ECCO CHI SONO I PRINCIPALI EX SOSTENITORI, ORA DETRATTORI, DI DONALD TRUMP - WHAT-U

group of women holding banners supporting donald trump during the election
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Amato da milioni e milioni di americani, meno rispetto ai tempi della sua prima corsa presidenziale, abbandonato e ora odiato da rivali ed ex funzionari che in passato erano al suo fianco durante la prima presidenza, Donald Trump nonostante l’aggiunta a tutto ciò pure dei suoi guai con la giustizia e le ingenti spese legali cui deve far fronte, prosegue dritto verso la meta. Tornare alla Casa Bianca scalzando dallo scranno di presidente Joe Biden, che continua a beffeggiare via Social per le sue cadute e gaffes imputabili per la maggior parte delle volte all’età che avanza.  

Ora c’è chi dice che questa defezione potrebbe influire sempre più negativamente sulle sue future relazioni. Ma Trump si sa non è uno che si ferma per così poco. E non solo fa spallucce contro chi lo critica e gli ha voltato le spalle, ma spesso cerca il lato debole degli avversari per colpire a sua volta. Quello che è certo è che sta continuato ad accumulare vittorie e ampi vantaggi nei sondaggi e si sta rapidamente avvicinando alla nomination repubblicana. È già il primo repubblicano non in carica ad avere vinto le competizioni del partito in numerosi stati, inoltre ha avuto il più ampio margine di vittoria nella storia dei caucus dell’Iowa.

L’ex segretario alla Difesa Mark Esper lo ha definito una “minaccia per la democrazia”. L’ex consigliere per la sicurezza nazionale John Bolton lo ha dichiarato “non idoneo a diventare presidente”. E l’ex vicepresidente Mike Pence ha rifiutato di appoggiarlo, citando “profonde differenze”. Ma l’ex presidente più viene vigorosamente contrastato anche dai suoi ex funzionari che mettono in guardia contro il suo ritorno al potere e offrono previsioni disastrose per il paese e lo stato di diritto se la sua campagna avrà successo, più lui sembra acquisire nuova ninfa da queste critiche per le sue battaglie. Sarah Matthews, ex assistente di Trump, che ha testimoniato davanti alla commissione della Camera il 6 gennaio ed è tra coloro che mettono in guardia sulla minaccia che rappresenta, definisce “sconcertante” il fatto che così tanti membri del suo staff senior lo abbiano denunciato. “Queste sono persone che lo hanno visto da vicino e personalmente e hanno visto il suo stile di leadership”, ha detto la Matthews. “Il popolo americano dovrebbe ascoltare ciò che dicono queste persone perché dovrebbe essere allarmante che le persone che Trump ha assunto per lavorare per lui per il primo mandato dicano che non è idoneo a servire per un secondo mandato”.

