[gtranslate] ARRESTATO MATTEO MESSINA DENARO, IL BOSS MAFIOSO LATITANTE DA 30 ANNI - WHAT-U

A 30 anni esatti dall’arresto di Totò Riina, che fu catturato il 15 gennaio del 1993, sempre a Palermo, dopo 30 anni di latitanza è stato arrestato Matteo Messina Denaro“, il boss mafioso più ricercato d’Italia”. Il boss mafioso è stato arrestato all’interno della clinica privata La Maddalena di Palermo dove si era recato “per sottoporsi a una visita di controllo” per un precedente intervento a cui si era sottoposto nel 2021 per l’asportazione di un tumore al colon. L’uomo si era creato una falsa identità e si faceva passare per tale Andrea Bonafede, nato il 23 ottobre 1963 . Grande la soddisfazione del comandante del Ros dei carabinieri Pasquale Angelosanto dopo l’arresto a sorpresa, al termine di un’inchiesta coordinata dal procuratore di Palermo, Maurizio de Lucia e dal procuratore aggiunto Paolo Guido.

video
play-sharp-fill

I magistrati, che da tempo seguivano la pista, hanno dato il via libera per il blitz stamattina. I carabinieri del Gis che erano già alla clinica Maddalena dove, da un anno, il boss si sottoponeva alla chemioterapia presentandosi ovviamente con un documento falso, hanno circondato la struttura col volto coperto davanti a decine di pazienti. Poi un carabiniere si è avvicinato al padrino e gli ha chiesto come si chiamasse. E lui a quel punto comprendendo che non poteva più mentire ha risposto: “Mi chiamo Matteo Messina Denaro”.

Una recente foto segnaletica del boss della mafia arrestato

Tracce del boss superlatitante risalenti al gennaio del 1994,  lo collocavano in Spagna, a Barcellona, dove si sarebbe sottoposto, presso una nota clinica oftalmica, ad un intervento chirurgico alla retina. Ma non solo: avrebbe accusato – sempre secondo risultanze investigative di alcuni anni fa –  anche un’insufficienza renale cronica, per la quale avrebbe dovuto ricorrere a dialisi. Una importante conferma sulle patologie accusate dal superlatitante è arrivata lo scorso novembre dal pentito Salvatore Baiardo, che all’inizio degli anni ’90 gestì la latitanza dei fratelli Graviano a Milano. In un’intervista televisiva, su La7 a Massimo Giletti il pentito rivelò che Messina Denaro era gravemente malato e che  proprio per questo meditava di costituirsi.

“Questo è il risultato di anni di indagini di questo ufficio e delle forze di polizia che hanno prosciugato la rete dei favoreggiatori del boss Messina Denaro”, ha dichiarato il procuratore aggiunto Paolo Guido che, assieme al procuratore Maurizio de Lucia, ha coordinato l’indagine per la cattura del capomafia di Castelvetrano. “Questo”, ha aggiunto Guido, “è anche il frutto di un difficile e complesso lavoro di coordinamento tra le forze di polizia che in questo momento devono essere tutte ringraziate”.

“Come sempre in questi casi è un lavoro di squadra portato a termine dal Ros dei carabinieri in maniera eccezionale, ma che viene da lontano perché è un lavoro sostanzialmente congiunto nella ricerca del latitante tanto da parte della Polizia di Stato, che ha chiuso alcuni spazi, quanto dei carabinieri che poi hanno portato a termine l’operazione di stamattina”, ha commentato il procuratore di Palermo, Maurizio De Lucia, che ha coordinato con il procuratore aggiunto Paolo Guido su Rai Radio1 all’interno dello Speciale Che giorno è. “Per noi è una cosa di estrema importanza”, ha aggiunto. Per la Repubblica che ha dei doveri da adempiere nei confronti dei suoi martiri la cattura di Matteo Messina Denaro ha un’importanza storica perché era l’unico stragista rimasto in libertà, un debito che abbiamo cercato di onorare e ci siamo riusciti”.

La presidente del Consiglio Giorgia Meloni, oggi ha annullato tutti i suoi impegni per recarsi a Palermo. Incontrerà il procuratore distrettuale di Palermo, Maurizio de Lucia, i magistrati che hanno coordinato le indagini e i carabinieri del Ros che hanno eseguito l’arresto del boss della mafia. E nel frattempo ha rilasciato una dichiarazione: “Una grande vittoria dello Stato che dimostra di non arrendersi di fronte alla mafia. All’indomani dell’anniversario dell’arresto di Totò Riina, un altro capo della criminalità organizzata viene assicurato alla giustizia. I miei più vivi ringraziamenti, assieme a quelli di tutto il governo, vanno alle forze di polizia, e in particolare al Ros dei Carabinieri, alla Procura nazionale antimafia e alla Procura di Palermo per la cattura dell’esponente più significativo della criminalità mafiosa. Il governo assicura che la lotta alla criminalità mafiosa proseguirà senza tregua, come dimostra il fatto che il primo provvedimento di questo esecutivo – la difesa del carcere ostativo – ha riguardato proprio questa materia”.

