La pandemia ha aumentato le disparità di genere nell’UE, in che modo? A un anno dalla diffusione dell’epidemia di coronavirus, si teme che la ricaduta sociale ed economica possa innescare impatti a lungo termine sull’uguaglianza di genere. Una minaccia non solo ai progressi fatti finora, ma anche un concreto pericolo per altre 47 milioni di donne e ragazze in tutto il mondo di ricadere sotto la soglia di povertà.
Cos’è la Dichiarazione di Pechino?
Nel 1995, la quarta conferenza mondiale delle Nazioni Unite sulle donne ha adottato una risoluzione per l’emancipazione e il miglioramento della condizione delle donne in tutto il mondo. La conferenza ha anche stabilito obiettivi strategici per raggiungere la parità di genere in 12 aree, tra cui: donne ed economia, violenza contro le donne, donne e ambiente e donne in ruoli di leadership
L’anno scorso è stato il 25° anniversario della Dichiarazione di Pechino dell’ONU, a favore dell’emancipazione femminile e del miglioramento della condizione delle donne in tutto il mondo, ma la strada da percorrere per la parità di genere è ancora lunga. Secondo l’Indice sull’uguaglianza di genere 2020 (stilato in base ai dati raccolti nel 2018), curato dall’Istituto europeo per l’uguaglianza di genere (EIGE), l’UE ottiene un punteggio del 67,9% sull’uguaglianza di genere e, mantenendo il ritmo attuale, mancano almeno ancora 60 anni prima di poter raggiungere la completa parità.
Come si batte il Parlamento Europeo per l’uguaglianza di genere?
C’è un grande divario di genere nel settore digitale. Le donne tendono a scegliere questo percorso di studi in misura minore e sono sotto-rappresentate sul mercato del lavoro. In una risoluzione adottata nel 2018, il Parlamento europeo aveva chiesto ai paesi membri di mettere in pratica misure concrete per integrare meglio le donne nei settori delle tecnologie dell’informazione e delle comunicazioni e di sostenere l’istruzione in questi settori e nelle discipline scientifiche, tecnologiche e matematiche.
Ciascuno Stato membro assicura l’applicazione del principio della parità di retribuzione tra lavoratori di sesso maschile e quelli di sesso femminile per uno stesso lavoro o per un lavoro di pari valore. Articolo 157 Trattato sul funzionamento dell’Unione europea (TFUE)
Le donne e la lotta alla pandemia COVID-19
Dei 49 milioni di persone impiegate nel settore sanitario, uno dei più esposti al virus, ben il 76% di esse sono donne. Il più grande squilibrio nell’UE riguarda la Lettonia – con le donne pari all’88% della forza lavoro nel settore sanitario, rispetto al 66% dell’Italia. Inoltre, le donne sono sovra rappresentate nei servizi essenziali rimasti aperti durante la pandemia, che vanno dalla vendita all’assistenza all’infanzia. Nell’UE, le donne rappresentano l’82% di tutte le persone addette alle casse e il 95% delle persone impiegate nei lavori domestici e assistenziali.
Cresce la precarietà per le donne
Circa l’84% delle donne lavoratrici tra i 15 e i 64 anni sono impiegate nei servizi, compresi quelli più colpiti dalla crisi COVID-19 e che stanno affrontando perdite di posti di lavoro. La quarantena ha anche avuto un impatto sugli impieghi “al femminile” dell’economia, come quelli legati all’asilo nido, il lavoro di segreteria e quello domestico.
Oltre il 30% delle donne nell’UE lavora part-time ed è impiegata in larga parte nell’economia informale, caratterizzata da minori diritti sul lavoro e protezione sanitaria e dall’assenza di altri benefici fondamentali. Le donne sono anche molto più propense a prendere del tempo libero per prendersi cura di figli e parenti e, con i lockdown, hanno spesso dovuto combinare il telelavoro e la cura dei bambini.
Divario retributivo di genere nell’UE e azioni intraprese dal Parlamento europeo per ridurlo
Cos’è il divario salariale di genere
- • Si tratta della differenza fra gli stipendi medi di uomini e donne
- • Definito ufficialmente “differenziale retributivo di genere non rettificato”, in quanto non tiene conto di tutti i fattori che influenzano il differenziale retributivo, come le differenze in termini di istruzione e esperienza sul mercato del lavoro
- • Nei calcoli si tiene conto soltanto delle aziende con dieci o più dipendenti
Quanto guadagnano in media le donne l’ora?
Le donne guadagnano in media all’ora il 15% in meno degli uomini. Ma gli stati membri differiscono molto l’uno dall’altro. Si va dal 23% dell’Estonia al 3% della Romania.
Un minore divario retributivo di genere non corrisponde necessariamente a una maggiore uguaglianza.
In alcuni stati membri, divari retributivi più bassi, come quello italiano del 5%, tendono ad essere collegati ad una minore partecipazione delle donne al mercato del lavoro. A loro volta, divari più alti tendono a essere collegati ad un’elevata percentuale di donne che svolgono un lavoro part-time o alla loro concentrazione in un numero ristretto di professioni.
Uomini e donne sul mercato del lavoro
Le cause del divario salariale sono complesse: ci sono molti fattori di cui tenere conto e si va oltre la questione di ottenere pari retribuzione a parità di lavoro.
Sebbene le laureate superino i laureati nell’UE, sono sotto-rappresentate sul mercato del lavoro. Quasi il 30% delle donne lavora part-time. Le donne sono inoltre più propense ad avere interruzioni di carriera e a prendere decisioni professionali basate sulla cura e le responsabilità familiari. Si osserva che il divario retributivo si allarga con l’età mentre è piuttosto basso quando le donne entrano nel mercato del lavoro. Si riscontrano differenze anche a seconda del settore: secondo i dati del 2017 il divario è più alto nel privato nella maggior parte degli stati membri.
Altre cause del divario salariale sono la sovra-rappresentazione delle donne nei settori relativamente a basso salario come l’assistenza, le vendite o l’istruzione e la sotto-rappresentazione nei settori dove le retribuzioni sono più alte. Ad esempio, nel 2018 erano donne solo il 41% di tutti gli occupati come ingegneri e scienziati nell’UE. Le donne occupano solo il 33% delle posizioni manageriale in Europa.
Con meno denaro da risparmiare e investire, questi divari si accumulano e di conseguenza le donne sono a maggior rischio di povertà ed esclusione sociale in età avanzata. Il divario di genere nelle pensioni era circa del 30% nel 2018, oscillando da un massimo del 43% in Lussemburgo a un minimo dell’1% in Estonia.
Gli appuntamenti del Parlamento europeo
Quest’anno il Parlamento europeo celebrerà la Giornata internazionale della donna durante la sessione plenaria dell’8 marzo, mentre la Commissione per i diritti della donna e l’uguaglianza di genere celebra la giornata con l’evento che si terrà domani 4 marzo dal titolo “Noi siamo forti: Le donne che guidano la lotta contro la pandemia di COVID-19”.
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