[gtranslate] CORONAVIRUS, TRA CRITICHE E COMMENTI, GLI ULTIMI PROVVEDIMENTI - WHAT-U

Il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte a Palazzo Chigi durante una conferenza stampa con il Ministro dell’economia e delle finanze, Roberto Gualtieri in videocollegamento

di Fabio Guarneri

“La diffusione dell’epidemia da Coronavirus ha innescato, in Italia e in Europa, una crisi senza precedenti, che sta esponendo il nostro Paese a una prova durissima. La necessità di contenere il contagio ci sta costringendo a misurarci con nuove abitudini di vita, con un impatto negativo sull’intero sistema produttivo, che coinvolge imprese, famiglie, lavoratori.
Sono giorni terribili per la comunità nazionale. Lo Stato c’è”, ha ribadito Giuseppe Conte, mentre annunciava le misure urgenti adottate dal governo con il Dpcm del 28 marzo per dare “il segno concreto” della presenza delle istituzioni nel Paese in tempi di emergenza Coronavirus: la firma di un nuovo Dpcm con 4,3 miliardi ai Comuni, più altri 400 milioni allo stesso fondo, vincolati all’utilizzo “per le persone che non hanno i soldi per fare la spesa”.

“Ci sono tanti cittadini in difficoltà, tante persone che soffrono: ne siamo consapevoli, non giriamo il volto dall’altra parte. Ci sono tante sofferenze materiali per chi ha e già aveva difficoltà per l’approvvigionamento di generi alimentari e farmaceutici”, ha spiegato il premier. “Per questo, abbiamo firmato un Dpcm per girare ai Comuni 4,3 miliardi e con un’ordinanza aggiungiamo a questo fondo altri 400 milioni, un ulteriore anticipo destinato ai Comuni con il vincolo per cui questa cifra va utilizzata per le persone che non hanno i soldi per fare la spesa. I 400 milioni verranno distribuiti tra gli 8000 Comuni, nasceranno dei buoni spesa e confidiamo che i sindaci sin dall’inizio della prossima settimana siano in grado di erogare i buoni o consegnare direttamente le derrate. Non vogliamo lasciare nessuno solo, abbandonato a se stesso”, la promessa del premier. “Nell’ordinanza della Protezione Civile”, ha aggiunto Conte, “sono previste misure rafforzate per favorire le donazioni, non vogliamo tassare la solidarietà” Quindi l’appello “alla grande distribuzione, affinché faccia uno sconto del 5 o del 10% a chi fa acquisti con i buoni”. Il Fondo è “ripartito tra i comuni interessati sulla base del gettito effettivo dell’Imu e della Tasi”. Il ministero dell’Interno “provvederà a erogare a ciascun comune quanto attributo a titolo di Fondo di solidarietà comunale” (…) “in due rate da corrispondere entro i mesi di maggio e ottobre 2020, di cui la prima pari al 66 per cento”. Il Fondo di solidarietà comunale per il 2020 è composto “da una quota assicurata attraverso una quota dell’Imu pari a 2.768.800.000,00” più una serie di incrementi, si legge ancora nel testo del Dpcm. Il riparto del Fondo per il 2020 “è effettuato prendendo come valore di riferimento per ciascun comune il valore del Fondo di solidarietà comunale per l’anno 2019″.”Per l’anno 2020 – stabilisce ancora il decreto – è costituito un accantonamento di euro 7.000.000,00 sul fondo di solidarietà comunale” destinato alle “compensazioni del mancato recupero a carico del comune di Sappada” e anche ad “eventuali conguagli ai singoli comuni”. E ancora: nella determinazione della quota del Fondo di solidarietà per il 2020 relativa ai singoli comuni, il dpcm fissa tra i vari criteri un “limite massimo di euro 5.500.000 annui ai comuni fino a 5mila abitanti“.
“La diffusione dell’epidemia da Coronavirus ha innescato, in Italia e in Europa, una crisi senza precedenti, che sta esponendo il nostro Paese a una prova durissima”, ha sottolineato Conte. “Questa emergenza è così coinvolgente che arriva a sfidare il nostro Paese in tutte le sue componenti e in tutti i suoi gangli vitali. È una sfida, ad un tempo, sanitaria, economica, sociale. Ci coinvolge tutti, nessuno escluso. E’ un’emergenza che riguarda il settore pubblico, ma riguarda anche il settore privato. Coinvolge i rappresentanti delle istituzioni ma anche i semplici cittadini.
Il Governo e chi vi parla in particolare, è pienamente consapevole che dalle sue scelte, da ogni decisione assunta, discendono conseguenze, oggi più che mai, di immane portata per la vita – la vita fisica, innanzitutto – dei singoli cittadini, scelte che condizioneranno anche il futuro della nostra comunità.
Siamo all’altezza del compito che il destino ci ha riservato?
La storia – domani – ci giudicherà”. “A partire dal 22 gennaio, ben prima che il 30 gennaio l’Organizzazione Mondiale della Sanità decretasse e dichiarasse il Coronavirus “emergenza internazionale di salute pubblica”, abbiamo adottato vari provvedimenti cautelativi, tra i quali ne ricordo alcuni: la costituzione di una task force presso il Ministero della salute (avvenuto il 22 gennaio), un’ordinanza del Ministro della salute sulle misure profilattiche (25 gennaio), il divieto di atterraggio (siamo al 27 gennaio) dei voli provenienti dalla Cina negli aeroporti nazionali, che ha prodotto un brusco calo del flusso di passeggeri direttamente provenienti dai focolai epidemici più intensi. Il 31 gennaio, all’indomani del primo episodio verificatosi a Roma, abbiamo proclamato lo stato di emergenza nazionale per la durata cautelativa di sei mesi, affidando alla Protezione civile il compito di coordinare le attività di sostegno alle  Regioni per fronteggiare l’emergenza”. Poi Conte sul fronte delle Regioni ribadisce con una precisazione, che sembra più l’ennesima stoccata rivolta al governatore della regione Lombardia Fontana, che a sua vota non è rimasto indietro nei “botta e risposta” che “l’organizzazione della sanità è di completa competenza delle Regioni, mentre allo Stato spetta dettare i principi fondamentali in materia di tutela della salute e la definizione dei livelli essenziali delle prestazioni”.