La colpa irreparabile

Quella che viene considerata da molti una colpa irreparabile, frutto di un comportamento scellerato, è il fatto che Trump abbia convocato i suoi sostenitori a Washington il 6 gennaio 2021, millantando grandi ingiustizie e scorrettezze sulle elezioni rubate che poi sono diventate il grido di battaglia per tutti i suoi sostenitori culminato in un’insurrezione al Campidoglio degli Stati Uniti che ha costretto i legislatori a scappare per salvarsi la vita. Questa la ragione per cui successivamente alcuni membri del suo gabinetto avevano deciso di invocare il 25° emendamento, ritenendolo inadatto a rimanere in carica. Trump è stato poi bandito dai social media ed è diventato il primo presidente a essere messo sotto accusa due volte. E quando ha lasciato Washington, la capitale della nazione era ancora scossa dalla violenza dei suoi sostenitori e con vetrine sbarrate e veicoli militari per le strade. Il tentativo di Trump di rimanere in carica includeva un’aspra campagna di pressione contro Mike Pence, che in qualità di vicepresidente aveva il compito di presiedere il conteggio delle schede del collegio elettorale il 6 gennaio. Trump era fermamente convinto che Pence, che pure lui ha dovuto fuggire dalla camera del Senato il 6 gennaio mentre i rivoltosi prendevano d’assalto l’edificio al canto di “Hang Mike Pence!”, dovesse impedire a Biden di diventare presidente. Ma l’ex vicepresidente gli ha letteralmente voltato le spalle e recentemente ha detto che “non potrebbe, in buona coscienza”, sostenere Trump dopo quanto accaduto il 6 gennaio 2020 e per altre questioni, nonostante sia orgoglioso di ciò che hanno fatto assieme nel passato.  Lasciando intendere che ad oggi non c’è alcuna apertura nei suoi confronti. E Pence non è solo. Motivo per cui ora Biden per la sua campagna elettrorale sta sbandierato le critiche degli ex funzionari di Trump in dichiarazioni e post sui social media, sperando di convincere almeno alcuni elettori repubblicani – compresi quelli che hanno sostenuto altri candidati durante le primarie del GOP – che non possono sostenere la sua candidatura. “Coloro che hanno lavorato con Donald Trump ai livelli più alti della sua amministrazione credono che sia troppo pericoloso, troppo egoista e troppo estremo per guidare di nuovo il nostro Paese”, ha detto il portavoce della campagna Biden Ammar Moussa.

Mark Thomas Esper segretario della Difesa (dal 2019 al 2020) durante il mandato presidenziale di Trump , venne licenziato dall’ex presidente pochi giorni dopo le elezioni del 2020, perché si scontrò con lui su diverse questioni, inclusa la decisione di schierare truppe militari per rispondere ai disordini civili dopo l’uccisione di George Floyd da parte della polizia nel 2020. In una recente intervista con Real Time With Bill Maher della HBO, Esper ha ripetuto l’avvertimento secondo cui Trump è “una minaccia per la democrazia” e ha aggiunto: “Penso che ci sia molto di cui preoccuparsi. Non posso assolutamente votare per Trump, ma ogni giorno che Trump fa qualcosa di folle, la porta per votare per Biden si apre un po’ di più, ed è lì che mi trovo”. Esper intervistato lo scorso giugno dalla CNN ha detto che non si sarebbe mai potuto affidare nuovamente a Trump che ha avuto anche il torto di avere messo a repentaglio segreti della sicurezza nazionale, conservando documenti riservati in scatoloni nella sua casa di Mar-a-Lago in Florida.

John F. Kelly

L’ex capo della Sicurezza interna degli Stati Uniti che una volta credeva di poter tenere a freno gli eccessi di Trump, ora afferma che il suo ex capo “non ha idea di cosa rappresenti l’America e non ha idea di cosa sia l’America”. Lo scorso settembre intervistato dalla CNN ha detto: “Era una persona che non aveva altro che disprezzo per le nostre istituzioni democratiche, la nostra Costituzione e lo stato di diritto”, descrivendo Trump come “una persona che ammira gli autocrati e i dittatori assassini” e “non ha altro che disprezzo per le nostre istituzioni democratiche, la nostra Costituzione e lo stato di diritto”.

Anche Bill Barr, ex procuratore generale di Trump, ha definito Trump “un narcisista consumato” che “si impegna costantemente in una condotta sconsiderata che mette a rischio i suoi seguaci politici e l’agenda conservatrice e repubblicana”. Barr rassegnò le dimissioni poco dopo che il Dipartimento di Giustizia non ha riscontrò prove di frode elettorale nelle elezioni presidenziali del 2020, contraddicendo la narrativa infondata di Trump secondo cui la presidenza gli sarebbe stata rubata da una vasta cospirazione nazionale orchestrata a vantaggio del presidente Joe Biden. Lo scorso dicembre in una intervista a Fox News ha detto: “Uno dei motivi per cui sono contrario a Trump come candidato è che non credo che farà avanzare il Paese”.

