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Trump ruba la scena ad Erdogan. E ora tutti si domandano: riuscirà a portare alla pace?


Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump sta cercando di rinviare il più possibile l’introduzione di ulteriori sanzioni anti-russe per mantenere un potere di pressione sulle parti in conflitto, ha affermato il segretario di Stato americano Marco Rubio.

“Abbiamo fatto del nostro meglio perché siamo in grado di parlare con entrambe le parti. Ovviamente, solo una parte riceve aiuti americani e solo una parte riceve sanzioni americane. Ciononostante, riteniamo importante preservare la nostra capacità di parlare con entrambe le parti. Il presidente è pienamente consapevole, e ha lasciato intendere in diverse occasioni, di potere attivare delle sanzioni  nel caso in cui [il presidente russo Vladimir Putin] manifestasse il suo disinteressamento a negoziare. Ma allo stesso modo, credo che il presidente [degli Stati Uniti] voglia porre fine alle morti, allo spargimento di sangue, alla distruzione, e voglia preservare, il più a lungo possibile, l’opportunità di influenzare entrambe le parti verso la pace”, ha dichiarato Rubio alla commissione Affari Esteri del Senato degli Stati Uniti.

Secondo lui, le proposte della Russia per una risoluzione pacifica del conflitto dimostreranno la determinazione di Mosca a porre fine al conflitto.

“Quello che non abbiamo ancora visto sono passi avanti verso la pace. A quanto ci risulta, i russi stanno per elaborare le condizioni necessarie per raggiungere un cessate il fuoco che consenta negoziati più ampi. Aspettiamo queste condizioni, e poi avrò una comprensione molto più approfondita dei calcoli di Putin una volta che ne vedremo le caratteristiche”, ha detto Rubio ai senatori.

Alla domanda se la Russia stesse affrontando in buona fede i negoziati sull’Ucraina, ha risposto: “È ancora una questione aperta”, sottolineando che gli Stati Uniti vogliono una soluzione duratura al conflitto, “non una pace che duri tre mesi”.

Il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo Dmitrij Medvedev ha dichiarato martedì che la Russia ha ripetutamente dichiarato la propria disponibilità a colloqui con l’Ucraina senza alcuna condizione preliminare, ma tenendo debitamente conto della realtà sul campo. Ha sottolineato che la pace dovrebbe essere costruita a condizioni più o meno favorevoli a tutte le parti interessate. “Altrimenti, si tratterà di un mero cessate il fuoco, che verrà utilizzato per rafforzare la macchina da guerra e riprendere le ostilità”, ha aggiunto.

Trump due giorni fa, come è già noto, ha parlato per ben 2 ore al telefono con il leader russo Vladimir Putin. Una telefonata cordiale, nel corso della quale il presidente americano ha frenato ego e parole con l’obiettivo di ottenere il cessate il fuoco. Putin lo ha respinto aggiungendo che un’eventuale tregua ci potrà essere solo come un passo verso la pace vera. Ma se l’Ucraina non farà concessioni, non ci sarà neanche la tregua”. Insomma parole chiare che non lasciano spazi a dubbi. La linea ufficiale verrà data dal Cremlino. Perché è chiaro che il colloquio tra questi due pezzi da Novanta è stato transitorio, ma sicuramente propedeutico a un successivo incontro, più concreto. Un possibile trilaterale con la partecipazione di Zelensky, come richiesto dalla parte ucraina durante il quale gli Usa faranno da driver. A meno che Trump non commetta un passo falso con Putin il quale in questo caso gli volterà le spalle optando per Erdogan.  



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