“Il Governo ha anticipato e posto in essere tutte le azioni di sua competenza, necessarie e utili a presidiare i beni primari della vita e della salute dei cittadini. Ricordo che il primo caso di paziente italiano positivo al virus è stato scoperto a Codogno il 21 febbraio. Nella medesima giornata i contagiati sono esplosi poco dopo a 15 persone. Pressoché contemporaneamente un altro focolaio è stato scoperto a Vo’ Euganeo. Io sono stato raggiunto da queste notizie mentre ero a Bruxelles per una riunione fiume del Consiglio Europeo. Appena rientrato a Roma, la sera del 21 febbraio mi sono subito precipitato in Protezione civile per avere un puntuale aggiornamento. Il giorno dopo, il 22 febbraio, ho convocato una riunione straordinaria del Consiglio dei Ministri presso la Protezione civile, nel corso della quale, con tutti i ministri, abbiamo adottato il Decreto legge n. 6, che ha disposto misure immediate di contenimento del contagio, definendo, al contempo, un percorso normativo, per noi del tutto nuovo, affidato allo strumento del Dpcm (il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri) il compito di definire le misure via via ritenute più idonee a fronteggiare l’emergenza. Con il DPCM del 23 febbraio, quindi immediato, sono state isolate le prime due cosiddette “zone rosse”, dove avevamo rinvenuto i focolai riguardanti i 10 comuni del lodigiano e il comune di Vo’ Euganeo. Con DPCM del 25 febbraio 2020, qualche giorno dopo, preso atto dell’evolversi della situazione epidemiologica e dell’incremento dei casi anche sul territorio nazionale, si è intervenuto, in tutti i comuni delle Regioni Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lombardia, Veneto, Liguria e Piemonte, sullo svolgimento delle manifestazioni sportive, sull’organizzazione delle attività scolastiche e della formazione superiore, sulla disciplina di misure di prevenzione sanitaria presso gli Istituti penitenziari, sulla regolazione delle modalità di accesso agli esami di guida, sulla organizzazione delle attività culturali e turistiche. I principi ai quali ci siamo attenuti nella predisposizione delle misure contenitive del contagio sono stati quelli della massima precauzione, ma, contestualmente, anche della adeguatezza e della proporzionalità dell’intervento rispetto all’obiettivo perseguito”, ha proseguito Conte. Uno stato di emergenza per il quale sono stati sperimentati metodi di azione e di intervento mai sperimentati prima ci tiene a sottolineare. “È questa la ragione della gradualità delle misure adottate, che sono diventate restrittive, sempre sulla base delle indicazioni provenienti dal comitato tecnico-scientifico. Ogni decreto del Presidente del Consiglio è sempre stato adottato con il coinvolgimento di tutti i Ministri, con il massimo coinvolgimento delle Regioni, sia singolarmente, sia attraverso la Conferenza Stato-Regioni. Poi i successivi DPCM ci hanno consentito di graduare le misure, sovente specificamente circoscritte sul piano territoriale, in modo da renderle proporzionate e adeguate. In particolare, con il DPCM dell’11 marzo abbiamo disposto la sospensione della attività commerciali al dettaglio, quelle ritenute non essenziali, e abbiamo anche previsto la sospensione delle attività commerciali al dettaglio – a eccezione della vendita di generi alimentari e di prima necessità – dei servizi di ristorazione, dei servizi alla persona. Con il DPCM del 22 marzo, abbiamo ulteriormente integrate le misure di contenimento del contagio, prevedendo, tra l’altro: il divieto per tutte le persone fisiche di trasferirsi o spostarsi, con mezzi pubblici o privati di trasporto, da un comune all’altro, salvo che per comprovate esigenze lavorative, di assoluta urgenza ovvero per motivi di salute; e anche la sospensione delle attività produttive industriali e commerciali ad eccezione di quelle che erogano servizi di pubblica utilità, nonché servizi pubblici essenziali. Con il decreto-legge adottato ieri dal Consiglio dei ministri, in corso di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, oltre ad aver trasferito in fonte di rango primario, tipizzandole, le misure di contenimento da adottare per contrastare i rischi derivanti dalla diffusione del virus, abbiamo anche introdotto una più puntuale procedimentalizzazione nell’adozione dei D.P.C.M., prevedendo, tra l’altro, l’immediata trasmissione dei provvedimenti emanati ai Presidenti delle Camere, oltre all’obbligo del Presidente del Consiglio, o del Ministro da lui delegato, di riferire ogni quindici giorni alle Camere sulle misure adottate”.