John Bolton

L’ex consigliere per la sicurezza nazionale che ha lasciato l’amministrazione nel settembre 2019 ha affermato che non voterà per Trump alle elezioni di quest’anno. Invece, ha detto che farà la stessa cosa che ha fatto nel 2020: scrivere a nome di un candidato conservatore alternativo di sua scelta. Parlando alla CNN a luglio, Bolton aveva dichiarato: “Mi piace sempre votare per un repubblicano conservatore. Tra Biden e Trump non c’era nessun conservatore al ballottaggio. Quindi ho scritto in nome di un conservatore, e farò lo stesso nel 2024”. Poi ha aggiunto: “Penso che in conversazioni private e oneste, quasi tutti i membri del gabinetto di Trump e altri consiglieri senior sarebbero d’accordo sul fatto che Trump non è idoneo a diventare presidente”. Lo ha scritto anche nel suo libro Room Where It Happened: A White House Memoir, definendo l’ex presidente “irregolare”, “straordinariamente disinformato” e “inadatto”-

Jim Mattis

Anche un altro ex segretario alla difesa dell’amministrazione Trump, il generale Mattis, ha detto che difficilmente sosterrà nuovamente perché lo considera una minaccia per la Costituzione americana.

Mark Milley

L’ex Capo dello Stato Maggiore congiunto degli Stati Uniti lo scorso settembre, durante il discorso di addio alle truppe della base Myer-Henderson Hall di Arlington, in Virginia, ha detto al suo pubblico: “Non prestiamo giuramento a un re o a una regina, o un tiranno o un dittatore, e non prestiamo giuramento a un aspirante dittatore”, con ovvi riferimenti all’ex presidente.

Dan Coats

L’ex direttore dell’intelligence nazionale che ha lasciato l’amministrazione Trump nel 2019, ha sostenuto esplicitamente Pence nella corsa alle primarie repubblicane.

Mick Mulvaney

Un altro ex capo dello staff di Trump, Mulvaney, oggi sostiene che Trump vincerà le primarie ma perderà le elezioni generali. Ha ragione finora. “Sto lavorando duramente per assicurarmi che qualcun altro sia il candidato”, ha detto Mulvaney alla NBC a luglio. In precedenza, nel luglio 2022, aveva detto alla CBS di aver lasciato il suo incarico perché Trump “non era riuscito a essere il presidente che voleva che lo fosse”.

Karen Pence

Anche l’ex second lady si è unita al marito nel respingere Trump dopo che questi ha messo insensibilmente le loro vite in pericolo mortale piuttosto che affrontare la sua sconfitta alle urne.

Mark Short

Altrettanto non sorprendente è che nemmeno l’ex capo di Gabinetto di Pence stia sostenendo Trump e abbia sostenuto lealmente la breve campagna presidenziale del suo ex capo lo scorso autunno prima che finisse nel nulla.

Nikki Haley

L’ex governatore della Carolina del Sud, che ha combattuto coraggiosamente come principale rivale di Trump alle primarie, almeno fino al 6 marzo, in precedenza è stata il suo ambasciatore americano presso le Nazioni Unite. Ma ora nonostante non lo apprezzi ha comunque deciso di appoggiarlo.

Anthony Scaramucci

L’effimero, ma indimenticabile ex direttore delle comunicazioni della Casa Bianca, che ha ricoperto l’incarico per soli 10 giorni prima di essere licenziato, ha affermato che sosterrà Biden nella rivincita di novembre 2020.

Alyssa Farah Griffin

Anche uno dei predecessori di The Mooch, Alyssa Farah Griffin, ha chiarito che non potrebbe tollerare un secondo mandato di Trump. E lo scorso dicembre aveva dichiarato alla ABC: “Fondamentalmente, un secondo mandato di Trump potrebbe significare la fine della democrazia americana come la conosciamo, e non lo dico alla leggera”. Nel corso di un’altra apparizione su The View , la Griffin non è stata meno enfatica: “La presidenza di Donald Trump potrebbe significare, francamente, le ultime elezioni della nostra vita”.

