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Italia, sindacati del settore audiovisivo e associazioni di categoria uniti ecco i prossimi passi per l’innovazione del settore cinematografico


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Photo by Kyle Loftus on Pexels.com

Non solo a Hollywood, ma anche in Italia in occasione dell’81esima edizione della Mostra del Cinema di Venezia, lo scorso 5 settembre, tutti i maggiori rappresentanti sindacali del settore audiovisivo come SLC CGIL, FISTEL CISL e UILCOM UIL si sono incontrati con le associazioni di categoria dei produttori ANICA, APA, APE, CNA e Confartigianato, e con il MiC in collegamento da remoto, all’Italian Pavillon di Cinecittà.

Il confronto si è svolto in un clima di grande collaborazione tra le parti. I numerosi interventi hanno riguardato anche le misure del governo a sostegno delle imprese e dell’incentivazione dell’innovazione e della competitività sui mercati internazionali e hanno evidenziato che anche i più recenti sviluppi tecnologici, opportunamente gestiti e normati, potranno contribuire significativamente allo sviluppo del settore. Le associazioni di categoria dei produttori hanno evidenziato l’esigenza di poter disporre di risorse certe e di tempistiche più stringenti per quanto riguarda l’accesso a tali risorse. I produttori hanno sottolineato l’impatto degli oneri finanziari, elemento di cui occorre tenere conto sia in termini di accesso al credito sia in quelli di eleggibilità nell’ambito dei costi di produzione. A questo tema si è aggiunto quello del livello dei costi di produzione. In un quadro in cui l’incremento della committenza degli ultimi anni, come numero di soggetti e conseguentemente come importi degli investimenti, sta venendo meno, occorre necessariamente tenere i costi ancor più sotto controllo. In tal senso, anche la formazione professionale può determinare una maggiore ottimizzazione dei costi e della qualità della produzione, e in questo ASForCinema, Fondartigianato e la bilateralità di settore possono essere un punto di riferimento molto importante. Anche i rappresentanti sindacali hanno sottolineato ed apprezzato lo straordinario incremento dell’attività produttiva e delle ripercussioni occupazionali del comparto, che mostrano quasi un raddoppio di tutti gli indicatori negli ultimi anni post-covid, pur dichiarandosi allarmati per la contrazione dell’ultimo periodo. In proposito, hanno sottolineato che una flessione dell’attività produttiva, oltre a creare problemi occupazionali, rischierebbe di disperdere il patrimonio di esperienza professionale e di avanzamento tecnologico raggiunti. Sotto i riflettori si è messo anche il tema del welfare di settore, necessario per tutelare gli addetti nelle fasi di crisi congiunturale, ma anche per i periodi di non lavoro legati alla discontinuità lavorativa che caratterizza il mondo dello spettacolo e per garantire, per l’anno in corso, la copertura contributiva mettendo in primo piano anche l’esigenza di una normazione dell’intera filiera che si potrà raggiungere chiudendo tutti i contratti nazionali e costruendo il contratto nazionale di filiera.



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