“Le terapie intensive in Italia, per effetto di questo sforzo continuo e incessante, in Italia sono passate, in pochi giorni, da 5.343 a 8.370, con un incremento di 63,8%, mentre i posti letto in pneumologia e malattie infettive sono passati da 6.525 a 26.169. Oltre 4 volte di più. 59 pazienti in terapia intensiva sono stati trasferiti dalla Lombardia in altre regioni italiane. L’abbiamo fatto potenziando un sistema già esistente, un protocollo interregionale già esistente in Protezione civile – si chiama Cross -, lo abbiamo reso vincolante e quindi obbligatoria per quanto riguarda le risposte delle altre Regioni. Abbiamo riconvertito 78 ospedali in “COVID Hospital”

“Con una procedura di selezione delle 8.000 domande pervenute – avevamo lanciato una call per 300 nuovi medici -, pensate 8000 domande in 72h, saranno inviati, nei prossimi giorni – ma mi risulta che nel momento in cui vi parlo già un primo gruppo è arrivato a destinazione – nuovi medici negli ospedali in difficoltà. Contestualmente, con una nuova ordinanza, nelle prossime ore, trasferiremo su base volontaria 500 infermieri nelle zone con il più alto numero di malati di CoviD-19”

Sul fronte sostegno al reddito Conte ha aggiunto: “Con il decreto-legge n. 6 del 2020 abbiamo stanziato 20 milioni di euro per il 2020 a valere sul Fondo per le emergenze nazionali in favore del Dipartimento della Protezione Civile. A questo provvedimento poi è seguito un decreto del Ministro dell’Economia e delle Finanze, emanato il 24 febbraio 2020, che ha disposto la sospensione di versamenti e adempimenti tributari, nonché del versamento delle ritenute d’acconto, a carico dei residenti nelle prime due aree interessate dallo sviluppo di un focolaio. Poi c’è stato il decreto-legge n. 9/2020, con cui il Governo ha adottato ulteriori misure di proroga degli adempimenti a carico dei cittadini e delle imprese delle zone maggiormente interessate dall’epidemia, nonché misure in materia di sviluppo economico, istruzione e salute, volte a sostenere il tessuto socio-economico del Paese”.

