[gtranslate] NEI, NEVI: COME CONTROLLARLI - WHAT-U

di Paola Brancacccio

Nefertari, “grande sposa reale” di Ramesse II detto il Grande, faraone della XIX dinastia, il più illustre di tutti i faraoni di Egitto, aveva il cruccio di avere pochi nevi che già all’epoca erano considerati un segno di bellezza. Non a caso nell’antica Roma le donne si disegnavano un neo all’angolo della bocca per sembrare più sensuali e talvolta sceglievano di evidenziarlo in altre parti del corpo per lanciare messaggi più eloquenti e diretti.

Giovanni Chiarelli, dermatologo

Insomma fin dall’antichità i nei sono considerati segni di bellezza e sensualità, anche se al giorno d’oggi hanno perso l’allure di un tempo. E per alcuni sono addirittura una scocciatura non soltanto perché sono considerati inestetici, ma perché a volte possono nascondere molte insidie. Per questo motivo occorre conoscerli bene e tenerli sempre sotto controllo. Per saperne un po’ di più What-u ha chiesto il parere di Giovanni Chiarelli, dermatologo, tra i più noti esperti in materia.

Che cosa sono i nei o nevi? 

«Sono neoformazioni pigmentate (ossia scure) congenite o acquisite che possono modificarsi con il passare del tempo».

Dove possono essere presenti?

 «Dappertutto».

Quali sono i posti più insoliti, quelli non a vista d’occhio, dove si possono trovare?

«Il cuoio capelluto, gli occhi oppure ci sono i nevi che si trovano nelle zone mucose dei genitali sia maschili sia femminili».

In questi casi è più difficile fare una diagnosi?

 «Sul cuoio capelluto è più difficile, ma non impossibile. Il controllo si può fare mentre ci facciamo fare lo shampo. Basta dividere la capigliatura in ciocche e controllare per zone se sul cuoio capelluto ci sono dei nei. Poi basta disegnare una testa su un foglio e indicare delle x in corrispondenza dei nostri nei». 

Quali dimensioni possono avere i nevi?

 «Quelli congeniti possono essere anche giganti, quindi di prassi hanno grandi dimensioni, mentre quelli acquisiti misurano da pochi millimetri a 3- 4 centimetri circa».

Pigmentati oppure no?

 «Dipende dal fototipo del soggetto. Chi ha la pelle chiara può avere dei nei chiari, non pigmentati, non melanocitari ossia amelanotici, senza melanina che vanno comunque tenuti sotto controllo, perché potrebbero cambiare aspetto e diventare dei melanomi. Recenti studi hanno confermato che chi ha la pelle chiara e i capelli rossi è più predisposto geneticamente ad avere tumori della pelle, ossia melanoni, perché maggiormente soggetto a frequenti scottature e ustioni solari. Quindi per chi appartiene a questo fototipo la prevenzione e il controllo devono diventare un impegno improrogabile».

Che cosa è un melanoma?

«Un melanoma cutaneo è un tumore che deriva dalla trasformazione tumorale dei melanociti, alcune delle cellule che formano i nevi». 

Quali sono i tumori della pelle più pericolosi?

«Il melanoma e lo spinalioma perché possono creare metastasi a distanza. Mentre il basalioma dà metastasi loco-regionali, in pratica si può ingrandire nel luogo dove nasce, ma non crea danni a distanza».

Un neo melanocitario si può trasformare in un melanoma?

«E’ difficile che ciò avvenga, mentre è più facile che un melanoma nasca ex novo oppure insorga su un nevo preesistente ossia su un nevo piatto pigmentato».

E che cosa dire dei nevi piatti o in rilievo?

«C’è chi pensa che i nei leggermente in rilievo, quelli per così dire più cicciottelli (i cosiddetti nevi fibromatosi) siano più problematici di quelli piatti e pigmentati, invece è l’esatto opposto».

Diventa difficile non fare confusione…

 «L’autoanalisi è importante, ma è sempre meglio affidarsi all’occhio esperto di uno specialista soprattutto quando ci si accorge di avere un nuovo neo. La dermatoscopia, dermoscopia o epiluminescenza è una tecnica non invasiva rivolta alla diagnosi precoce del melanoma grazie all’uso di uno strumento ottico chiamato dermatoscopio è possibile  osservare le irregolarità dei nevi e farne un primo screening».

E quando il paziente ha tantissimi nevi?

«Meglio optare per la videodermatoscopia, o mappatura dei nei, un esame dermatologico che permette di fotografare i nei a rischio e di controllarne nel tempo la loro eventuale modificazione, consentendo una diagnosi precoce del melanoma».

Come distinguere un nevo da una cheratosi seborroica?

«E’ sempre necessario andare dal dermatologo. Una cheratosi seborroica è una lesione benigna che non ha pigmenti e melanociti. In pratica è solo una macchia della pelle che si può bruciare con la crioterapia ossia con l’azoto liquido, (quando le lesioni sono 2 o 3), il laser Co2 (quando le lesioni sono tante) o la diatermocoagulazione (DTC), quando ci sono poche lesioni». 

In presenza di molti nevi quando occorre fare il controllo?

Ogni 6 mesi. Ma non è detto che chi ne abbia solo 3 non corra pericoli. Se un neo cambia colore e forma, diventando più grande, più scuro, oppure metà chiaro e metà scuro e da piatto diventa modulare, occorre fare subito dei controlli. Ovviamente la visita di controllo dei nei, va fatta prima di prendere la tintarella, quindi prima di partire per le vacanze e non al ritorno. Perché quando ci si sottopone a un controllo la pelle non deve essere abbronzata.

Quindi più si sta lontani dal sole e meglio è….?

 «Il sole può peggiorare lo stato della pelle e dei nei. L’unico sole che non fa male è quello preso dalle 18 in avanti».

Però difficilmente la gente va al mare dopo le 18. Allora quali consigli dare?

«Meglio non prendere la tintarella nelle ore più calde.  La protezione (50 +) è un obbligo metterla ogni ora affinché sia efficace e protegga veramente».

Quindi non esiste un tipo di pelle abituata al sole, anche la più abbronzata deve usare protezioni?

«Si la protezione (50 +) devono usarla tutti e va spalmata almeno ogni ora perché con il sudore, i bagni, dopo un’ora ha zero efficacia».

Quindi occorre rinunciare alle lampade per tutta la vita?

«Tendenzialmente si, perché possono creare danni irreversibili».

Il sole può fare male non soltanto al mare…

«I raggi Uva sono presenti tutto l’anno, anche nelle giornate nuvolose e rappresentano circa il 95% della radiazione ultravioletta che arriva sulla superficie terrestre. Diversamente dagli UVB, sono indolori e in grado di penetrare molto in profondità nella pelle, fino a raggiungere le cellule del derma. Essendo la principale causa della produzione dei radicali liberi, gli UVA possono alterare le cellule e provocare nel lungo termine fotoinvecchiamento, ossia una variazione nell’orientamento delle fibre di elastina e collagene che causa il rilassamento della pelle, la perdita di tono e la comparsa delle rughe, intolleranze solari, comunemente definite allergie ossia rossori, prurito, dermatite polimorfa solare, disturbi pigmentari (maschera della gravidanza, macchie) oppure lo sviluppo di tumori della pelle».

Esistono delle popolazioni più a rischio?

Quelle nordiche per il fototipo dei soggetti. E poi quelle che vivono nei Paesi più soleggiati, come l’Australia, il Brasile e L’Africa».


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