![](https://i0.wp.com/www.what-u.com/wp-content/uploads/2019/01/EUROSTAT-spesa-cultura-e-tempo-libero-6.jpg?w=1&ssl=1)
![Nel 2017, le famiglie nell'Unione europea (UE) hanno speso l'8,5% delle loro spese totali di consumo per "Svaghi, passatempo e cultura", che rappresenta una spesa totale di oltre 710 miliardi di euro, pari al 4,6% del PIL dell'UE o di 1400 euro per abitante dell'UE](https://i0.wp.com/www.what-u.com/wp-content/uploads/2019/01/EUROSTAT-spesa-cultura-e-tempo-libero-4.jpg?resize=330%2C343&ssl=1)
La Danimarca e la Svezia i Paesi che hanno speso di più mentre la Grecia è quella che ha speso di meno
Nell’UE, nel 2017, la quota della spesa delle famiglie destinata a “divertimento e cultura” era maggiore in Danimarca (11,5%) e Svezia (11,0%) rispetto a Finlandia (10,5%), Slovacchia (10,4%), Paesi Bassi (10,1 %) e Austria (10,0%). All’estremo opposto della scala, la Grecia (4,6%) ha speso la quota più bassa della propria spesa domestica per “ricreazione e cultura”, seguita da Romania (5,8%), Irlanda e Lussemburgo (entrambi 5,9%) e Cipro (6.0 %).
![](https://i0.wp.com/www.what-u.com/wp-content/uploads/2019/01/EUROSTAT-spesa-cultura-e-tempo-libero-5.jpg?resize=330%2C338&ssl=1)
![](https://i0.wp.com/www.what-u.com/wp-content/uploads/2019/01/EUROSTAT-spesa-cultura-e-tempo-libero-7.jpg?resize=450%2C370&ssl=1)
![](https://i0.wp.com/www.what-u.com/wp-content/uploads/2019/01/EUROSTAT-spesa-cultura-e-tempo-libero-8.jpg?resize=309%2C330&ssl=1)
I Finlandesi i meno festaioli
Tra il 2007 e il 2017, la quota di “divertimento e cultura” nella spesa totale delle famiglie è diminuita nella maggior parte degli Stati membri. In particolare, il calo maggiore negli ultimi 10 anni è stato registrato in Finlandia (dal 12,3% della spesa totale delle famiglie nel 2007 al 10,5% nel 2017, o una diminuzione di 1,8 punti percentuali – pp) e in Slovenia (-1,6 pp) , davanti all’Irlanda (-1,3 pp) e al Belgio (-1,2 pp). In aumento tra il 2007 e il 2017 la spesa in Slovacchia (dal 9,0% nel 2007 al 10,4% nel 2017, o un aumento di 1,4 pp) e in Lituania (+1,3 pp), seguita di Romania (+1,0 pp), Polonia (+0,6 pp), Bulgaria e Lettonia (entrambi +0,4 pp), mentre è rimasta stabile in Austria.
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