lanciato il primo premio giornalistico Daphne Caruana Galizia per il giornalismo investigativo.
Sassoli è stato uno strenuo difensore dei diritti umani e della dignità delle persone. Con passione ha ribadito la necessità dell’abolizione della pena di morte in tutto il mondo e ha insistito sulla necessità di una politica di immigrazione e di asilo più umana.

L’ultimo tweet lo ha scritto per la scomparsa di Silvia Tortora, proprio un giorno prima di dire pure lui addio a questo mondo che d’ora in poi dovrà contare una persona di valore in meno sulla Terra.

La Camera Ardente per il presidente sarà allestita giovedì 13 gennaio nella Sala della Promoteca del Campidoglio a Roma dalle ore 10.00 alle ore 18.00. E il servizio funebre si terrà venerdì 14 alle ore 12.00 nella chiesa di Santa Maria degli Angeli, in Piazza della Repubblica.


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