Messina Denaro dopo l’arresto è stato portato alla caserma San Lorenzo e poi all’aeroporto di Boccadifalco per essere portato in una struttura carceraria di massima sicurezza tenuta segreta. Come accadde al boss Totò Riina, arrestato il 15 gennaio di 30 anni fa.

I particolari sull’arresto del boss Matteo Messina Denaro verranno forniti in una conferenza stampa della Procura di Palermo e del Ros dell’Arma nella caserma della Legione dei carabinieri di Palermo nel tardo pomeriggio di oggi.

Che ci fosse qualcosa di anomalo oggi in clinica i pazienti in fila per entrare lo avevano capito vedendo decine di carabinieri del Ros a volto coperto che presidiavano la struttura. Nessuno, per ore, è potuto entrare. Solo in mattinata si è scoperto che era in corso un blitz per la cattura del boss mafioso. Cappellino, cappotto di montone da uomo e occhiali da vista scuri, il boss, molto dimagrito, tenuto sotto braccio dai carabinieri, ha attraversato a piedi in manette per alcune centinaia di metri, il viale della clinica dopo l’arresto arrivando in strada, prima di essere portato via su un mezzo dei carabinieri del Ros.

“Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha telefonato questa mattina al Ministro dell’Interno e al Comandante dell’Arma dei Carabinieri per esprimere le sue congratulazioni per l’arresto di Matteo Messina Denaro, realizzato in stretto raccordo con la Magistratura”.  “Desidero rivolgere il mio sincero ringraziamento a tutti coloro che hanno contribuito all’arresto di Matteo Messina Denaro, la cui cattura è una notizia bellissima per la nostra nazione. All’indomani dell’anniversario dell’arresto del Capo dei capi Toto’ Riina, magistratura e Forze dell’ordine hanno inferto oggi un altro colpo durissimo alla criminalità organizzata. Bene così, la lotta alla mafia non conosca tregua”, ha commentato a caldo il presidente del Senato, Ignazio La Russa. “Grandissima soddisfazione per un risultato storico nella lotta alla mafia”, ha aggiunto il ministro dell’interno Matteo Piantedosi appena appresa la notizia. “Complimenti alla Procura della Repubblica di Palermo e all’Arma dei Carabinieri che hanno assicurato alla giustizia un pericolosissimo latitante. Una giornata straordinaria per lo Stato e per tutti coloro che da sempre combattono contro le mafie”. “Matteo Messina Denaro finisce qui la sua storia criminale, adesso la Sicilia è più libera. Congratulazioni ai carabinieri del Ros, alla Procura di Palermo che ha diretto l’operazione ed agli apparati dello Stato che hanno permesso questo straordinario successo. Adesso si colpisca la rete dei fiancheggiatori che lo ha protetto nella sua lunghissima latitanza”, ha detto Antonello Cracolici presidente della commissione regionale Antimafia dopo l’arresto del boss. “Il mondo è un po’ più sicuro oggi”. Lo ha scritto in un tweet la presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, condividendo il tweet del ministro degli Esteri, Antonio Tajani, sull’arresto del boss della mafia, Matteo Messina Denaro.

“Complimenti alle forze dell’ordine e alla magistratura e a tutti coloro che hanno reso possibile la cattura di Matteo Messina Denaro. La mafia alla fine perde sempre. Un messaggio fondamentale di questo storico 16 gennaio”, ha commentato Enrico Letta. “Dopo trent’anni di latitanza è finito in manette il superboss Matteo Messina Denaro. È con profonda emozione che ringrazio le donne e gli uomini dello Stato che non hanno mai mollato, confermando la regola che prima o poi anche i più grandi criminali in fuga vengono braccati e assicurati alla giustizia. È una bella giornata per l’Italia e che serve da ammonimento per i mafiosi: le istituzioni e inostri eroi in divisa non mollano mai”, ha detto il Vicepremier e Ministro Matteo Salvini commentando l’arresto del superlatitante. “Arrestato Matteo Messina Denaro! Complimenti alle forze dell’ordine, alla magistratura, alle migliaia di persone che ogni giorno, in silenzio, lavorano per difendere la giustizia. Grazie ai ROS ed ai magistrati per il loro lavoro!”. Così su Twitter il ministro della Difesa Guido Crosetto ha esternato la sua soddisfazione. “Bene così, la lotta alla mafia non conosca tregua”. Queste le prime parole di commento del presidente del Senato, Ignazio La Russa. “Desidero esprimere i sentimenti della più viva soddisfazione per la cattura di Matteo Messina Denaro e rivolgere a tutte le istituzioni e all’Arma dei Carabinieri la più sentita riconoscenza per questo risultato straordinario”, ha detto il presidente della Camera Lorenzo Fontana. “Oggi hanno vinto lo Stato e gli italiani che credono nei valori della legalità e della giustizia. Un pensiero commosso va a tutte le vittime della mafia, alle loro famiglie e a tutti i magistrati che hanno sacrificato la propria vita nella lotta alla criminalità organizzata come i giudici Falcone, Borsellino e il Beato Rosario Livatino”.

“Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha telefonato questa mattina al Ministro dell’Interno e al Comandante dell’Arma dei Carabinieri per esprimere le sue congratulazioni per l’arresto di Matteo Messina Denaro, realizzato in stretto raccordo con la Magistratura”. 

“Siamo felici dell’arresto ma quello che ha fatto non si può perdonare. Ha fatto qualcosa di disumano”, ha detto a LaPresse Nicola Di Matteo, fratello di Giuseppe, il bambino di 12 anni sciolto nell’acido nel 1993 perché figlio del pentito Santino, in merito all’arresto di Matteo Messina Denaro. “Ho appreso che sta male. Non gli auguro la morte, ma gli auguro una lunga sofferenza, la stessa che ha fatto passare a mio fratello”, aggiunge riferendosi alla salute del boss, arrestato mentre si sottoponeva alle cure per un cancro. “Speravamo in questa conclusione, c’è voluto del tempo ma lo Stato ha dimostrato di essere presente. Mia madre? È contenta della notizia, ma il dolore che ha dentro se lo porterà nel cuore tutta la vita. È gioia mista a dolore”.

“Da Palermo a Fiume oggi è un giorno buono per tutti! La mafia non passa”, queste le parole del tweet pubblicato da Sergio De Caprio, il capitano Ultimo – protagonista con i suoi Carabinieri della Crimor dell’arresto di Totò Riina nel 1993 – sulla cattura di Matteo Messina Denaro.

“L’arresto di Matteo Messina Denaro è di “straordinaria importanza: non arriva per caso ma è il frutto di un lavoro investigativo che si è protratto negli anni, di un impegno che non nasce di recente e che ha riguardato non solo la Procura di Palermo ma altre Procure siciliane; non solo i Ros dei Carabinieri ma anche di altre forze di Polizia” questo il commento dell’ex presidente della Commissione antimafia della Regione Sicilia Claudio Fava, ad Askanews, riguardo l’arresto di Denaro, che “non ci sorprende” perché “preparato con determinazione da molto tempo”. “La cattura di Messina Denaro è un risultato di straordinaria importanza non solo per riaffermare la forza dello Stato e del diritto ma anche per gli importanti scenari investigativi che offre”, ha detto il segretario dell’Associazione nazionale funzionari di polizia, Enzo Marco Letizia. “Sappiamo per esperienza che la mafia ha sempre saputo sostituire in modo rapido ed efficiente i propri capi, proprio per questo sarà indispensabile capire quale situazione ha lasciato il boss catturato con una brillante operazione dai colleghi dell’Arma dei Carabinieri, cui vanno i nostri complimenti per quello che hanno fatto oggi ed ogni giorno a fianco di magistrati e poliziotti impegnati per la sicurezza del nostro Paese”.


Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

error: Content is protected !!

Decreto legge n. 63/2012 convertito con la legge 103/2012. Art. 3-bis (Semplificazioni per periodici web di piccole dimensioni): 1. Le testate periodiche realizzate unicamente su supporto informatico e diffuse unicamente per via telematica ovvero on line, i cui editori non abbiano fatto domanda di provvidenze, contributi o agevolazioni pubbliche e che conseguano ricavi annui da attività editoriale non superiori a 100.000 euro, non sono soggette agli obblighi stabiliti dall'articolo 5 della legge 8 febbraio 1948, n. 47, dall'articolo 1 della legge 5 agosto 1981, n. 416, e successive modificazioni, e dall'articolo 16 della legge 7 marzo 2001, n. 62, e ad esse non si applicano le disposizioni di cui alla delibera dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni n. 666/08/CONS del 26 novembre 2008, e successive modificazioni. 2. Ai fini del comma 1 per ricavi annui da attività editoriale si intendono i ricavi derivanti da abbonamenti e vendita in qualsiasi forma, ivi compresa l'offerta di singoli contenuti a pagamento, da pubblicità e sponsorizzazioni, da contratti e convenzioni con soggetti pubblici e privati.Provider-distributore: Aruba.it SpA (www.aruba.it) - piazza Garibaldi 8 / 52010 Soci (AR)

Realizzazione: What-u Need to know what-u@what-u.com

DISCLAMER - PRIVACY