
La Cina sta facendo incetta di armi nucleari, una scorta che include centinaia di nuovi missili strategici e il presidente cinese Xi Jinping sta preparando le forze armate per riconquistare Taiwan, ha detto martedì al Congresso il funzionario più anziano dell’intelligence della nazione.
Avril Haines , direttore dell’intelligence nazionale, e altri quattro leader dell’agenzia di intelligence hanno divulgato nuove informazioni sulle minacce provenienti dalla Cina e sui pericoli rappresentati da Russia , Corea del Nord e Iran durante il briefing annuale sulle minacce alla sicurezza degli Stati Uniti in tutto il mondo. Il potenziamento militare della Cina include “la più grande espansione delle forze nucleari mai realizzata e la diversificazione dell’arsenale nella sua storia”, ha detto la signora Haines in un’audizione del Comitato Permanente Selezionato per l’Intelligence della Camera.

L’invasione della Russia e le successive sanzioni occidentali stanno anche avvicinando Mosca a un’alleanza con la Cina , hanno affermato i leader dell’intelligence statunitense. Con un altro effetto domino. Quello di avere risvegliato i fervori sul nucleare di Kim Jong-un che recentemente ha visitato il Sohae Satellite Launching Ground, sito di test e lanci satellitari e missilistici sulla costa occidentale della Corea del Nord, chiedendone l’ampliamento e la modernizzazione.
Il 27 febbraio e il 4 marzo i nordcoreani hanno lanciato due missili che secondo Pyongyang fanno parte di un progetto per mettere in orbita un satellite da ricognizione (spia). Ma nell’analisi del Pentagono i due vettori in realtà contenevano i componenti chiave di «un nuovo ordigno intercontinentale che era stato fatto sfilare a terra in una parata del 2020» (allora era stato chiamato Hwasong-17). Si tratterebbe di un Icbm (Intercontinental Ballistic Missile) del quale deve ancora essere valutato il raggio d’azione. L’intelligence americana pensa che Kim abbia ordinato di fare le prove generali in vista di un lancio del nuovo missile, che metterebbe definitivamente fine alla moratoria sui lanci capaci di colpire il territorio degli Stati Uniti a cui il leader nordcoreano si era impegnato nel 2018, durante il grande disgelo con Donald Trump.
Nel 2017 Jong-un aveva lanciato tre missili Icbm, spingendo Trump prima a dichiarargli guerra incondizionata e poi a mostragli, come si suol dire, il fianco usando la carta della lusinga proponendogli via social un incontro durante il G20 di Osaka. Il leader nordcoreano accettò e i due leader si strinsero la mano a Panmunjon i e poi Trump, primo presidente americano a farlo, entrò nel territorio nordcoreano. La stretta di mano e lo storico passo avvennero nella cosiddetta Joint Security Zone (JSA), l’unico luogo in cui i soldati delle due Coree si trovano a pochi metri di distanza e dove l’anno scorso hanno avuto luogo i due vertici tra Kim e il presidente sud-coreano Moon Jae-in. Poi in territorio sud-coreano Trump e Kim hanno ebbero un colloquio informale di 50 minuti, al termine del quale annunciarono la decisione di riprendere i colloqui sul programma nucleare nordcoreano e sulla sicurezza nella penisola. Sebbene Trump avesse anche invitato Jong-un alla Casa Bianca, i due leader successivamente non si incontrarono più.
Tornando ai giorni d’oggi lo studio dei dati dei due test del 27 febbraio e del 4 marzo, con lo Hwasong-17 hanno rivelato che questo missile potrebbe avere un raggio d’azione di 13 mila chilometri, sufficiente a minacciare tutte le città degli Stati Uniti.
Nel 2022 i nordcoreani hanno già effettuato 9 test missilistici: 7 a gennaio, poi si sono fermati per rispettare la tregua olimpica durante i Giochi di Pechino.
Preoccupazioni le ha espresse anche la Corea del Sud impegnata i giorni scorsi nella campagna per le elezioni presidenziali. Il 9 marzo è stato eletto il conservatore Yoon Suk-yeo, candidato dell’opposizione che si insedierà a maggio succedendo al progressista Moon jae-in, che aveva guidato lo sforzo di distensione con il Nord. Yoon in campagna elettorale ha promesso un approccio più duro di Seul “contro il nemico nordcoreano” e si è impegnato a riprendere il dispiegamento in territorio sudcoreano del sistema di difesa missilistica americano Thaad (Terminal High Altitude Area Defense), congelato a causa delle sanzioni striscianti imposte dalla Cina, convinta che il dispositivo destabilizzi il proprio sistema difensivo.