[gtranslate] DOMANI IL GOVERNO DECIDE SUI RIMBORSI DEI RISPARMIATORI COINVOLTI NEI FALLIMENTI BANCARI - WHAT-U

di Maria Ferrari

In vista del Consiglio dei Ministri di domani, pare che sia stata raggiunta un’intesa raggiunta dal Governo sui rimborsi dei risparmiatori coinvolti nelle crisi bancarie che prevede una svolta rispetto a ciò che finora è accaduto. Quale? Quella di blindare i rimborsi ai risparmiatori coinvolti nelle crisi bancarie, riscrivendo la norma nel decreto crescita. E subito dopo emanare il decreto attuativo che dia il via alle erogazioni. Una norma di dettaglio inserita nel dl che offrirebbe una sorta di immunità ai funzionari del ministero dell’Economia per evitare che siano coinvolti in procedimenti davanti alla Corte dei Conti.

Fonti del Mef rendono noto che i testi per rendere operativo il Fondo di indennizzo dei risparmiatori (Fir) sono da ieri sera alla Presidenza del Consiglio per approvazione nell’ambito del decreto sulle misure di rilancio della crescita economica, che sarà oggetto della riunione del Consiglio dei ministri in programma domani.

Riguardo le accuse di di favoritismo alla sua collaboratrice il ministro Tria ha risposto dicendo di avere “subito un attacco spazzatura sul piano personale”. “Le cose possono apparire molto diverse a seconda di come si presentano”, e ha lamentato “violazioni della privacy”. «Mi chiedo chi è che passa ai giornalisti queste cose», ha detto Tria respingendo qualunque ipotesi di dimissioni: «Sciocchezze. Se andassi via dovremmo vedere quale sarebbe la reazione dei mercati», ha concluso.

Subito dopo anche il premier Conte, in visita ufficiale a Doha, dove ha incontrato Sua Altezza l’Emiro del Qatar, Tamim bin Hamad Al Thani, ha voluto dire la sua: «Tutti i ministri devono stare tranquilli, noi dobbiamo tutti lavorare, i cittadini chiedono con urgenza di lavorare nella direzione del piano delle riforme. Invito tutti i ministri a non lasciarci distrarre da timori o preoccupazioni. Leggo su alcuni giornali di dimissioni o strane richieste, non c’è nessuna dimissione o richiesta di dimissioni all’ordine del giorno», ha concluso.



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