TRUMP E I FIGLI RICORRONO IN APPELLO CONTRO LA SENTENZA CHE LI ACCUSA DI FRODE MILIONARIA - WHAT-U

L’ex presidente Donald Trump, e due dei suoi figli Donald Trump Jr. ed Eric Trump responsabili secondo le accuse assieme a due ex funzionari della Trump Organization di frode nella causa civile intentata dal procuratore generale di New York Letitia James, oggi hanno presentato ricorso contro il verdetto pubblicato venerdì che li obbligherebbe a versare 453,5 milioni di dollari e in aggiunta gli interessi per i “profitti illeciti” derivanti dalla frode milionaria che gli si addebita.

Quanto deve pagare Trump?

In primo luogo, Trump deve pagare 168 milioni di dollari per i potenziali interessi persi dalle sue banche, che secondo il giudice Trump ha ingannato concedendogli un tasso inferiore utilizzando falsi rendiconti finanziari. Engoron ha ordinato a Trump di iniziare a pagare gli interessi pre-giudizio per tali transazioni a partire dal 4 marzo 2019, il giorno in cui il procuratore generale di New York Letitia James ha iniziato le sue indagini. In secondo luogo, Trump deve 60 milioni di dollari per i profitti derivanti dalla vendita di un campo da golf a New York. Gli interessi per quella transazione iniziarono a maturare il 26 giugno 2023, quando Trump vendette il contratto di locazione del campo a Bally’s. Infine, Trump deve 126 milioni di dollari per i profitti derivanti dalla vendita del suo hotel a Washington, DC, e gli interessi per quella multa sono iniziati l’11 maggio 2022, quando Trump ha venduto la proprietà.

I Trump hanno atteso che il giudice Arthur Engoron venerdì ufficializzasse la sentenza e poi oggi, primo giorno lavorativo per farlo, sono passati al contrattacco. Trump oltre alla restituzione di questa enorme somma ha anche il divieto per 3 anni  di avere rapporti di lavoro a New York e i suoi figli per 2.  

Il procuratore generale di New York, Letitia James, ha vinto il caso documentando una frode intenzionale nelle affermazioni gonfiate di Trump sui suoi beni quando ha richiesto prestiti e sostenendo che Trump avrebbe dovuto rinunciare ai “guadagni illeciti”. Il giudice della Corte Suprema dello Stato Arthur Engoron ha poi stabilito che la frode è stata così duratura e spietata da “rasentare il patologico”. Engoron ha accusato Trump di avere sopravvalutato il valore delle proprietà nella sua attività immobiliare valutando il suo resort di Mar-a-Lago 20 volte la valutazione fiscale. E così ha fatto anche per alcuni appartamenti a Trump Park Avenue triplicando la metratura del suo attico nella Trump Tower per aumentarne il valore.

“Le frodi trovate qui saltano fuori dalla pagina e sconvolgono le coscienze”, ha scritto Engoron.

Ma Deutsche Bank e altri istituti di credito non hanno fatto causa all’ex presidente per aver prodotto dichiarazioni esagerate sul suo patrimonio netto che li hanno convinti ad addebitare tassi di interesse più bassi. Discutere su chi Trump abbia danneggiato tra le istituzioni finanziarie è probabilmente un punto chiave dell’appello.

La legge di New York rende la frode sui mutui un reato punibile fino a 25 anni di carcere.

Quando Trump dichiarò un patrimonio di 4,9 miliardi di dollari, la banca gli chiese di mantenere un patrimonio netto di 2,5 miliardi di dollari per onorare i suoi prestiti o non essere considerato inadempiente, secondo David Williams, che ha lavorato presso Deutsche Bank per 17 anni. “Normalmente applichiamo haircut nella nostra analisi in seguito alla revisione dei rendiconti finanziari di un particolare cliente”, ha affermato Williams. Deutsche Bank ha sempre considerato Trump un cliente prezioso.

Cosa potrebbe accadere ora?

Trump ora sostiene che il caso non ha mietuto vittime perché le banche sono state ripagate con gli interessi. E questa ora potrebbe essere la chiave di volta nell’appello.

Fallimento o altre brutte opzioni?

Durante la sua carriera per risolvere molti debiti quando si occupava in prima persona della sua attività, Trump ha ripetutamente presentato istanza di protezione dal fallimento. L’anno scorso ha affermato di avere 400 milioni di dollari in contanti a disposizione e ora potrebbe mettere le sue proprietà come garanzia contro le sentenze. Ma affrontare le sentenze esponendosi per 536,8 milioni di dollari non è di certo una cosa da poco. Anche per lui. Non a caso ora c’è chi ipotizza che l’ex presidente possa dichiarare bancarotta, perché il fallimento gli impedirebbe di dover pagare immediatamente le sentenze. Difficile fare ipotesi, anche perché Trump pare poco propenso ad intaccare la sua immagine di uomo d’affari di successo.

Engoron ha ordinato a Trump di pagare gli interessi pre-sentenza su ogni guadagno illecito – con interessi maturati in base alla data di ciascuna transazione – nonché un tasso di interesse post-sentenza del 9% a partire dal giorno della pubblicazione della sentenza. In un’intervista esclusiva con ABC News , James ha promesso che Trump pagherà la multa, paventando il possibile sequestro dei suoi beni come gli edifici omonimi se non avrà i soldi per la multa. “Se non ha fondi per saldare la sentenza, allora cercheremo meccanismi di esecuzione della sentenza in tribunale e chiederemo al giudice di sequestrare i suoi beni”, ha detto James a ABC News.


Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

error: Content is protected !!

Decreto legge n. 63/2012 convertito con la legge 103/2012. Art. 3-bis (Semplificazioni per periodici web di piccole dimensioni): 1. Le testate periodiche realizzate unicamente su supporto informatico e diffuse unicamente per via telematica ovvero on line, i cui editori non abbiano fatto domanda di provvidenze, contributi o agevolazioni pubbliche e che conseguano ricavi annui da attività editoriale non superiori a 100.000 euro, non sono soggette agli obblighi stabiliti dall'articolo 5 della legge 8 febbraio 1948, n. 47, dall'articolo 1 della legge 5 agosto 1981, n. 416, e successive modificazioni, e dall'articolo 16 della legge 7 marzo 2001, n. 62, e ad esse non si applicano le disposizioni di cui alla delibera dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni n. 666/08/CONS del 26 novembre 2008, e successive modificazioni. 2. Ai fini del comma 1 per ricavi annui da attività editoriale si intendono i ricavi derivanti da abbonamenti e vendita in qualsiasi forma, ivi compresa l'offerta di singoli contenuti a pagamento, da pubblicità e sponsorizzazioni, da contratti e convenzioni con soggetti pubblici e privati.Provider-distributore: Aruba.it SpA (www.aruba.it) - piazza Garibaldi 8 / 52010 Soci (AR)

Realizzazione: What-u Need to know what-u@what-u.com

DISCLAMER - PRIVACY