Stephanie Grisham

Stephanie Grisham, addetta stampa della Casa Bianca da luglio 2019 ad aprile 2020, ha dichiarato alla sala stampa della CNN all’inizio di quest’anno: “Quando ero addetta stampa mi diceva: ‘Vai là fuori e dì questo,ripetilo tante volte, ancora e ancora e ancora e la gente ci crederà”.

Cassidy Hutchinson

Cassidy Hutchinson, ex assistente di Mark Meadows, altro capo dello staff di Trump, è rimasta nel suo ruolo fino alla fine della sua presidenza. In seguito ha coraggiosamente fornito una testimonianza bomba al comitato ristretto della Camera che indagava sulla rivolta del Campidoglio del 6 gennaio sul comportamento dell’ex presidente mentre l’insurrezione era in corso. E lo scorso dicembre, ha detto ad ABC News che il voto di quest’anno “è un’elezione fondamentale per continuare a salvaguardare le nostre istituzioni e la nostra repubblica costituzionale”. Mettendo in guardia contro un’altra vittoria di Trump, ha detto: “Se Donald Trump verrà eletto nuovamente presidente nel 2024, temo che saranno le ultime elezioni in cui voteremo per la democrazia perché se verrà eletto di nuovo, non credo che lo faremo. voteremo secondo la stessa Costituzione”. Aggiungendo esplicitamente che questa volta non voterà per Trump, senza aggiungere chi sosterrebbe.

Rex Tillerson

Il primo segretario di stato di Trump, ha definito Trump “indisciplinato” e ha detto a Bob Schieffer” di CBS News che era una sfida “andare a lavorare per un uomo che è piuttosto indisciplinato, non gli piace leggere, non legge i briefing riferisce, non gli piace entrare nei dettagli di molte cose, ma piuttosto dice semplicemente [cosa ha in mente.]”

Richard Spencer 

L’ex segretario della Marina, licenziato per essere uscito dalla sua catena di comando proponendo un accordo segreto con la Casa Bianca sui Navy SEAL Eddie Gallagher , ha definito l’intervento di Trump nel caso di crimini di guerra “scioccante e senza precedenti” in un’intervista al Washington Post.

Gary Cohn

L’ex direttore del Consiglio economico nazionale, che si è dimesso nel marzo 2018 a causa delle divergenze con Trump sulle azioni commerciali protezionistiche, ha criticato la strategia di Trump con lo shutdown del governo nel gennaio 2019.

Tom Bossert 

L’ex consigliere per la sicurezza interna ha recentemente denunciato Trump per non aver indossato una maschera in pubblico, e ha detto a “This Week” della ABC di essere “profondamente turbato” dalle azioni di Trump. 

Omarosa Manigault Newman

L’ex direttrice delle comunicazioni per l’Ufficio di collegamento pubblico della Casa Bianca, ha reso noto di essere stata licenziata per informazioni che aveva su una possibile registrazione audio di Trump che pronunciava un epiteto razziale, e successivamente nel suo libro, Unhinged, ha scritto che “le decisioni e il comportamento del tycoon” stavano “danneggiando il paese.

James Mattis

Soprannominato “il monaco guerriero” a causa del suo celibato e della sua devozione allo studio della guerra, avido lettore di libri, ne ha 7.000 nella sua biblioteca privata, intervistato da The Atlantic ha criticato Trump per aver posato per una foto pochi minuti dopo che gli agenti di polizia a cavallo avevano lanciato gas lacrimogeni su un gruppo di manifestanti pacifici per spianare la strada. Critiche alle quali Trump ha rapidamente risposto su Twitter, definendolo “il generale più sopravvalutato del mondo“Non mi piaceva il suo stile di ‘leadership’ o molto altro di lui, e molti altri sono d’accordo. Sono cont. ento che se ne sia andato!” ha detto Trump.

Olivia Troye, ex consigliera di Pence che ha lasciato la Casa Bianca nel 2020, e l’ex addetta stampa Stephanie Grisham, che si è dimessa il 6 gennaio, sono entrambe critiche esplicite che hanno affermato di non aver votato per Trump nel 2020.


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