[gtranslate] PAURA DEL CONTAGIO COSA DICONO GLI ITALIANI? - WHAT-U

Tra i paesi europei, l’Italia è il paese in cui la paura del contagio da Covid-19 è più alta: il 90% dei cittadini italiani esprime infatti timore di essere colpito dalla pandemia in corso. Se il livello di paura è particolarmente alto, lo è anche il dato sulla fiducia al governo per la gestione dell’emergenza: il 72% degli italiani esprime valutazioni positive, risultato record in Europa. Non solo, gli italiani risultano anche i più diligenti tra i paesi europei analizzati per quello che riguarda le misure precauzionali da rispettare: il 93% dei cittadini infatti rimane a casa.

Il 77% degli italiani ritiene che i media stiano riportando la situazione correttamente, al contrario della Germania, che invece risulta essere il paese più scettico: per tre tedeschi su cinque la reazione dei media all’emergenza è esagerata.

Pur di contenere il contagio, il 93% degli italiani è inoltre disposto a rinunciare ad alcuni dei propri diritti fondamentali, un dato estremamente significativo e il più alto in Europa.

Se l’emergenza sanitaria ha colpito in modo particolarmente forte l’Italia, gli italiani mostrano segnali di ottimismo per il futuro: il 45% ritiene che la situazione si possa risolvere in breve tempo, al contrario degli altri paesi europei dove sembra che i cittadini si stiano preparando al peggio e si registrano alti livelli di pessimismo.

Resistono le teorie del complotto: per un italiano su quattro il virus è frutto di una forza esterna, idea condivisa in ugual misura anche dai cittadini francesi.

È questo il quadro che emerge dalla ricerca realizzata in questi giorni da da BVA Doxa sulle percezioni, preoccupazioni, opinioni e previsioni dei cittadini italiani e di altri paesi europei (Francia, UK, Germania) in merito all’emergenza sanitaria legata alla diffusione del Covid-19. L’indagine si inserisce in un più ampio sondaggio condotto con Gallup International, il network del quale BVA Doxa è socio fondatore, in 26 paesi in tutto il mondo.

All’indomani della dichiarazione dell’OMS che ha attribuito il carattere di “pandemia” all’emergenza sanitaria legata alla diffusione su scala globale del Covid-19, i cittadini europei e nel resto del mondo esprimono, a seconda anche delle azioni intraprese dai rispettivi governi, diverse preoccupazioni, opinioni e previsioni sulla situazione in corso.

PAURA DEL CONTAGIO IN ITALIA – La stragrande maggioranza degli italiani esprime preoccupazione: il 90% teme di essere contagiato, con un’accentuazione nell’area Sud e Isole, dove la preoccupazione arriva al 94%. Seppur inferiore rispetto all’Italia, anche in Francia e Regno Unito il livello di preoccupazione per il rischio di contagio è elevato e sfiora l’80% (UK 78%, Francia 76%). In questo quadro, i tedeschi sono quelli meno allarmati dalla situazione: in Germaniameno della metà della popolazione, il 46%, esprime preoccupazione. A livello mondiale la preoccupazione è invece inferiore a quella riscontrata a livello europeo e pari al 62%.

FIDUCIA RECORD IN ITALIA – A fronte di una situazione particolarmente difficile e incerta rispetto al resto d’Europa, in Italia si registrano livelli record di fiducia nella capacità del Governo di gestire la crisi sanitaria: il 72% degli italiani esprime valutazioni positive al Governo Conte. Diversa la situazione degli altri governi europei, che non registrano livelli di fiducia altrettanto importanti: poco più della metà in Regno Unito e in Francia (rispettivamente 59% e 52%) e ancora meno nella Germania di Angela Merkel (addirittura meno della metà, il 47%).

SOLO UN’INFLUENZA? – Per alcuni, la reazione dei media all’emergenza sanitaria è stata esagerata. In Italia ne è convinto il 29% della popolazione, mentre al contrario il 67% è dell’opinione opposta e ritiene che gli organi di informazione stiano riportando correttamente l’emergenza. Ma è la Germania a essere la più scetticatre tedeschi su cinque ritengono che la situazione venga dipinta in modo più grave di quello che sia realmente. Più esigue le percentuali nel Regno Unito (26%) e in Francia (17%).

