Menu Chiudi

Banca nazionale del Dna, Nordio stanzia 1,1 milioni di euro per potenziarla


Al fine di potenziare le attività istituzionali del Laboratorio centrale per la Banca Nazionale del DNA, quale efficace e poderoso strumento in ambito penale per la risoluzione di crimini, il Ministro italiano della giustizia, Carlo Nordio, oggi ha firmato un decreto che assegna per il corrente anno al Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria una quota del Fondo unico giustizia per l’importo di 1,1 milioni di euro, mentre è allo studio un intervento normativo finalizzato a stanziare le risorse necessarie per assicurare stabilmente gli interventi di potenziamento del suddetto laboratorio.

La Banca dati nazionale, dall’istituzione nel 2017, presso la direzione centrale della Polizia Criminale del dipartimento della Pubblica Sicurezza ad oggi, ha analizzato il Dna di 200.000 soggetti e inserito 20.000 profili. Circa 20.000 sono gli ulteriori profili provenienti da scene del crimine, analizzati ed inseriti in banca dati. Si tratta di uno strumento a disposizione delle Forze di polizia per abbattere tempi investigativi, sviluppare attività di indagine ed identificare gli autori di reati anche seriali. I profili del Dna raccolti riguardano soggetti interessati da un procedimento penale e da un provvedimento restrittivo della libertà personale disposto dall’autorità giudiziaria. E’ possibile, inoltre, procedere al confronto con i profili del Dna non identificati, acquisiti dai reperti biologici trovati sulla scena del crimine dalla polizia giudiziaria. Il suo utilizzo ha consentito di effettuare già oltre 1000 correlazioni tra soggetti sottoposti a provvedimenti dell’autorità giudiziaria e scene del crimine (43% furti, 23 % rapine, 10% omicidio doloso, 5% violenza sessuale, 3% tentato omicidio). Operativa sul piano internazionale, la Banca del Dna permette all’autorità giudiziaria e alla polizia giudiziaria di interrogare e ricevere interrogazioni di profili del Dna dalle omologhe banche di altri Paesi, così come previsto anche dal Trattato di Prüm che riguarda il rafforzamento delle misure di coordinamento in materia di indagini e prevenzione di reati. 

Nel solo 2019, sono stati scambiati 487 i profili del Dna e 7 “match” a livello internazionale tra scene del crimine e soggetti noti in Svizzera e Francia 

Al fine di potenziare le attività istituzionali del Laboratorio centrale per la Banca Nazionale del DNA, quale efficace e poderoso strumento in ambito penale per la risoluzione di crimini, il Ministro della giustizia, Carlo Nordio, ha firmato un decreto che assegna per il corrente anno al Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria una quota del Fondo unico giustizia per l’importo di 1,1 milioni di euro, mentre è allo studio un intervento normativo finalizzato a stanziare le risorse necessarie per assicurare stabilmente gli interventi di potenziamento del suddetto laboratorio

La Banca dati viene impiegata anche nella ricerca delle persone scomparse e nel riconoscimento di cadaveri non identificati. Il miglioramento delle tecniche analitiche permette, infatti, la possibilità di ottenere profili genetici anche da microtracce e non solo da fluidi biologici come avveniva in passato. Questo consente di riaprire casi rimasti insoluti da tempo con la possibilità di lavorare su reperti non ritenuti, all’epoca, idonei all’estrazione del Dna. Ben 156 sono i cold case risolti dal 2017 ad oggi, il più antico dei quali risale a ventuno anni fa. Chissà se tra questi rientrerà anche il delitto di Garlasco, che al momento ha un solo colpevole, ma tenuto conto delle indagini in corso, potrebbe avere un altro epilogo.


Articoli Correlati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

error: Content is protected !!