LUNEDÌ 16 AGOSTO IN SENATO SI DISCUTERÀ LA MOZIONE DI SFIDUCIA A CONTE DELLA LEGA - WHAT-U

Il vice premier e ministro dell’Interno, Matteo Salvini

di Matteo Ciacci

Il vice premier e ministro dell’Interno Matteo Salvini sembra un fiume in piena, e inarrestabile nei suoi propositi. Ieri la Lega ha depositato in Senato la mozione di sfiducia a Giuseppe Conte, chiedendo di metterla ai voti ‘al più presto’. E il Presidente del Senato Elisabetta Casellati oggi ha convocato la conferenza dei capigruppo per discuterla per lunedì 12 agosto alle ore 16.

Salvini, da Termoli, dice: “Sento toni simili tra Pd e Di Maio, sarebbe incredibile che ci fosse un governo così. Conte mi ha sempre detto: mai un altro governo”. Parole che urtano e fanno scattare subito la replica del M5s: “Caro Salvini stai vaneggiando, inventatene un’altra per giustificare quello che hai fatto. Questa storia di Di Maio-Renzi è una fake news per nascondere il tuo tradimento, il tradimento del contratto di governo e del Paese”.

Il sindaco di Torino, Chiara Appendino
(Photo by Miguel MEDINA / AFP)

“Salvini deve prendersi la responsabilità della sua decisione davanti al Paese. Ancora una volta ha messo davanti a tutto le intenzioni del suo partito e la ricerca del consenso”, ha dichiarato il sindaco di Torino M5S Chiara Appendino, “preoccupata” per Torino: “Questo governo è stato molto vicino alla città. Penso alle Atp, al Moi e al Teatro Regio. Le questioni aperte sono tante, tra cui i 150 milioni di euro per Torino area di crisi complessa. Mi chiedo come andranno a finire”. Da Facebook anche Davide Casaleggio attacca il ministro dell’Interno scrivendo: “Salvini sta giocando d’azzardo con la vita degli italiani per un (presunto) tornaconto personale, ma soprattutto perché non vuole tagliare le poltrone” in Parlamento. Non avere un governo mentre si fa la legge di bilancio espone al rischio concreto di far scattare” gli aumenti Iva. Se dobbiamo andare a elezioni andiamo il prima possibile”.

Ma Salvini fa spallucce e intanto chiama tutti i parlamentari della Lega lunedì a Roma. ‘Spero che Conte arrivi in Parlamento già la prossima settimana’, annuncia il leader leghista replicando al premier Conte che aveva chiesto di chiarire le ragioni della crisi davanti alle Camere.


Il M5s invece valuta la possibilità di chiedere la convocazione straordinaria della Camera
, prima che venga votata la mozione di sfiducia al governo, per approvare in via definitiva la riforma costituzionale per il taglio dei parlamentari. Il M5s potrebbe farlo a norma dell’articolo 62 della Costituzione, che stabilisce che ciascuna Camera può essere “convocata in via straordinaria per iniziativa di un terzo dei suoi componenti”. Il gruppo M5s è composto da 216 deputati: ne bastano 210.