“In forza di questo maggior ricorso all’indebitamento, autorizzato dal Parlamento, il governo ha emanato il decreto-legge n.18 del 2020 e abbiamo con quel decreto individuato quattro ambiti di intervento per un’azione urgente di sostegno all’economia: a) potenziamento del sistema sanitario; b) protezione del lavoro e dei redditi; c) sostegno alla liquidità delle imprese e delle famiglie; d) sospensione delle scadenze tributarie e dei contributi previdenziali e assistenziali”

“Per potenziare le risorse a disposizione del nostro sistema sanitario abbiamo stanziato nuove risorse per 3,2 miliardi. Il decreto stanzia oltre 11 miliardi di euro in favore degli ammortizzatori sociali, della preservazione dei posti di lavoro e di misure specifiche per determinate categorie di lavoratori

“La Cassa Integrazione Guadagni in deroga viene estesa dal decreto all’intero territorio nazionale, per i dipendenti di tutti i settori produttivi, per una durata massima di 9 settimane”

“Abbiamo prestato anche una prima attenzione anche alle categorie dei lavoratori autonomi e atipici”

“Il decreto interviene anche in materia di licenziamenti, prevedendone la sospensione”

“Abbiamo disposto una moratoria sui prestiti fino al 30 settembre 2020 a beneficio di tutto il sistema delle piccole e medie imprese”

“Abbiamo poi potenziato, con 1,5 miliardi di euro, il Fondo Centrale di Garanzia per le piccole e medie imprese, affinché possa intervenire in maniera più capillare ed erogare garanzie per oltre 100 miliardi complessivi”

“In favore dei lavoratori autonomi che abbiano subito una perdita di oltre un terzo del loro fatturato medio, inoltre, viene esteso l’accesso al cosiddetto “fondo Gasparrini”, che per 18 mesi garantisce la sospensione delle rate e il pagamento da parte dello Stato di una parte degli interessi sui mutui per l’acquisto della prima casa”

“A favore delle aziende di maggiori dimensioni, invece, abbiamo previsto una garanzia dello Stato sulle esposizioni assunte da Cassa Depositi e Prestiti, diretta alle medie e grandi imprese colpite dall’emergenza”

“Sono previste anche forme di incentivo alle imprese bancarie e industriali, finalizzati alla cessione di crediti incagliati o deteriorati attraverso la conversione delle loro attività fiscali differite in crediti di imposta”

“Il decreto dedica un capitolo importante alla sospensione dei versamenti fiscali e contributivi, estendendo la portata degli interventi disposti dai provvedimenti precedenti”

“Al fine di sostenere il sistema-Paese in questa delicata fase, poi, abbiamo costituito un Fondo per l’internazionalizzazione del sistema economico e il sostegno delle esportazioni italiane. Infine, per supportare il lavoro nell’ambito dell’emergenza il decreto dispone misure per la funzionalità delle Forze di polizia, delle Forze armate e del Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco”

“Abbiamo previsto alcuni interventi in favore del sistema scolastico e universitario, un capitale prezioso su cui dobbiamo investire con ancora maggiore convinzione in nome del futuro del Paese, aiutandolo soprattutto a superare questa fase di contenimento dell’epidemia”

“Al momento sono disponibili 50 milioni di euro per sostenere le aziende italiane che vogliono ampliare o riconvertire la propria attività per produrre ventilatori, mascherine, occhiali, camici e tute di sicurezza”

“Si tratta di risorse che, rientrando nel regime degli aiuti di Stato, sono state autorizzate in meno di 48 ore dalla Commissione europea, dopo l’immediata notifica della misura, in sede comunitaria, da parte del Ministero dello Sviluppo economico”

“È cruciale, in tal senso, la decisione della Banca centrale europea dello scorso 18 marzo, che ha portato a 750 miliardi l’entità complessiva del programma di acquisto di titoli volto a contrastare i rischi economici della pandemia del Coronavirus, includendo anche la possibilità di rivisitare gli attuali limiti auto-imposti ove fosse necessario”

