Il leader nordcoreano Kim Jong Un ha tenuto colloqui con il capo della sicurezza russa Sergei Shoigu durante la sua visita nel paese. Lo riferiscono i media statali di Pyongyang. Il viaggio di Shoigu avviene mentre Mosca cerca munizioni per continuare la sua offensiva in Ucraina, che dura da oltre 30 mesi, e mentre l’Occidente accusa Pyongyang di inviare armi a Mosca. Il presidente Vladimir Putin si è recato in Corea del Nord a giugno e ha firmato un patto di difesa reciproca con lo stato eremita. “C’è stato un ampio scambio di opinioni sul dialogo strategico tra i due paesi e sul rafforzamento della cooperazione per difendere i reciproci interessi di sicurezza e sulla situazione regionale e internazionale”, hanno affermato i media statali nordcoreani, confermando l’incontro. Kim “ha affermato che il governo della RPDC avrebbe ulteriormente ampliato la cooperazione e la collaborazione” con la Russia sulla base del trattato firmato a giugno, ha aggiunto, utilizzando il nome ufficiale del paese. Il consiglio di sicurezza russo ha anche affermato sul suo sito web che l’incontro di Shoigu con Kim “darà un contributo importante all’attuazione” del patto di difesa”. Shoigu è a capo del Consiglio di sicurezza russo dopo essersi dimesso da ministro della difesa a maggio. Gli esperti ritengono da tempo che i missili nordcoreani siano schierati in Ucraina. Un nuovo rapporto di Conflict Armament Research di questa settimana ha utilizzato l’analisi dei detriti per dimostrare “che i missili prodotti quest’anno in Corea del Nord sono utilizzati in Ucraina”. Mosca ha legami storici con Pyongyang da quando l’Unione Sovietica ha contribuito a fondare la Corea del Nord, ma ha rinsaldato le relazioni da quando ha lanciato la sua offensiva in Ucraina del 2022 che ha provocato la rottura dei legami con l’Occidente Durante la notte le forze di difesa aerea dell’Ucraina hanno detto di aver abbattuto 72 dei 76 droni kamikaze di fabbricazione iraniana Shahed lanciati dai russi. Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, poco prima in un messaggio su Telegram, ha insistito che il suo Paese ha bisogno di rafforzare le proprie difese aeree. “Abbiamo bisogno di maggiori opportunità per rafforzare lo scudo aereo, la difesa antiaerea e a lungo raggio per continuare a proteggere la vita e la nostra gente. Stiamo lavorando su questo con tutti i nostri partner”, ha aggiunto il leader ucraino, che ha ringraziato “i gruppi di fuoco mobili e della difesa aerea, che nelle regioni di Kiev, Cherkasy, Zhytomyr, Vinnytsia, Odessa, Sumy, Dnipropetrovsk, Poltava, Kherson, Kharkiv e Donetsk hanno protetto gli ucraini per tutta la notte”. Allarmi aerei – scrive Rbc Ukraine – hanno interessato durante la notte a più riprese la capitale Kiev, bersagliata con droni di fabbricazione iraniana Shahed e dove si sono udite diverse esplosioni. Detriti sono caduti sul tetto di un edificio nel quartiere di Obolon. Esplosioni anche a Odessa.
Biden promette sostegno incrollabile all’Ucraina contro la Russia, fino alla sconfitta di Vladimir Putin nella guerra
Biden ha dichiarato che continuerà a sostenere l’Ucraina, ma gli Stati Uniti per ora non modificano la propria linea: i missili Atacms a lungo raggio, forniti a Kiev non potranno essere usati, almeno per ora, per colpire obiettivi in territorio russo. A Washington va in scena l’incontro tra il presidente americano Joe Biden e il premier britannico Keir Starmer, i principali sostenitori del paese guidato da Volodymyr Zelensky. “Putin non prevarrà”, ha detto Biden all’inizio dei colloqui con il premier britannico. Usa e Regno Unito hanno appena inviato un nuovo pacchetto di aiuti. Londra, in particolare, si è ulteriormente impegnata a fornire missili Storm Shadow, che hanno una gittata di almeno 250 km e possono colpire basi e depositi russi ben oltre il confine. I media britannici, nei giorni scorsi, hanno fatto riferimento all’orientamento del governo guidato da Starmer: i vincoli posti all’impiego degli Storm Shadow sembrano destinati a cadere. Anche gli Stati Uniti, attraverso le parole del segretario di Stato Antony Blinken, in settimana hanno manifestato la volontà e la disponibilità ad adeguare le proprie posizioni all’evoluzione della guerra.
Evidentemente, però, la Casa Bianca non ritiene ancora opportuno far scattare un semaforo verde in toto. Gli Stati Uniti in sostanza non hanno cambiato la loro posizione sulle restrizioni per le forze armate ucraine all’uso di armi americane in territorio russo e “oggi non ci sarà nessun nuovo annuncio”, ha detto il portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale della Casa Bianca, John Kirby, prima dell’incontro tra Biden e Starmer. “Non c’è alcun cambiamento nel nostro approccio su questo argomento”, ha detto in un briefing con i giornalisti.
Putin, davanti all’ipotesi di un ok all’uso ‘libero’ degli Atacms, ha inviato nelle ultime ore minacce esplicite: “La Nato diventerà parte della guerra”, ha detto in sintesi il presidente russo. “Questo genere di retorica è certamente e incredibilmente pericolosa, ma non è nuova, non è nuova per la Russia”, ha detto la portavoce della Casa Bianca, Karin Jean-Pierre. “È la loro aggressione, è quello che ha fatto Putin”, ha aggiunto in un riferimento all’invasione dell’Ucraina.
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