Il ministro della Giustizia Bonafede

Il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede nello speciale di RaiUno di ieri sera, dedicato alla crisi di Governo interrogato dal conduttore, il giornalista Francesco Giorgino, ha detto: “C’è stato un atto di slealtà di grave da parte di Matteo Salvini e della Lega nei confronti non del Movimento 5 Stelle o meglio non solo nei confronti del Movimento 5 Stelle, ma del popolo italiano. Noi ci siamo impegnati nei confronti del popolo italiano a portare avanti i punti del contratto di governo, poi Matteo Salvini ha deciso ad un tratto di strappare il contratto perché ha i sondaggi troppo alti. Quindi va bene, ridiamo la parola agli italiani che non meritavano questo tradimento, ma prima votiamo il taglio dei 345 parlamentari e diamo una chiusura dignitosa questa legislatura”. Poi alla domanda di Giorgino che gli chiede esplicitamente se è mai stata in ballo una richiesta di Salvini di cambiare “tre ministri pesanti” al Governo, uno dei quali quello dell’economia, Bonafede risponde: “No che io sappia non è mai stata fatta una richiesta di questo tipo. Noi accordi sottobanco noi non li abbiamo mai fatti, amiamo la trasparenza, siamo persone perbene e lo abbiamo dimostrato con orgoglio in questo anno di governo, per questo motivo andiamo al voto senza problemi. Con il rispetto ovviamente delle prerogative del presidente Mattarella, che farà tutte le valutazioni che dovrà fare. Noi non faremo campagna acquisti, Salvini e la Lega dovranno pagare il conto di questo tradimento”. Poi il discorso riprende dai risultati raggiunti dal N5s: “Nel primo anno abbiamo fatto cose importantissime nel mio settore, dalla “legge spazza corrotti”, che finalmente manda i corrotti in galera, alla legge chiamata “Codice Rosso”, che entra in vigore proprio oggi e tutela le donne italiane i loro figli che subiscono violenza. La Lega ha tradito”, continua a ripetere Bonafede, raccontando di un consiglio dei ministri durato 9 ore durante il quale”, sottolinea oggi il ministro, “la Lega non ha fatto una sola proposta e da quel momento ho capito che qualcosa non andava. Perché tu non puoi dire no no no, vogliamo dimezzare i tempi del processo, ma poi gli unici argomenti che porti avanti sono la “separazione delle carriere” e le “intercettazioni” che non hanno nulla a che fare con i tempi del processo”.

Giorgia Meloni, a capo di Fratelli d’Italia

Anche Giorgia Meloni di Fratelli d’Italia intervistata durante lo speciale dice la sua: “Noi le alleanze le facciamo prima del voto e non dopo, perché vogliamo essere chiari. Non avrebbe senso rischiare di fare un altro governo con un gioco di palazzo dopo il voto, piuttosto che un’alleanza che gli italiani invocano da mesi”. Come Nicola Zingaretti, segretario nazionale dem che aggiunge: “Il populismo del governo ha fallito e Salvini ha accelerato la crisi perché ha paura di fare la manovra”. Dal centrodestra, Toti, ex confidence man di Silvio Berlusconi, assicura che il suo movimento ‘Cambiamo‘ parteciperà alle elezioni. “Siamo con chi difende gli interessi nazionali del Paese e vogliamo cambiare il centrodestra: nessuno pensi di tornare a coalizioni del passato”.

Urne a ottobre? E la legge di bilancio?

Matteo Salvini dice: Subito in Parlamento, una mossa che porta alla parlamentarizzazione della crisi che, ora, vede avvicinarsi le elezioni anticipate. Tre le date possibili: il 13, il 20 o il 27 ottobre. Se la crisi si consumasse infatti a metà agosto, le urne, considerando i tempi necessari per gli italiani all’estero, dovrebbero aprirsi a circa due mesi di distanza.

Ora la palla è nelle mani del premier Giuseppe Conte, che qualora proseguisse sulla strada indicata dal leader della Lega (e non scegliesse di dimettersi prima di passare per in Parlamento), si potrebbe presentare alla Camera già la prossima settimana per contare i numeri. Il dibattito e il voto sul governo Conte potrebbero dunque tenersi già prima di Ferragosto a Montecitorio: incassata a quel punto quella che appare come una certa sfiducia, il premier potrebbe salire al Quirinale e rimettere il mandato.

Scatterebbero così le consultazioni da parte del presidente della Repubblica e c’è chi non esclude l’ipotesi che Sergio Mattarella affidi mandati esplorativi ai vertici del Parlamento per sondare gli umori delle forze politiche. Altra ipotesi è che il Capo dello Stato dia l’incarico a un tecnico, consapevole che non sarebbe in grado di coagulare una maggioranza attorno a sé, ma che guiderebbe un Esecutivo ponte. Resta in piedi anche lo scenario che vede proprio l’attuale premier traghettare la Legislatura.


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