
Oggi Papa Leone XIV durante la messa all’aperto in Piazza San Pietro, ha canonizzato davanti a oltre 80.000 persone, molti dei quali giovanissimi, Carlo Acutis, primo santo Millennial della Chiesa cattolica. Il primo santo che si è guadagnato il soprannome di “influencer di Dio”. “Carlo oggi spegnerebbe lo smartphone per concentrarsi sugli invisibili”, racconta Antonia Salzano, mamma di Carlo. Nel 2006, suo figlio è morto a 15 anni di leucemia e a farlo correre verso la canonizzazione è stato il volume impressionante di segnalazioni in arrivo da ogni angolo del mondo. Guarigioni scientificamente inspiegabili ottenute per la sua intercessione, conversioni, testimonianze di riavvicinamento alla fede. Una mole prodigiosa di situazioni, eventi e pietà popolare che si è messa in moto ovunque” ha detto la madre. Perché Carlo ha conquistato così tante persone? “Perché è un ragazzo come loro. Scarpe da tennis e computer. Spesso i ragazzi non trovano in famiglia modelli costruttivi. Carlo per molti è stato un aiuto nella fragilità e nell’insicurezza dell’adolescenza ricordando che ognuno di noi è originale. Una liberazione dagli schemi del consumismo, dando importanza all’essere piuttosto che all’avere”. Un giorno speciale oggi perché oltre a Carlo anche un’altra figura popolare italiana, morta giovane, è stata canonizzata, Pier Giorgio Frassati. «Il rischio più grande nella vita è sprecarla al di fuori del piano di Dio», ha detto Leone nella sua omelia. I nuovi santi «sono un invito per tutti noi, soprattutto per i giovani, a non sprecare la nostra vita, ma a orientarla verso l’alto e a farne dei capolavori».
Una vita straordinaria
Acutis è nato il 3 maggio 1991 a Londra da una famiglia benestante, ma non particolarmente osservante della religione cattolica. La sua famiglia si trasferì a Milano poco dopo la sua nascita e lì lui trascorse un’infanzia felice e normale, seppur segnata da una devozione religiosa sempre più intensa.
Acutis era particolarmente interessato all’informatica e fin da ragazzo divorava libri universitari di programmazione. Si guadagnò il soprannome di “Influencer di Dio” grazie alla sua principale eredità tecnologica: un sito web multilingue che documentava i cosiddetti miracoli eucaristici riconosciuti dalla Chiesa, un progetto che completò in un’epoca in cui lo sviluppo di questi siti era appannaggio di professionisti. Carlo trascorreva molte ore in preghiera ogni giorno promuoveva la pratica dell’adorazione eucaristica perché, secondo i sondaggi, la maggior parte dei cattolici non crede che Cristo sia fisicamente presente nelle ostie eucaristiche. Acutis, che come tutti i ragazzi della sua età amava giocare ai videogiochi, ma non ne divenne mai schiavo. Si era posto un limite: giocarci un’ora la settimana, prediligendo le relazioni umane erano molto più importanti per lui di quelle virtuali. Nell’ottobre 2006, all’età di 15 anni, Acutis si ammalò di una leucemia acuta che gli fu rapidamente diagnosticata. Morì nel giro di pochi giorni. Fu sepolto ad Assisi, città nota per il suo legame con un altro santo popolare, San Francesco. Negli anni successivi alla sua morte, milioni di giovani cattolici si sono riversati ad Assisi, per ammirare il giovane Acutis attraverso una tomba con le pareti di vetro, vestito con jeans, scarpe da ginnastica Nike e una felpa, come un ragazzo qualunque. Molti sono stati gli interrogativi sollevati su come il suo corpo sia stato così ben conservato, soprattutto perché alcune parti del suo cuore hanno addirittura fatto il giro del mondo come reliquie. Carlo e Pier Giorgio avrebbero dovuti essere canonizzati da Papa Francesco, ma la sua morte ha fatto cambiare inesorabilmente tutti i piani.
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