“La recessione che investirà, con ogni probabilità, l’intero continente europeo assume i caratteri di uno shock esterno e simmetrico per questo motivo è di assoluta importanza la proposta della Commissione europea volta ad attivare la clausola di salvaguardia generale del Patto di Stabilità e Crescita. Una volta approvata dal Consiglio, questa deliberazione consentirà agli Stati membri – e quindi anche all’Italia – di discostarsi ulteriormente dagli obblighi di bilancio che si applicherebbero in forza del quadro di bilancio europeo”


“Per questa ragione, l’Italia sta lavorando e continuerà a lavorare alla creazione di strumenti di debito comuni dell’Eurozona, che possano finanziare gli sforzi messi in campo dai Governi e costruire un’adeguata linea di difesa”

“Ho sostenuto con convinzione la necessità di risposte tempestive ed efficaci in ambito europeo e in questo spirito ho portato avanti nelle ultime ore un’iniziativa che è stata condivisa presto, subito, devo dire, la risposta è stata immediata, dei Capi di Stato e di Governo di altri otto Stati membri dell’Unione: Belgio, Francia, Grecia, Irlanda, Lussemburgo, Portogallo, Slovenia e Spagna”

“Stamane abbiamo recapitato al Presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, per ribadire che l’epidemia causata dal Coronavirus sta realizzando, sta provocando uno shock senza precedenti, uno tsunami che può essere affrontato esclusivamente facendo ricorso a misure straordinarie, a misure eccezionali per contenere al massimo la diffusione del virus, a rafforzare i sistemi sanitari dei singoli stati europei”

“Questa linea noi la porteremo a livello di G7, c’è già stata una video conferenza G7 ma anche a livello di G20”

“Se l’autonomia è sussidiarietà è un conto, se l’autonomia è fare da soli perché si pensa di fare meglio la risposta è ‘no perché crolli’. Nessuna Regione ce l’avrebbe fatta da sola, sarebbero crollate tutte”. Lo ha detto il ministro per gli Affari Regionali Francesco Boccia in merito all’emergenza coronavirus”

Francesco Boccia, ministro per gli Affari Regionali

Francesco Boccia, ministro per gli Affari Regionali in merito all’emergenza Coronavirus ha detto: “Se l’autonomia è sussidiarietà è un conto, se l’autonomia è fare da soli perché si pensa di fare meglio la risposta è ‘no perché crolli’. Nessuna Regione ce l’avrebbe fatta da sola, sarebbero crollate tutte”.

Il presidente della Lombardia Attilio Fontana

Le parole di Boccia non potevano non suscitare un intervento del presidente della Lombardia Attilio Fontana che le ha definite “avventate e inopportune”, prima di trovarsi con il ministro all’aeroporto di Verona per accogliere un contingente di sanitari albanesi diretti all’ospedale di Brescia. Molto più deciso è intervenuto l’assessore al Bilancio, finanza e semplificazione Davide Caparini. “La Lombardia sta uscendo dalla crisi malgrado questo governo incapace di gestire l’ordinarietà, figuriamoci l’emergenza. Noi”, ha proseguito, “ci siamo procurati tutto da soli. Spero che quello del ministro sia stato uno scivolone o un’uscita infelice”. Anche il governatore del Veneto Luca Zaia ha voluto dire la sua: “Regione Veneto sta comprando mascherine, sta facendo quello che deve fare”.

L’assessore alle finanze Thomas Schaefer, morto suicida
(Immagine file: Twitter)

Germania, suicida assessore Finanze Assia

È shock in Assia, il Land tedesco di Francoforte sul Meno, dove l’assessore alle finanze Thomas Schaefer, è stato trovato morto ieri a 54 anni. Il politico della Cdu, figura centrale del gabinetto locale, dato come possibile successore dell’attuale presidente Volker Bouffier, si è tolto la vita. “Siamo tutti scioccati dalla morte inattesa di Schaefer e dobbiamo adesso elaborare questo lutto”, ha detto Bouffier, il quale ha anche affermato che proprio l’emergenza del coronavirus aveva sconvolto l’assessore. “Si preoccupava moltissimo che non si sarebbe riusciti a venire incontro alle enormi aspettative di aiuto della popolazione”, ha spiegato, “era assillato da questa angoscia”. L’assessore era felicemente sposato e aveva due figli.


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