Il portavoce del segretario generale dell’ONU Stephane Dujarric oggi ha espresso le condoglianze e la solidarietà del Segretario Generale delle Nazioni Unite António Guterres al governo e al popolo del Marocco in particolare alle famiglie delle vittime per il terremoto di magnitudo 6,8 che ha causato più di 1.000 morti. L’epicentro della scossa di venerdì è stato vicino alla città di Ighil nella provincia di Al Haouz, a circa 70 chilometri (43,5 miglia) a sud di Marrakech. Al Haouz è nota per i pittoreschi villaggi e le valli nascoste nell’Alto Atlante e per i villaggi costruiti sui pendii delle montagne. Abderrahim Ait Daoud, capo della città di Talat N’Yaaqoub, ha detto al sito di notizie marocchino 2M che le autorità stanno lavorando per liberare le strade per consentire il passaggio delle ambulanze e gli aiuti alle popolazioni colpite, ma ci vorrà del tempo per conoscere l’entità del danno anche a causa delle grandi distanze tra i villaggi di montagna.
Secondo i dati ufficiali di queste ore, il bilancio delle vittime ha toccato quota 1.037 a Marrakech e in cinque province vicine all’epicentro del terremoto. In totale, fino a qualche ora fa, risultavano 1.204 le persone rimaste ferite, ha riferito stamattina il ministero dell’Interno marocchino. E dei feriti, scrive il ministero, 721 sono in condizioni critiche. Il terremoto ha fatto crollare muri fatti di pietra e muratura non progettati per resistere ai terremoti, coprendo intere comunità di macerie e lasciando i residenti a farsi strada precariamente tra i resti. I soccorritori hanno lavorato tutta la notte per trovare i sopravvissuti sepolti tra le rovine polverose. La famosa moschea Koutoubia di Marrakech, costruita nel XII secolo, è stata danneggiata, ma l’entità dei danni non è ancora chiara. Alcuni residenti hanno pubblicato video che mostrano danni alle parti delle famose mura rosse che circondano la città vecchia, patrimonio mondiale dell’UNESCO. “Il problema è che dove i terremoti distruttivi sono rari, gli edifici semplicemente non sono costruiti in modo sufficientemente robusto per far fronte a forti scosse del terreno, quindi molti collassano, con conseguenti elevate vittime”, ha detto Bill McGuire, professore emerito di rischi geofisici e climatici presso l’University College di Londra ad AP, aggiungendo che “come per ogni grande terremoto, sono prevedibili probabili scosse di assestamento, che causeranno ulteriori vittime e ostacoleranno le ricerche e i soccorsi”. A testimonianza dell’enorme portata del disastro, il re del Marocco Mohammed VI ha ordinato alle forze armate di mobilitare mezzi aerei e terrestri, squadre specializzate di ricerca e soccorso e di realizzare un ospedale da campo chirurgico. A sud di Marrakech, alcuni superstiti hanno detto: “Abbiamo sentito un’enorme scossa come se fosse il giorno del giudizio. E in 10 secondi tutto era sparito”. L’esercito marocchino ha mobilitato gli aiuti nelle aree più difficili, ma le strade che conducono alla regione montuosa attorno all’epicentro risultano tuttora intasate di veicoli e bloccate dalla caduta di massi, che hanno rallentato i soccorsi. Sui ripidi e tortuosi tornanti da Marrakech ad Al Haouz, gli operatori della Croce Rossa hanno tentato di rimuovere rocce che bloccavano la strada. E nei casi più fortunati sono riusciti a circumnavigarli. I leader mondiali si sono offerti di inviare aiuti o squadre di soccorso mentre le condoglianze arrivavano da paesi di tutta Europa, Medio Oriente e da un vertice del Gruppo dei 20 in India. Il presidente della Turchia, che all’inizio di quest’anno ha perso decine di migliaia di persone in un violento terremoto, era tra coloro che hanno proposto aiuti. Anche Francia e Germania, con grandi popolazioni di origine marocchina, si sono offerte di aiutare, e i leader di Ucraina e Russia hanno espresso sostegno ai marocchini. I terremoti sono relativamente rari nel Nord Africa. Lahcen Mhanni, capo del dipartimento di monitoraggio e allerta sismica presso l’Istituto nazionale di geofisica, ha dichiarato a 2M TV che il terremoto è stato il più forte mai registrato nella regione. Nel 1960, un terremoto di magnitudo 5.8 colpì vicino alla città marocchina di Agadir e causò migliaia di morti. Quel terremoto ha portato a cambiamenti nelle regole di costruzione in Marocco, ma molti edifici, soprattutto case rurali, non sono costruiti per resistere a tali scosse.
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