PER RIDURRE IL CONTAGIO “WHATEVER IT TAKES” – Pur di contenere la pandemia e osservare finalmente una netta inversione del trend dei contagi, quasi la totalità degli italiani, il 93%, è favorevole a rinunciare ad alcuni diritti fondamentali, come per esempio il diritto alla privacy. Un dato estremamente elevato, il più alto in Europa e trasversale e valido su tutte le fasce di età e le aree geografiche incluse nell’analisi. Seppure con percentuali inferiori, anche gli altri paesi europei sono disposti a limitare i diritti fondamentali per reagire alla diffusione del coronavirus: in Francia ha espresso opinione favorevole l’84%, in Regno Unito il 72% e in Germania il 71%. Risultati in linea con il resto del mondo: tre quarti (il 76%) degli intervistati a livello mondiale sono disposti a sacrificare parte dei propri diritti fondamentali se ciò dovesse essere utile a contenere il contagio.

ITALIANI OTTIMISTI, IN EUROPA CI SI PREPARA AL PEGGIO – Polarizzata la previsione degli italiani per i prossimi mesi: il 43% ritiene che il peggio debba ancora venire e il 45% è invece più ottimista e ritiene che in breve tempo la situazione mostrerà dei miglioramenti. Il restante 12% si aspetta una situazione invariata. Dopo una prima fase di sottovalutazione del problema, il Regno Unito invece si prepara al peggio: l’82% dei britannici esprime previsioni negative per i prossimi mesi. La percentuale, seppur sempre molto alta, cala in Francia (70%) e in Germania (54%). Ancora più significativo è sottolineare la percentuale di ottimisti nei vari paesi europei: se in Italia il 45% degli intervistati sia convinto che il peggio sia ormai alle spalle, in Germania ne è convinto appena il 9%, in Francia il 5% e in UK solo il 3%.

GLI ITALIANI RESTANO A CASA – Secondo l’analisi, la totalità dei nostri connazionali ha adottato una o più misure precauzionali. L’arma principale è soprattutto il rimanere a casa: il 93% sta rigorosamente rispettando questa disposizione cruciale per ridurre il trend dei contagi. L’87% indica di lavare frequentemente le mani e il 63% fa uso di igienizzanti. Meno usati, complice anche la scarsa reperibilità, ma comunque ben diffusi sono le mascherine (44%) e i guanti (40%).

Se gli italiani sembrano essere particolarmente diligenti per quanto riguarda la raccomandazione di stare a casa, negli altri paesi la situazione è diversa: in Francia l’85% degli intervistati rimane a casa e in Regno Unito il 71%. Fanalino di coda la Germania, con una percentuale di appena il 43%.

L’unico comportamento adottato ovunque e in maniera diffusa è il frequente lavaggio delle mani, con valori fra l’80% e il 90% in tutti gli altri paesi europei.

Se lavarsi le mani più frequentemente è la misura largamente più adottata a livello mondiale (75%), solo il 45% ha limitato i contatti sociali e il 14% non ha preso alcuna misura né modificato ancora alcun comportamento. La raccomandazione di stare a casa in alcuni paesi è stata praticamente ignorata, complice una carente comunicazione a livello governativo: solo l’11% in Turchia, il 20% in Pakistan e il 34% in Afghanistan.

DIETRO IL CORONAVIRUS UNA FORZA ESTERNA – In alcuni paesi le teorie alternative sull’origine del Covid-19 – che ne attribuiscono la genesi per esempio alla Cina, agli USA, a un laboratorio o a un piano di natura politica / economica o dell’industria farmaceutica – hanno trovato terreno fertile. In Italia appena la metà degli intervistati (il 47%) sostiene che il Covid-19 sia stato originato per cause naturali, mentre quasi un quarto (il 23%) crede invece che sia frutto di una forza esterna. Un’idea condivisa in maniera ancora più forte dai cittadini d’oltralpe, con il 29% degli intervistati che è convinto dell’esistenza di forze esterne, e da altri paesi europei, ma in misura minore: il 18% sia in Germania che in Regno Unito. A livello mondiale, poco meno della popolazione (il 46%) ritiene che il virus si sia originato e diffuso in modo naturale e oltre un terzo (il 36%) ritiene che sia il prodotto di forze esterne.


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