[gtranslate] QUASI 1 MILIONE DI ITALIANI POSITIVI AL COVID-19 - WHAT-U

Sono 86.334 i nuovi contagi da Covid registrati nelle ultime 24 ore, secondo i dati del ministero della Salute in Italia. Ieri erano stati 83.274. Le vittime sono invece 72, in aumento rispetto alle 59 di ieri. Sono stati eseguiti in tutto, tra antigenici e molecolari, 316.040 tamponi con il tasso di positività che si attesta al 27,3%, sostanzialmente stabile rispetto al 28,1% di ieri. Sono invece 264 i pazienti ricoverati in terapia intensiva, 3 in più rispetto a ieri. Gli ingressi giornalieri sono 37. I ricoverati nei reparti ordinari sono 6.830, ovvero 238 in più rispetto a ieri.

Gli italiani positivi al Coronavirus si avviano nuovamente a toccare quota 1 milione

Sono 929.006, in continua crescita negli ultimi giorni. Lo evidenzia il monitoraggio settimanale Iss-ministero della Salute sull’andamento dell’epidemia di Covid-19. In totale sono 18.610.011 gli italiani contagiati dall’inizio della pandemia, mentre i morti salgono a 168.425. I dimessi e i guariti sono 17.512.580, con un incremento di 42.611.

Ancora in aumento indice di trasmissibilità e incidenza dei casi Covid si registra nel periodo 7-20 giugno, l’Rt medio calcolato sui casi sintomatici è stato pari a 1,30 (range 1,06-1,56), in aumento rispetto all’1,07 della settimana precedente ed oltre la soglia epidemica. Balzo dell’incidenza settimanale a livello nazionale: 763 ogni 100.000 abitanti per il periodo 24-30 giugno contro il precedente dato di 504 ogni 100mila (17-23 giugno). 

Mascherine Ffp2 raccomandate in particolari contesti e per i fragili

L’ultima impennata di contagi ha fatto scattare l’allerta sui posti di lavoro dove in base al “Protocollo aggiornamento” delle misure anti-Covid negli ambienti di lavoro reso noto dal ministero del Lavoro dopo il confronto con ministero della Salute, Mise, Inail e parti sociali, l’uso della mascherina torna ad essere una necessità. “L’uso dei dispositivi di protezione delle vie respiratorie di tipo facciali filtranti Ffp2 è un presidio importante per la tutela della salute dei lavoratori ai fini della prevenzione del contagio” in ambienti chiusi e “condivisi da più lavoratori o aperti al pubblico o dove comunque non sia possibile il distanziamento interpersonale di 1 metro” si legge sul protocollo.

Con 3 dosi più protetti dal Long Covid

Con 3 dosi di vaccino a mRNA si è più protetti dal Long Covid, indipendentemente dalla variante da cui veniamo colpiti. La seconda e soprattutto la terza dose riducono infatti al 16% la prevalenza del lungo perdurare di sintomi, rispetto al 42% che si verifica in media nella popolazione non vaccinata. A dirlo i risultati di uno studio pubblicato sulla celebre rivista Journal of the American Medical Association (Jama), che ha coinvolto 2.560 operatori sanitari di 8 ospedali Humanitas in Lombardia e Piemonte, prima e dopo l’arrivo dei vaccini anti-Covid. Il Long Covid è definito come il perdurare di almeno un sintomo per oltre 4 settimane l’infezione da SARS-CoV 2. Obiettivo dello studio era identificare la protezione del vaccino verso questa condizione in soggetti positivi al virus. In questo senso, la popolazione ospedaliera è risultata ‘ideale’ perché plurivaccinata, sottoposta a test di ricerca per Sars-CoV-2 ogni due settimane e a test sierologici, il che ha reso possibile anche l’identificazione di asintomatici.

Da marzo 2020 ad aprile 2022, la ricerca ha quindi fotografato lo stato del loro sistema immunitario durante il susseguirsi di diverse varianti, inclusa Omicron, e gli effetti della campagna vaccinale. “La ricerca ha seguito la pandemia e, dai risultati, abbiamo potuto vedere che la prevalenza del Long Covid passava dal 41,8% quando i vaccini non erano ancora disponibili, al 16% di chi è stato vaccinato con 3 dosi, indipendentemente dalla variante”, spiega l’autrice principale Maria Rescigno, capo del Laboratorio di immunologia delle mucose e microbiota di Humanitas.

“Abbiamo indagato oltre 40 sintomi con un questionario di oltre 200 domande sottoposte a 2.560 persone”, spiega Elena Azzolini, vice direttore sanitario di Humanitas . “Quelli più riscontrati sono stati fatigue, (ossia estrema stanchezza), debolezza e mal di testa. Lo studio inoltre ha rilevato che, all’aumentare del numero di comorbidità, ma soprattutto di allergie, il rischio di sviluppare Long Covid è più significativo, a prescindere dalle vaccinazioni”.


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