[gtranslate] MISURE PREVENTIVE CONTRO IL COVID-19 NEI CAMPI PROFUGHI - WHAT-U

Mentre l’Europa è al lavoro contro le sfide imposte dall’emergenza del coronavirus, crescono anche le preoccupazioni per le condizioni di vita dei richiedenti asilo nei campi profughi sulle isole greche. La situazione al confine fra Grecia e Turchia si era aggravata all’inizio di marzo, quando la Turchia aveva aperto la frontiera con l’Europa ai richiedenti asilo e rifugiati, venendo così meno all’accordo sulla migrazione stretto con l’UE nel 2016.

In un incontro virtuale, la Commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni (LIBE) e il governo greco hanno discusso dell’attuale situazione al confine rimarcando la necessità di evitare che la crisi umanitaria si trasformi in un problema di sanità pubblica. La commissione, l’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera (Frontex) e l’Agenzia per i diritti fondamentali (FRA) hanno poi sottolineato l’importanza della solidarietà e dell’unità dell’Unione europea per mitigare la crisi.

Le misure in vigore

Continuando a monitorare regolarmente la situazione, la Commissione europea ha disposto un piano d’emergenza e ha adottato nuove misure insieme agli stati membri e alle agenzie dell’UE. Sono stati avviati due interventi rapidi alla frontiera e ulteriori guardie di frontiera sono state inviate al confine. La Grecia ha inoltre attivato il meccanismo di protezione civile, ottenendo oltre 90mila beni di assistenza inviati ai campi dai paesi dell’UE. Tutti i migranti che arrivano nei punti di crisi sono sottoposti a controlli sanitari obbligatori. I nuovi arrivati e i migranti soccorsi sono tenuti in aree separate fino alla fine dell’esame medico. La Commissione europea ha stanziato 350 milioni di euro a sostegno della Grecia, punto di arrivo della maggior parte di rifugiati e migranti, tra cui 50 milioni destinati alle cure mediche. Dopo aver passato il controllo medico, 1600 minori non accompagnati attualmente presenti nei punti di crisi sulle isole greche saranno trasferiti in altri paesi europei: Germania, Francia, Portogallo, Finlandia, Lituania, Croazia, Irlanda e Lussemburgo. Alcuni di questi minori partiranno verso il Lussemburgo la prossima settimana. Con il sostegno dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni (OIM) e di Frontex, è stato istituito uno schema di ritorno volontario per incoraggiare le persone a tornare nel proprio paese d’origine. Notis Mitarachi, ministro greco per la migrazione e l’asilo, ha detto che sono stati presi molti provvedimenti per prevenire un’epidemia di COVID-19 nei campi profughi sulle isole, ma ha aggiunto che occorrono ulteriori aiuti. Anche gli eurodeputati hanno invocato maggiore sostegno, richiedendo strutture ricettive e attrezzature mediche, l’estensione della ricollocazione per le famiglie e delle scadenze per le richieste di asilo e la possibilità di condurre colloqui in modo virtuale.

La Commissione europea ha proposto ulteriori 350 milioni di euro per la costruzione di nuovi campi di accoglienza sulla penisola greca e di nuovi appartamenti. La proposta dovrà essere approvata dal Parlamento europeo. Margaritis Schinas, vicepresidente della Commissione europea per la Promozione dello stile di vita europeo, ha rimarcato l’importanza di attenersi ai valori dell’Unione, di rispettare i diritti umani fondamentali e le leggi dell’UE e ha poi esortato l’UE a continuare il proprio lavoro sul nuovo patto sulla migrazione e l’asilo che sarà presentato in primavera.


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