IL PARLAMENTO EUROPEO APPROVA NUOVE MISURE PER MIGLIORARE QUALITÀ DELL'ARIA. ORA SARÀ POSSIBILE CHIEDERE RIMBORSI PER L'INQUINAMENTO ATMOSFERICO - WHAT-U

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Mercoledì 24 aprile, il Parlamento ha adottato in via definitiva un accordo politico provvisorio con i governi dell’UE su nuove misure per migliorare la qualità dell’aria nell’UE ed eliminare i danni per la salute umana, gli ecosistemi naturali e la biodiversità, con 381 voti favorevoli, 225 contrari e 17 astensioni. La direttiva stabilisce limiti e obiettivi più rigorosi per il 2030 per gli inquinanti con gravi ripercussioni sulla salute umana, tra cui il particolato (PM2.5, PM10), NO2 (anidride carbonica) e SO2 (anidride solforosa). Gli Stati membri potranno chiedere che il termine per il 2030 sia posticipato di un massimo di dieci anni, se sono soddisfatte condizioni specifiche. In caso di violazione delle nuove norme nazionali di applicazione della direttiva, le persone colpite dall’inquinamento atmosferico potranno intraprendere azioni legali e ricevere un risarcimento se la loro salute è stata danneggiata. Saranno inoltre istituiti più punti di campionamento della qualità dell’aria nelle città e gli indici di qualità dell’aria, attualmente frammentati in tutta l’UE, diventeranno comparabili, chiari e disponibili al pubblico.

“Aggiornando gli standard di qualità dell’aria, alcuni dei quali sono stati stabiliti quasi due decenni fa, l’inquinamento sarà dimezzato in tutta l’UE, aprendo la strada a un futuro più sano e sostenibile”, ha detto dopo la votazione, il relatore Javi López (S&D, ES). “Grazie al Parlamento, le norme aggiornate migliorano il monitoraggio della qualità dell’aria e proteggono in modo più efficace i gruppi vulnerabili. Quella di oggi è una vittoria significativa nel nostro costante impegno a garantire un ambiente più sicuro e più pulito per tutti i cittadini europei.”

Prossime tappe

La legge ora deve essere formalmente adottata dal Consiglio, prima di essere pubblicata nella Gazzetta ufficiale dell’UE ed entrare in vigore 20 giorni dopo. I Paesi dell’UE avranno quindi due anni di tempo per applicare le nuove norme.


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